Il 2025 è stato un anno eccezionale per Bending Spoons. Solo limitandosi agli ultimi due mesi ha completato:
- Un round di finanziamento da 270 milioni di dollari (che ha portato la valutazione della società a 11 miliardi!) complementato da 2,8 miliardi (!) di debito;
- L’acquisizione di AOL per 1,4 miliardi di dollari;
- L’acquisizione di Eventbrite per 500 milioni di dollari.
Eventi che, per il panorama tecnologico italiano, rientrano nella sfera delle eccezioni, non della normalità.
Indice degli argomenti
Bending Spoons: l’Europa celebra, l’Italia critica
Eppure, tutte le volte che Bending Spoons annuncia qualcosa, mentre il resto d’Europa la celebra, in Italia parte una gara a cercare quello che non va.
In passato abbiamo assistito alla discussione se Bending Spoons fosse una startup, se fosse italiana (essendo stata fondata a Copenaghen), se potesse essere considerata un unicorno. Successivamente, man mano che ha iniziato la serie di acquisizioni (Evernote, Meetup, Vimeo, …), l’occhio critico si è spostato sulle aziende target (brand importanti, però alcuni un po’ vintage) e sulle sue azioni (eventuali razionalizzazioni di personale post operazione).
Che cos’è Bending Spoons? Né startup, né private equity
Una chiacchierata con un paio di giornalisti che cercavano di analizzare l’acquisizione di Eventbrite mi ha aiutato a capire perché alla fine si fa fatica a comprendere cosa sia Bending Spoons. Di seguito le principali domande?
- “Come è possibile che venga comprata per 500 milioni di dollari un’azienda che era arrivata a valere 1,76 miliardi (al momento dell’IPO nel 2018) e che aveva raccolto 330 milioni da top investors come Sequoia Capital e Tiger Global Management?”
- “Che azienda è Bending Spoons dato che, a differenza delle startup, compra prodotti di terzi più che svilupparli, e che, a differenza delle private equity firms, acquisisce aziende per tenerle, con l’obiettivo di migliorarne i margini attraverso un mix di azioni che passano dal taglio dei costi al miglioramento del prodotto (introduzione di nuove features) e aumento dei prezzi?”
Disclaimer: non conosco direttamente Luca Ferrari e il team né ho dettagli dell’operazione. Quindi faccio una valutazione puramente da outsider.
Bending spoons e il focus sui venture zombie
Premesso che comprare startup è il modo con cui le startup della Silicon Valley crescono (la crescita organica è spesso troppo lenta per le investment timeline del Venture Capital), è più il tipo di aziende che vengono acquistate che caratterizza il modus operandi di Bending Spoon: “stalled software firms”. Ci sono altre imprese che agiscono in modo simile. Tra queste figurano Constellation Software, Lumine, Curious, Tiny, SaaS.group, Arising Ventures e Calm Capital.
Le aziende target sono imprese che lavorano in domini vicini a quelli del compratore (Lumine, per esempio, si concentra su cloud e media) in modo tale che si possano sviluppare sinergie industriali.
Ma la caratteristica principale è la focalizzazione sulle “venture zombie” companies.
Chi sono i venture zombie?
- Sono aziende che hanno ricevuto investimenti da venture capital.
- Non sono necessariamente aziende che vanno male.
- Sono aziende che però hanno traiettorie di crescita tali da non permettere exit importanti.
- E sono aziende che sono in giro da un po’ (10 anni in su).
Guardando al caso di Eventbrite si tratta di una azienda fondata nel 2006, che, post IPO, non è decollata. Il fatturato è rimasto flat a circa 325 milioni di dollari sia nel 2024 che nel 2023. L’ultimo valore delle vendite sui 12 mesi è di circa 295 milioni. Non è una cattiva azienda ma è una azienda – datata – che non cresce in modo impetuoso.
Per i VC in portafoglio (con tutte le approssimazioni del caso, visto che Eventbrite ha fatto una IPO nel 2018 e quindi, per i primi investitori, la exit può essere già avvenuta), è considerata uno “zombie”, ossia una azienda che non muore ma che non può ambire a valorizzazioni significative. Perché chi non cresce (con margini) vale poco (ne avevo parlato in un precedente articolo). E i fondi di VC, dopo 8-10 anni, devono di necessità uscire.
Questo spiega i multipli bassi dell’operazione (1,7x sulle trailing 12 months revenue e 1.5 sul capitale raccolto).
Un caso di successo per la digital economy italiana
Il fatto che compri aziende non significa che Bending Spoons non abbia competenze proprie e specifiche, come è stato detto. Tra i suoi asset c’è certamente la capacità di scegliere e successivamente ottimizzare applicazioni (confermata anche dalla capacità di raccogliere capitali per finanziare la strategia di acquisizioni).
È quindi, al momento, un caso straordinario di successo per il sistema tech italiano.
Il tempo ci dirà come evolverà.
Ad oggi – credo – ci sia semplicemente da essere contenti e compiaciuti che una realtà italiana sia capace di scalare rapidamente e sia un protagonista attiva a livello internazionale e in particolare sul mercato americano. Ci lamentiamo sempre del contrario …






