L'ANALISI

Fintech e sostenibilità: le startup Green & Social e i modelli di business

Fintech e sostenibilità convergono sempre di più. La startup Green & Social sono un quarto dell’universo fintech e hanno maggiore facilità di accesso ai capitali. Tre i principali modelli di business con focus sull’inclusione finanziaria e i comportamenti sostenibili

Pubblicato il 12 Mag 2021

Photo by Andrey Larin on Unsplash

Fintech e sostenibilità convergono sempre di più. L’attenzione alla sostenibilità è oramai diventata un requisito fondamentale per le aziende di tutte le industrie, finanziaria compresa. L’Europa mira ad affermarsi sempre più a livello mondiale come punto di riferimento nella sostenibilità.

Con l’obiettivo di rendere l’Europa “climate neutral” entro il 2050, la Commissione Europea ha recentemente adottato una serie di misure atte a consentire agli investitori di veicolare gli investimenti verso tecnologie e imprese più sostenibili, tra cui l’EU Taxonomy Climate Delegated Act, che punta a sostenere gli investimenti sostenibili chiarendo quali attività economiche contribuiscono maggiormente al rispetto degli obiettivi ambientali dell’UE, e la proposta di Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), al fine di migliorare il flusso di informazioni sulla sostenibilità nel mondo aziendale.

Insieme alla sostenibilità, l’innovazione tecnologica – il Fintech – è la spinta che da alcuni anni sta attraversando il settore finanziario. All’intersezione tra queste due forze dirompenti stanno nascendo modelli di business e offerte di startup che fanno della digitalizzazione e della sostenibilità i propri valori fondanti: le startup Fintech Green & Social.

Fintech e sostenibilità: le startup

Ma chi e quante sono queste startup? Quanti fondi raccolgono? E quali sono i loro modelli di business?

L’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano censisce regolarmente tutte le startup Fintech – Insurtech incluse – a livello mondiale. Nel 2020 le startup censite sono state 2541, capaci di raccogliere fondi per un totale di 55,3 miliardi di dollari.

Le startup Green & Social sono ben il 27%, attente ad almeno uno degli SDG (sustainable development goals) identificati dall’ONU. In particolare, il 18% si concentra su un singolo SDG, mentre il 9% su più di uno, interessandosi spesso trasversalmente sia a temi sociali che ambientali.

I temi più spesso al centro dell’attenzione di queste startup sono sociali, quali la riduzione delle diseguaglianze (rilevante per il 10% delle startup) ed il sostegno alla crescita economica (9%), seguiti da quelli ambientali, con la lotta al cambiamento climatico il maggiormente rilevante (4%).

Questo è un primo importante segnale della direzione che ci aspettiamo prenderà il dibattito nei prossimi mesi.

L’incidenza delle startup Fintech Green & Social nella più ampia innovazione Fintech è ben differente da continente a continente: in particolare, in Africa sono ben il 54% (ma è da notare che la numerosità assoluta delle startup è più limitata rispetto ad altri continenti), mostrando un forte legame con le specificità del territorio in cui operano, mentre sono il 40% nel continente asiatico, il 26% in quello europeo e il 22% in quello americano.

Accesso ai capitali, la sostenibilità paga

La sostenibilità paga, anche da un punto di vista di accesso ai capitali. I dati dell’Osservatorio mostrano che mentre le startup che non si dichiarano attente alla sostenibilità raccolgono in media 20,4 milioni di dollari di fondi, quelle che si dichiarano attente ne raccolgono 25,5 (il 25% in più).

Tale differenza è ancora più marcata in Africa, dove le startup attente alla sostenibilità raccolgono in media 5,9 volte i fondi di quelle non dichiaratesi attente, ed in Europa, dove i fondi medi delle startup attente sono il doppio. Questo fenomeno è tuttavia molto meno marcato in America, dove l’attenzione alla sostenibilità non sembra avere un impatto significativo sulla raccolta fondi.

Ma in quali modalità le startup Fintech Green & Social concretizzano la loro attenzione alla sostenibilità? La maggior parte di esse, il 22%, lo fa offrendo prodotti o servizi che impattano, direttamente o indirettamente, uno degli SDG. L’8% invece dichiara nel proprio statuto di essere votata alla sostenibilità, adottando best practices interne sia in ambito sociale che ambientale. Il 4% collabora invece con attori esterni attivi nel mondo della sostenibilità, mentre l’1% agisce in modo “indiretto”, ad esempio tramite donazioni.

Startup fintech Green & Social: i principali modelli di business

  • Microfinance models
  • Behaviour-based models
  • Sustainability data valorization models

Le startup che adottano microfinance models offrono servizi, o utilizzano canali, pensati per servire quella parte di popolazione non servita dal sistema finanziario tradizionale, massimizzando quindi l’inclusione finanziaria. Tra queste startup troviamo realtà che offrono micro-prestiti o micro-polizze assicurative, spesso tramite canali completamente digitali, oppure facendo leva sull’Open Finance: un caso molto interessante è AND Global, startup che offre, grazie al machine learning ed in modalità completamente digitale, un prestito personalizzato in base al comportamento individuale e alle esigenze finanziarie a lavoratori dipendenti, famiglie a basso reddito e microimprenditori, senza richiedere garanzie.

Le startup che adottano behaviour-based models offrono prodotti e servizi che includono incentivi per il consumatore ad adottare comportamenti sostenibili. Un esempio interessante è betterfly, startup che propone alle aziende una piattaforma per offrire ai propri impiegati polizze vita, premiandone i comportamenti salutari con la possibilità di fare donazioni per cause a loro care, dalla lotta al cambiamento climatico fino alla lotta alla povertà.

Le startup che infine adottano sustainability data valorization models operano per mettere a valore tutti i dati relativi alla sostenibilità che circolano nel sistema: alcune startup favoriscono la raccolta di questi dati, altre invece offrono modelli per calcolare ESG rating.

Un interessante esempio è Altilia, startup che fornisce ad aziende e banche una piattaforma per intelligent document processing basata su tecnologie di natural language understanding, capace di raccogliere e sistematizzare dati inerenti ai comportamenti ESG delle imprese. La piattaforma crea mappe di materialità da utilizzare come strumento di business strategico con implicazioni sulla responsabilità aziendale, sulla rendicontazione della sostenibilità, sulla valutazione dei rischi ESG e dell’impatto che questi hanno sulla sostenibilità sociale degli investimenti.

Oltre che nell’ambito dell’asset management, già ampiamente sottolineato, le tematiche ESG saranno sempre più importanti nell’ambito del merito creditizio, nei processi di lending, di affidamento, affinché le tematiche ambientali, sociali e di governance vengano sempre più frequentemente considerate e premiate in modo complementare al profilo finanziario e a quello operativo. Si osserveranno, quindi, le tre facce di un’azienda per valutarne l’esposizione al rischio secondo molteplici fattori di business, di catena di fornitura, di profilo finanziario e di sostenibilità.

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Laura Grassi
Laura Grassi

Direttrice dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano dove è titolare del corso in Investment Banking e dove svolge attività di ricerca e formazione su temi Fintech e di Corporate Governance. È inoltre Professoressa di Finanza presso il MIP Graduate school of business.

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