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Il Sud che cambia al Premio Best Practices per l’Innovazione



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Confindustria Salerno organizza da 17 anni il Premio Best Practices per l’innovazione, all’insegna della commistione e della condivisione. Tre paper sulle eccellenze meridionali nel greentech, nella space economy e nell’agritech

Pubblicato il 15 feb 2024



Presidente Ferraioli – Confindustria Salerno 16-9
Antonio Ferraioli, presidente di Confindustria Salerno

Le fotografie della più grande fabbrica di pannelli solari in Europa, la gigafactory Enel 3 Sun a Catania, che abbiamo visto nei primi giorni di febbraio su tutti i siti e i giornali, dicono che si può fare: tecnologia, innovazione e sostenibilità si possono incontrare e manifestare ad alti livelli anche nel Mezzogiorno d’Italia.

“L’innovazione, quella digitale in particolare, rappresenta un’opportunità per migliorare la produttività e le performance delle aziende. Va dato, quindi, ulteriore impulso alla diffusione dei processi di innovazione e di transizione digitale in quanto tasselli fondamentali nel percorso di crescita delle aziende e dei territori in cui operano”, dice Antonio Ferraioli, presidente di Confindustria Salerno, che per favorire l’innovazione da 17 anni organizza il Premio Best Practices per l’Innovazione, giunto a un punto di svolta con la sua ultima edizione.

“Per la prima volta, grazie al contributo scientifico di SRM (Centro Studi nato a Napoli nel 2003 per migliorare la conoscenza del territorio, ndr.), sono stati realizzati paper tematici su aerospazio, agritech e greentech”, ricorda il presidente Ferraioli, “sono strumenti che ci hanno permesso di rilevare i gap d’innovazione presenti nei cluster ed elaborare soluzioni da condividere con gli stakeholder istituzionali”. Non solo. “Abbiamo anche voluto dare più valore agli ingredienti che sono fondanti del Premio: commistione di competenze, convergenza di tecnologie, contaminazione di culture, networking come leva di crescita” aggiunge Francesco Serravalle, presidente del Gruppo Servizi Innovativi e Tecnologici di Confindustria Salerno e project leader del Premio Best Practices per l’Innovazione. In concreto significa che “nessuno dei 40 progetti in gara è stato presentato in modo isolato, nessuno spazio di riflessione è stato a scompartimento stagno. Abbiamo parlato e ascoltato tutti insieme”. Un messaggio di innovazione aperta e collaborativa che, coinvolgendo scuole superiori e università, imprese e centri di ricerca, intende dare corpo e rappresentanza alle spinte di imprenditorialità innovativa che ci sono nel Mezzogiorno d’Italia e possono rappresentare un fattore competitivo importante per la crescita economica di tutto il Paese.

La trasformazione digitale non è un processo confinato alle aree metropolitane o alle regioni più sviluppate del Nord. Anche il Mezzogiorno sta emergendo come un terreno fertile per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico e, questo scenario in evoluzione, non è solo la testimonianza di una resilienza territoriale, ma segna anche la prospettiva di un futuro in cui il divario digitale non sarà più un ostacolo, bensì un motore di cambiamento e crescita. “La percentuale di imprese campane con almeno un livello base di digitalizzazione è, secondo l’Istat, ancora inferiore alla media nazionale, ma le aziende della regione stanno recuperando terreno”, evidenzia Antonio Ferraioli. “Solo dal 2021 al 2022 la percentuale in Campania è aumentata del 13,3%, con un incremento superiore a quello italiano (9,6%)”.

C’è voglia e spazio di ripresa. E lo confermano anche le numerose startup innovative che stanno cambiando radicalmente il panorama imprenditoriale del Meridione (“Basti pensare che la regione Campania è al terzo posto in Italia per numero di start up innovative”, ricorda Ferraioli). Queste nuove imprese operano in vari settori: dall’agricoltura 4.0 all’intelligenza artificiale, dal software as a service (SaaS) alla robotica avanzata e dimostrano che il Sud è in grado di saper combinare tradizione e contemporaneità, dando vita a numerosi hub di innovazione. Questo scenario è sostenuto da politiche di investimento mirate e da un crescente interesse delle istituzioni per la doppia transizione, digitale ed ecologica (da inizio febbraio, ad esempio, si può accedere ai finanziamenti previsti da un investimento del Governo di 300 milioni di euro a favore di imprese che avviano progetti innovativi).

Dalle analisi svolte da SRM per il premio Best Practices per l’Innovazione arriva una sorpresa che è anche una indicazione di marcia: la quota di economia green che il Mezzogiorno produce è, relativamente all’Italia, nettamente superiore a quanto l’intera economia meridionale rappresenta rispetto a quella nazionale. In altri termini: il contributo specifico che il Sud è in grado di dare alla transizione ecologica è molto più significativo di quanto non sia accaduto fino a oggi. E può darlo proprio in termini di innovazione: il white paper del Premio Best Practices per l’Innovazione, che fotografa lo scenario economico e progetti tecnologici nel comparto greentech, rileva che il Mezzogiorno è caratterizzato da una importante presenza di startup del settore, la seconda dopo il Nord Ovest, che rappresenta ben un quarto del totale nazionale di questa categoria di nuove imprese. Ecco l’effetto virtuoso dell’incontro tra una tradizione nel primario e le tecnologie digitali in grado di dare nuove prospettive di crescita e di sviluppo a territori rimasti fuori dai percorsi di industrializzazione.

E adesso che è cominciato il percorso per la nuova edizione del Premio Best Practices per l’Innovazione, in programma a fine primavera, Antonio Ferraioli chiude citando il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta (che a sua volta ha citato Peter Drucker): “Conviene, a chi fa impresa, essere aperto all’innovazione, altrimenti è inutile fare impresa”

Nonostante le difficoltà ancora esistenti, il futuro dell’innovazione tecnologica nel Sud Italia appare quindi ricco di opportunità. La presenza di università e centri di ricerca all’avanguardia, insieme alla disponibilità di talenti giovani e motivati, costituisce una base solida per lo sviluppo futuro. Inoltre, la crescente attenzione dei fondi d’investimento verso le startup del Sud dimostra come vi sia un riconoscimento del valore delle idee e delle competenze presenti in questi territori. Infine, l’impegno delle istituzioni locali e nazionali nel promuovere l’innovazione tecnologica può rappresentare un ulteriore stimolo alla crescita. Il Sud ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo sempre più importante nell’economia digitale del Paese.

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