Le 5 tendenze dell’era post-digitale secondo Accenture: attenzione al DARQ power

DARQ sta per distributed ledgers + artificial intelligence + extended reality + quantum computing: è la prima delle tendenze che, secondo la Technology Vision 2019, sconvolgeranno il business. Il digitale è solo il punto di partenza: dopo ci sono aziende in grado di usare i dati per creare relazioni ricche e personalizzate

Pubblicato il 04 Apr 2019

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Chi ancora continua a inseguire il digitale sappia che stiamo già entrando in una nuova era “post-digitale”. È il primo avvertimento che arriva dall’annuale report  Accenture Technology Vision  che individua i principali trend tecnologici destinati a ridisegnare il business nei prossimi tre anni. In sintesi, le aziende che resisteranno meglio sul mercato saranno quelle in grado di padroneggiare una serie di tecnologie in grado di offrire realtà ed esperienze personalizzate a clienti, dipendenti e business partner. Non succederà sicuramente tutto nei prossimi 1000 giorni, ma succederà. 

Certamente tutte le principali industry sono a un punto di svolta. E il titolo del report Accenture è chiaro: The Post-Digital Era is Upon UsAre You Ready for What’s Next? Le aziende sono pronte a cogliere le opportunità che ormai le tecnologie offrono senza essere sfruttate? I clienti si possono conoscere e raggiungere come mai in passato, le relazioni con i partner sono sempre più strategiche in nuove logiche di ecosistema ma molti manager e imprenditori credono ancora che basti dare una pennellata digitale per svoltare. E invece non è cosi. Il digitale è solo l’inizio. Dice ancora meglio Accenture: il digitale non è più un elemento distintivo, bensì il punto di ingresso per entrare in gioco.  Comincia così l’era post-digitale

Il digitale è anche un elemento sempre più strategico: quasi l’80% dei 6672 manager intervistati per il sondaggio che va ad integrare il lavoro di Accenture Labs e Accenture Research (combinato con i contributi di un Technology Vision External Advisory Board) dicono che social, mobile, analytics, cloud non sono più divisioni come tante altre ma si avvicinano sempre di più al cuore del business.

Cinque sono i trend individuati dalla  Technology Vision di Accenture, con il DARQ Power in testa: un acronimo con cui le aziende (e non solo quelle) dovranno sempre di più fare i conti nei prossimi anni. 

1. DARQ Power

DARQ sta per distributed ledgers + artificial intelligence + extended reality + quantum computing. Una formula che somma tecnologie potenti e dirompenti. Da qui passa il cambiamento profondo che può reinventare interi settori industriali e cambiare le nostre vite. Dalla blockchain all’intelligenza artificiale, queste tecnologie offrono nuove straordinarie possibilità. Alla domanda “quali di queste tecnologie influiranno maggiormente sulla vostra organizzazione nei prossimi tre anni?” il 41% dei dirigenti intervistati ha collocato al primo posto l’intelligenza artificiale in più del doppio dei casi in cui è stata indicata un’altra tecnologia DARQ.

2. Get to Know Me

“Conoscimi” deve diventare l’imperativo di ogni impresa per poter cogliere le nuove opportunità nell’era post-digitale. Non ci sono più i consumatori, ma il singolo cliente. Le interazioni che sempre più spesso passano dalla tecnologia permettono di generare e gestire l’identità digitale di ogni consumatore. Le aziende si trovare ad avere una base di conoscenza che sarà fondamentale per comprendere la prossima generazione e offrire relazioni ricche, personalizzate e basate sull’esperienza. Più di quattro intervistati su cinque (83%) hanno dichiarato che i dati demografici digitali offrono alle loro organizzazioni un nuovo modo di individuare le opportunità di mercato in risposta ai bisogni non soddisfatti dei clienti.

3. Human+ Worker

La risposta migliore all’avanzata dei robot? Trasformare l’ambiente di lavoro e valorizzare le persone. Con l’utilizzo della tecnologia i lavoratori stanno acquisendo nuove competenze ed esperienze, ampliando le loro capacità. A man a mano che la forza lavoro diventa “human+”, le aziende dell’era post-digitale devono abilitare e sostenere nuove modalità di lavoro. Oltre i due terzi (71%) dei dirigenti intervistati ritengono che i dipendenti della loro azienda siano più maturi dal punto di vista digitale rispetto all’azienda stessa e che si trovino quindi costretti ad aspettare che quest’ultima si metta al passo.

4. Secure Us to Secure Me

Non è stato mai facile far business con partner negligenti e inaffidabili, ma adesso è impossibile perché ad altissimo rischio. Le attività di business dipendono sempre di più dagli ecosistemi in cui le imprese operano, soprattutto per ragioni di sicurezza. Le aziende sono sempre più interconnesse e la debolezza di una può diventare la fonte di disastri per tutti, anche i più forti. Essere tutti più sicuri aumenta anche il mio livello di sicurezza. E qui c’è sicuramente ancora molto da fare, se meno del 30% degli intervistati a livello globale è convinto che i propri partner di ecosistema si impegnino diligentemente a essere conformi e resilienti in materia di sicurezza.

5. MyMarkets

Il digitale ha ridotto la nostra capacità di attenzione ma anche la nostra pazienza. Vogliamo tutto e possibilmente subito. Per le aziende significa impegnarsi a soddisfare le esigenze dei consumatori in tempo reale e nel momento i cui si manifestano. La tecnologia ha creato una grande quantità di esperienze, in aumento, i cui tempi non dipendono più dalle imprese ma dai consumatori. Esperienze on demand a cui bisogna dare risposte in real time. Il mercato adesso è personale, sempre aperto, 24 ore al giorno, e questo costringe le aziende a riorganizzare la loro offerta, i modelli organizzativi. Chi lo farà avrà tante opportunità davanti a sé, chi non lo farà rischierà di trovarsi fuori da questo mercato continuo. I manager lo sanno, visto che sei intervistati su sette (85%) hanno dichiarato che la capacità di integrare personalizzazione e disponibilità in tempo reale di beni e servizi rappresenterà un importante vantaggio competitivo. Ma farlo è tutto un altro discorso. 

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Giovanni Iozzia
Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.

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