Il 2025 passerà alla storia come l’anno segnato dalle politiche sui dazi commerciali degli Stati Uniti, il cui andamento instabile ha avuto impatti significativi sulle economie globali e minaccia di produrre conseguenze anche nel 2026, insieme alle crisi umanitarie intollerabili nel nostro secolo.
In questo contesto, relativamente al digitale, il 2025 si è rivelato un periodo di transizione e stabilità sia per le imprese sia per le amministrazioni pubbliche. Si registra una crescente consapevolezza riguardo all’importanza delle tecnologie come fattore imprescindibile per la competitività e per fronteggiare le grandi sfide del futuro, tra cui si distinguono la sostenibilità e la diminuzione della popolazione. Gli investimenti nel settore sono stati incentivati dalla sempre maggiore diffusione dell’Intelligenza Artificiale, che ha generato notevole entusiasmo. Nonostante ciò, il 2025 non ha rappresentato un vero anno di svolta, non rispondendo pienamente alle sollecitazioni contenute nel rapporto di Mario Draghi in materia di competitività europea, innovazione e tecnologie.
Il 2 dicembre discuteremo le prospettive dell’innovazione digitale italiana per il 2026, attraverso i risultati delle ricerche degli Osservatori Startup Thinking, Startup & Scaleup Hi-tech e Digital Transformation Academy che hanno coinvolto oltre 700 tra imprese e startup, al convegno aperto “Digital & Open Innovation 2026: cosa serve a imprese e startup per un cambio di passo“. (Nella foto un momento del co9nvegno dello scorso anno)

Ecco qualche anticipazione.
Indice degli argomenti
Prospettive dell’innovazione digitale italiana: in crescita, ma restano criticità nelle risorse
I budget ICT manterranno per il 2026 un lieve tasso di crescita, incoraggiante ma non ancora determinante; ciò suggerisce che anche nel 2026 persisterà un approccio prudente negli investimenti. Un contributo significativo alla crescita, per il terzo anno consecutivo, proviene dalle Piccole e Medie Imprese, presumibilmente sostenute dalle iniziative legate al PNRR. Tuttavia, la disponibilità di risorse economiche destinate all’innovazione emerge come la principale criticità nella digitalizzazione delle imprese, soprattutto in una fase storica in cui la consapevolezza dell’importanza del digitale non si traduce ancora pienamente in capacità economica disponibile.
Il ruolo centrale dell’AI
Sotto il profilo organizzativo e di governance dell’innovazione, l’Intelligenza Artificiale assume una funzione sempre più centrale, interpretata non semplicemente come risultato dell’innovazione, ma come autentico motore capace di accelerare, arricchire e qualificare il processo di generazione delle idee.
Integrare l’Open Innovation nella strategia
Anche lungo il percorso di Open Innovation, l’ecosistema italiano si trova in una fase di maturazione intermedia. Dopo diversi anni di sperimentazione, si rende ora necessario compiere un salto qualitativo: integrare l’Open Innovation nella strategia complessiva di innovazione e di business, adottando strumenti che consentano una misurazione continua dei risultati. Le organizzazioni dotate di sistemi di gestione dell’innovazione più avanzati e formalizzati ottengono, di fatto, benefici superiori tanto sul piano economico quanto sotto il profilo organizzativo. In occasione del convegno del 2 dicembre i risultati delle Ricerche degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano saranno coadiuvati dalle testimonianze di 35 speaker nazionali e internazionali d’eccezione, che racconteranno le proprie esperienze e best practice aziendali.
Insieme a loro capiremo come affrontare il 2026 e come mettere a disposizione le leve concrete per quel cambio di passo che auspichiamo da tempo per creare valore per il Paese: investimenti e risorse economiche, formazione inclusiva, consolidamento degli ecosistemi di innovazione.
Qui tutti i dettagli del programma della giornata: “Digital & Open Innovation 2026: cosa serve a imprese e startup per un cambio di passo”. Vi aspettiamo al Politecnico di Milano!







