L’INTERVENto

Economia circolare: vantaggi e criticità dell’utilizzo delle varie forme di energia



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Dall’energia solare, eolica e idrica, che sono rinnovabili ma presentano limiti ambientali e logistici, ai combustibili fossili, ancora molto diffusi ma inquinanti, ecco un’analisi delle principali fonti di energia, con pro e contro. Serve un nuovo modello economico? La riflessione

Pubblicato il 10 giu 2025

Giuseppe Schettini

Professore ordinario di Campi elettromagnetici all’Università degli Studi Roma Tre



L’energia e le sue diverse forme
L'energia e le sue diverse forme

Le principali fonti di energia presentano vantaggi ma anche criticità. In questo testo apparso nel volume “Manifesto ISA. La Scienza al centro dello Stato. (AA.VV., Aracne Editrice), Giuseppe Schettini, docente all’Università Roma Tre, elenca le diverse fonti energetiche, le analizza e solleva interrogativi sulla necessità di un nuovo modello economico che riduca l’impatto ambientale.

Quale che sia la forma di energia che si voglia sfruttare, nel processo che serve a renderla disponibile si incontrano aspetti positivi, primo fra tutti l’effettiva possibilità di utilizzo della stessa, ed aspetti negativi, primo fra tutti l’impatto sull’ambiente.

Ecco una breve analisi critica delle varie fonti.

Energia solare

L’energia solare è disponibile ogni giorno e diffusa in tutto il mondo. Di per sé non inquina e non produce residui. È però una fonte non continua, non attiva di notte e quando è nuvoloso. Gli impianti costano non poco e per produrre buoni quantitativi di elettricità è necessario coprire grandi aree con pannelli solari, con riduzione del terreno da lasciare all’ambiente o all’agricoltura, o altro. E’ inoltre necessario ricorrere a sistemi di accumulo dell’energia che sono non sempre efficienti e hanno loro stessi impatto sull’ambiente.

Combustibili fossili

Carbone, petrolio e gas: sono le fonti più diffuse, sono quanto ci offre gratuitamente o quasi il Pianeta, facilmente utilizzabili, producono molta energia e possono essere trasportati, messi in magazzino e utilizzati quando servono. Non sono però rinnovabili, producono anidride solforosa, polveri, ossidi di azoto e anidride carbonica: tendono perciò a non essere fonti sostenibili e all’inquinamento dell’atmosfera.

Energia idrica

Acqua: l’energia dell’acqua è abbondante e pulita. Durante la notte, quando la domanda di energia è minore, l’acqua in alcuni impianti specializzati può essere pompata verso l’alto, per essere poi riutilizzata nei momenti in cui c’è più bisogno di energia. È disponibile solo dove esistono fiumi e bacini idrici naturali o artificiali. I bacini artificiali possono avere un significativo impatto ambientale, modificando l’equilibrio idrogeologico e gli ecosistemi.

Geotermia

Si tratta di una fonte inesauribile e poco inquinante, molto adatta per la produzione di energia termica. Però è disponibile solo in alcune zone che permettono l’utilizzo dell’energia geotermica.

Energia eolica

Vento: è inesauribile, non produce residui e non inquina. Solo alcune località sono adatte all’utilizzo dell’energia eolica, che necessita di ampie superfici, spesso sui crinali dei monti; i costi di realizzazione degli impianti sono ancora alti. Anche la soluzione di utilizzare ampie aree marine non convince, l’impatto sul paesaggio marino, sulle rotte delle navi, delle barche e del turismo nautico non è trascurabile. Ricordiamo poi che il mare raccoglie e, quando può, purifica, già molti degli scarti e rifiuti umani.

Altre forme di energia

Biomasse: sono rinnovabili, nel senso che si basano sull’uso dei rifiuti organici o degli scarti dell’agricoltura. Possono soddisfare solo in piccola parte i fabbisogni energetici.

Uranio: tramite la Fissione nucleare produce un’energia solo apparentemente pulita in quanto non comporta emissioni di gas serra. La disponibilità di uranio è molto grande. Permette lo sviluppo di centrali di grande potenza che producono energia a basso costo, però c’è un problema grave: la produzione di scorie radioattive pericolose e con tempi lunghissimi di attenuazione del problema.

Idrogeno: per la Fusione nucleare la situazione è molto diversa. Si tratta di una fonte molto meno impattante e pericolosa rispetto alla Fissione dell’uranio. Non è però ancora funzionante e richiede qualche decina di anni prima di poterlo diventare.

