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La classifica dei brand 2021: volano Amazon e Tesla, trionfano tecnologia e innovazione

Kantar Brandz 2021, la classifica dei brand di maggior valore nel mondo, si apre ancora con Amazon che però per la prima volta supera il mezzo trilione di dollari, come Apple. Nella top ten 7 sono tech company. Tesla la marca con il maggior tasso di crescita, seguito dalle compagnie digitali cinesi

Pubblicato il 21 Giu 2021

Amazon Counter

Il brand che vale di più al mondo? Amazon. Il brand che ha visto crescere di più il suo valore nell’ultimo anno? Tesla. Ad andare verso innovazione e tecnologia non sono solo i capitali finanziari, come ci ricordano le capitalizzazioni di Borsa, ma anche quelli immateriali della riconoscibilità e della reputazione. Basta guardare il nuovo ranking Kantar BrandZ 2021 con i 100 brand di maggior valore del mondo e fermarsi alla Top 10 per rendersene conto. Una classifica, quella delle marche, che segue gli andamenti geopolitici dell’economia e dell’innovazione.

I brand che valgono di più nel mondo: la top 10 (Kantar Brandz 2021)

Brand Top 10: il dominio della tecnologia

La tecnologia domina la parte alta della classifica di Kantar dei 100 marchi di maggior valore del mondo: sette su dieci e dei dei tre rimanenti però duve si chiamano Visa e Mastercard e cono sempre più tech company. La pandemia quindi non ha fermato la crescita dei nuovi leader digitali.  Anzi. Amazon ha mantenuto la sua posizione di brand di più alto valore al mondo, crescendo del 64%: 684 miliardi di dollari, quanto il PIL della Polonia. Dal 2006 nella classifica di BrandZ, Amazon quest’anno ha visto crescere di 268 miliardi di dollari il valore del suo brand, che è diventato il primo brand da mezzo trilione di dollari, come Apple.

Di totalmente analogico c’è ben poco nella top ten: McDonald’s che  è cresciuto “solo” del 20%. e vale poco più di 150 miliardi di dollari. Nella classifica con Microsoft, Tencent, Facebook e Alibaba ci sono, non a caso, due leader dei pagamenti digitali: il 2020 è stato un anno di accelerazione verso la cashless society fra il boom dell’ecommerce e la necessità di ridurre ogni occasione di contatto fisico nel retail tradizionale.

Il primato americano

I primi 10 brand hanno un valore di 3,3 trilioni di dollari, rispetto agli 800 miliardi di dollari del 2011: anche questo è un dato che segnala l’ascesa delle tech company. Ma c’è dell’altro. Fa notare kantar nella sua analisi che la tecnologia è sempre più protagonista anche nelle aziende di altre industry: “La tecnologia ha permesso a brand non tecnologici di raggiungere una crescita significativa, per esempio Gucci – sfruttando il potere di TikTok durante la pandemia, e Domino’s – facendo leva sui servizi online e di consegna”.

In questo scenario sono gli Stati Uniti a farla da padroni, come ancora succede per l’innovazione tecnologia e digitale. I  brand US sono quelli cresciuti più velocemente nel 2021: il loro valore è aumentato in media del 46% anno su anno. Gli Stati Uniti ora rappresentano il 74% del valore totale della Top 100, pur avendo solo il 24% del PIL globale.

I brand con il maggiore tasso di crescita del valore

Brand Value, la Cina supera l’Europa

Lo sviluppo del valore dei brand, che Kantar dal 1998 calcola quantificando il contributo delle marche ai risultati finanziari delle aziende, segue la geopolitica dell’economia e dell’innovazione tecnologica. Se gli Stati Unii restano ancora leader, la Cina scalpita. Tra le marche che nel 2020 hanno visto crescere il proprio valore di oltre il 100% primeggia Tesla, è vero, e ci sta anche Instagram, ma le altre quattro sono tutte cinesi: dalla famosa Tik Tok alle meno note (finora) Pinduoduo (la più grande piattaforma per la vendita diretta di prodotti dell’agricoltura, una sorta di Cortilia), Meituan (gigante del food delivery) e Moutai (distillato di cereali diventato uno status symbol).

La Cina ha ormai staccato l’Europa. I brand cinesi sono cresciuti passando dall’11% del valore della Top 100 nel 2011 al 14% di oggi. I brand europei, invece, rappresentano ora l’8% del valore della classifica contro il 20% nel 2011.

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Giovanni Iozzia
Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.

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