L'INTERVISTA

Bilancio 2018 Digital360: crescita del 57%. Rangone: “Adesso siamo una scaleup”

Il gruppo quotato all’AIM ha chiuso un anno importante, non solo per i numeri positivi del bilancio. “La strategia si sta orientando verso un modello ‘as a service’, che permette la scalabilità verso le piccole e medie imprese “, spiega il CEO. La novità dell’Engine e i servizi ricorrenti

Pubblicato il 29 Mar 2019

Andrea Rangone, fondatore e presidente di Digital360

“Fino a ieri ci sentivamo una startuppona. Adesso possiamo cominciare a considerarci una scaleup“. Andrea Rangone, CEO di Digital360, società quotata all’AIM dal giugno 2017, un team di 250 persone, editore del più grande network in Italia di testate online dedicate a tutti i temi dell’innovazione digitale (tra cui EconomyUp), commenta il bilancio 2018 appena presentato al mercato. Ricavi per 22,5 milioni in crescita del 57% (21% a livello organico), EBIDTA pari a 2,6 milioni. Una crescita importante in continuità con il ritmo avuto sin dall’inizio dell’impresa, che adesso è di fronte a una svolta importante.

Che cosa è successo nel 2018 a Digital360?

I numeri parlano chiaro. È stato un anno di crescita a doppia cifra, come del resto era successo con i bilanci precedenti. In più nel 2018 c’è stata la sapiente combinazione di due fattori determinanti. Digital360 è una startup che non ha preso soldi dal venture capital ma dal mercato, quotandosi all’AIM. Con questi capitali ha continuato nella politica di investimenti per la messa a punto dei nuovi servizi e di acquisizioni di società con asset complementari, cominciata prima del collocamento. Nel 2018 sono stati mescolati gli investimenti interni con gli asset acquisiti, arrivando alla messa a punto del nuovo modello di business.

Quindi dietro i numeri positivi del bilancio c’è anche un cambiamento strategico?

C’è un modello di business che guarda al futuro. Nel Gruppo operano due Business Unit: Demand Generation, che supporta i fornitori di innovazione digitale a farsi conoscere e entrare in contatto con nuovi clienti, e Advisory&Coaching, che si affianca alle imprese e pubbliche amministrazioni per aiutarle nel processo di trasformazione digitale. Entrambi stanno innovando profondamente i rispettivi mercati di riferimento.

Come lo stanno facendo?

Nella business unit Demand Generation nel 2018 abbiamo introdotto l’approccio definito Digital Marketing & Sales Engine, che integra gli asset editoriali e tecnologici del Gruppo per gestire end-to-end tutte le attività di marketing e lead generation online delle aziende.

Che cosa permette di fare l’Engine?

Genera un flusso continuativo di comunicazione integrando storytelling, SEO, digital PR, social sia sulle testate del network Digital360 sia sulle property delle aziende clienti. Ma soprattutto è in grado di generare contatti profilati e concrete opportunità di vendita, grazie alla marketing automation e a contenuti di qualità che richiedono una sottoscrizione, i cosiddetti “gated content”.

Come sta cambiando il modello di business?

Con l’Engine la strategia si sta orientando verso un modello “as a service”. Digital360, con il suo team multidiscipliare, diventa un partner strategico per le attività online di marketing e di lead generation delle aziende. Questa strategia punta a generare ricavi ricorrenti ma a anche a raggiungere i fornitori tecnologici di piccole e medie dimensioni che non possono avere all’interno tutte le risorse e le competenze necessarie per le attività di digital marketing e lead generation. Insomma, stiamo accelerando sull’innovazione per andare incontro a una domanda sempre più diffusa nel mercato della tecnologia al servizio della trasformazione digitale che è in crescita.

Come viene declinata questa strategia nell’altra business unit, Advisory&Coaching?

Tre sono le direzioni individuate per lo sviluppo della business unit. La prima è l’accelerazione nello sviluppo di  servizi a forte ingegnerizzazione su aree dove c’è grande domanda come Cybersecurity, Smart Working, GDPR o Industria4.0, domanda che può essere soddisfatta anche con progetti “su misura”. La seconda linea è il lancio dei primi servizi ricorrenti, per esempio abbiamo sperimentato il DPO as a service: il cliente sottoscrive un servizio di Data Protection Officer con tariffazione mensile. L’ultima direzione è il consolidamento delle figure chiave della business unit come esperti di riferimento per i principali trend della trasformazione digitale in corso.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 3