Per una idea dell’incremento del consumo annuale di energia fino al 2000 si può guardare, ad esempio, la figura 1.1 del libro di Sergio Carrà: “Le fonti di energia”, editore Il Mulino, pubblicato nel 2008. Si vede chiaramente un andamento che cresce accentuando l’inclinazione verso l’alto al passare del tempo.

L’impatto sull’ambiente delle risorse energetiche

Il carico ambientale che riversiamo sull’ambiente, in varie forme, dall’uso del territorio per opere civili, all’uso delle risorse energetiche, idriche o di altra natura, è elevato e crescente.

Nella nostra idea di sviluppo economico si assume poi quotidianamente, senza che se ne metta minimamente in dubbio l’idea, la necessità di avere una crescita continua del prodotto interno lordo, cioè la necessità di un aumento continuo della produzione di beni, con l’idea, positiva in sé ma negativa nelle conseguenze ambientali, che la crescita dell’economia sia l’unico modo in cui si possa dare lavoro stabile e di conseguenza disponibilità economiche, così importanti soprattutto per chi è povero, a più persone. Dicevo l’idea in sé è certamente positiva e rivolta al progresso umano e sociale, si scontra però con delle realtà che vengono quotidianamente negate.

Tali realtà sono proprio quelle cui si accennava prima, ovvero la necessità di consumo di risorse ambientali disponibili sul territorio, quali spazi per costruire, deviazioni di fiumi, scavo di materiali, ecc. oltre a quella, cui non si fa mai attenzione, della necessità di avere fonti di energia sempre maggiormente disponibili.

Qui emerge con forza la problematica relativa al fatto che, benché si parli spesso di concetti piuttosto ideali quali fonti sostenibili, come se esistesse la fonte meravigliosa dell’energia inesauribile e a costo ambientale nullo, in realtà così non è. Basta far riferimento ai casi che riteniamo comunemente di questo tipo e porre attenzione. Energia eolica: il vento è certamente generato dall’ambiente senza nostro intervento, ma le pale eoliche hanno un impatto sul territorio affatto trascurabile, se non altro di tipo visivo, ma anche acustico, e di uso del terreno. Energia solare: il sole è certamente una grandissima risorsa naturale, ma voi pensate che si possa usare fino all’infinito questa fonte? Dobbiamo coprire tutta la Terra di pannelli? Per non parlare dei problemi di parziale disponibilità temporali e e di necessità di utilizzo di accumulatori basati su tecnologie da impatto tutt’altro che trascurabile. E così via con le altre fonti.

Un nuovo modello di sfruttamento delle risorse energetiche?

Bene, il tema che vorrei porre ai colleghi economisti è il seguente: è possibile che non si possa passare ad un modello di economia che non sia basato sulla crescita infinita della necessità di risorse energetiche e ambientali? È possibile pensare a un modello economico in cui sia sufficiente pensare ad un prodotto interno lordo stabile, invece che continuamente crescente?

Quale supporto all’ambiente? Quale modello economico?

Non ho una proposta completa per quel che riguarda il modello economico, ma chiedo ai colleghi economisti di pensare a un nuovo modello che non sia così consumista, energivoro, competitivo, con così poca solidarietà come quello attuale.

Usare le nuove tecnologie in chiave non competitiva

Un tema che si affianca a questo, così legato all’energia, è quello che riguarda l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, della robotica e delle nuove tecnologie dell’informazione in pieno ambito lavorativo. Perché l’introduzione di queste tecnologie deve essere interpretata in forma solamente competitiva? È vero che, facendo uso di robot ci si aspetta di dover utilizzare di meno gli uomini nel processo produttivo, ma perché non sfruttare questa opportunità per distribuire almeno in parte fra i lavoratori, in particolare poveri, ma non solo, i benefici economici derivanti da questa forma di produzione?

Questo tipo di visione consentirebbe di recuperare, almeno in parte, la visione che negli anni ’70, all’inizio dello sviluppo delle tecnologie elettroniche, della comunicazione e informazione consentiva di pensare alla riduzione del tempo da dedicare al lavoro, con conseguente miglioramento della qualità della vita, riduzione dello stress, vita di miglior qualità, ecc.

Anche qui la necessità di un lavoro sul modello economico è evidente, così come non andrebbe dimenticato che la nostra economia è connessa in modo complesso con quelle di tanti paesi, dell’Unione Europea, dei grandi paesi capitalisti, etc.

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