LA RICERCA

L’assicurazione che cambia: tecnologie, ESG e nuove competenze al centro, ma c’è un gap digitale



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Una ricerca di EY presentata a un evento di IIA e altri organismi di settore evidenzia i nuovi trend del mondo assicurativo e mette l’accento sulla carenza di competenze digitali: il 67% delle aziende ammette un gap significativo. Tutti i dettagli del report

Pubblicato il 25 set 2025



Digital skills Competenze digitali per le assicurazioni
Competenze digitali per le assicurazioni

Il settore assicurativo, sempre più digitalizzato, ha bisogno di nuove competenze, a fatica a trovarle. È uno degli elementi di maggior rilievo emersi nel corso dell’evento “Le nuove competenze nell’ecosistema insurtech e fintech italiano: un nuovo paradigma da indirizzare, che si è svolto il 18 settembre 2025, promosso e organizzato da Italian Insurtech Association (IIA), Assofintech, Italian Proptech Network e I.C.E. SDA Bocconi. Non solo: si è parlato dei trend del momento (al primo posto l’Embedded Insurance), del segmento a più alto potenziale, il NatCat (Natural Catastrophes), e dell’impatto dell’ESG sul settore.

L’iniziativa ha riunito i principali attori del panorama insurtech e fintech italiano, tra cui IVASS e ANIA, offrendo un confronto ad ampio raggio sulle sfide del settore.

Nel corso della giornata è stata presentata la ricerca di EYrealizzata con il supporto di Liferay, dal titolo Elementi trasformativi nel settore assicurativo: Tecnologie emergenti, ESG, nuove competenze. L’indagine ha confermato come, a due anni dal report IIA del 2023, il settore assicurativo non abbia ancora colmato il divario nelle competenze digitali e tecnologiche. Il 70% delle compagnie continua, infatti, a segnalare difficoltà nell’acquisizione di skill strategiche, che rischiano di rallentare l’adozione di strumenti innovativi e processi di trasformazione. Un dato che accresce la consapevolezza e l’urgenza di attrezzarsi per la transizione digitale. 

Vediamo insieme gli elementi salienti della ricerca EY.


I trend che ridefiniscono il mercato assicurativo

La ricerca 2025 di EY e Italian Insurtech Association mette in luce come il comparto assicurativo italiano stia vivendo una fase di rinnovamento senza precedenti. Tra i trend più rilevanti spicca l’Embedded Insurance, l’integrazione invisibile delle coperture all’interno dei processi d’acquisto digitali. Seguono la Parametric Insurance, apprezzata per trasparenza e rapidità dei rimborsi, e la Behavioural Insurance, che lega la polizza a comportamenti virtuosi dell’assicurato. Più marginale l’Instant Insurance, percepita come più rischiosa in assenza di solide basi predittive.
[Grafico tratto dal report – Trend emergenti]

1EMBEDDED/INVISIBLE INSURANCE
2PARAMETRIC INSURANCE
3BEHAVIOURAL INSURANCE
4OMNI-POLICY
5PAY-per-USE INSURANCE
6PREVENTIVE INSURANCE
7ON-DEMAND/INSTANT INSURANCE

Prodotti in crescita: dal climate risk al cyber

La ricerca individua nei NatCat (Natural Catastrophes) il segmento a più alto potenziale, indicato dall’81% dei rispondenti, in linea con l’intensificarsi degli eventi climatici e con la pressione normativa europea. Seguono le polizze legate al Cyber Risk e alle frodi digitali (58%), trainate dalla digitalizzazione e dall’aumento degli attacchi informatici. Promettente anche l’assicurazione salute legata a dispositivi wearable (54%). Se queste aree rappresentano il futuro, già oggi i NatCat dominano l’offerta (77%), mentre il cyber è incluso nel 50% dei portafogli. La salute avanzata e la mobilità rimangono invece nicchie ancora da esplorare.
[Grafico tratto dal report – Prodotti emergenti]


ESG: da obbligo a leva strategica

Il capitolo ESG mostra un settore diviso: il 39% delle compagnie pubblica un bilancio di sostenibilità per obbligo, mentre un ulteriore 15% lo fa volontariamente. Le difficoltà maggiori riguardano la continua evoluzione normativa (69%) e la mancanza di standardizzazione dei dati (46%). Nonostante queste criticità, l’ESG è sempre più percepito come opportunità: migliorare la reputazione, allinearsi alla Taxonomy Regulation e accedere a capitali sostenibili sono i driver principali. Tuttavia, il rischio di greenwashing resta alto: perdita di fiducia, sanzioni e difficoltà di accesso ai mercati sono tra i pericoli più citati.


Le competenze chiave del futuro

Il futuro dell’assicurazione sarà sempre più digitale. Non sorprende che l’88% degli operatori indichi le competenze digitali e tecnologiche come prioritarie, seguite da quelle commerciali (67%) e di change management (29%). AI e machine learning guidano la lista delle capacità più strategiche (83%), seguite da data analytics (75%) e automazione (50%).

Tuttavia, il 67% delle aziende ammette un gap significativo di competenze, colmabile soprattutto con formazione e upskilling interni (81%), ma anche con collaborazioni con startup, università e nuove assunzioni da settori più innovativi.
[Grafico tratto dal report – Competenze richieste]


Talenti difficili da attrarre e IA ambivalente

La sfida maggiore resta l’attrattività del settore: il 54% dei rispondenti segnala la difficoltà a convincere i talenti digitali a entrare nelle compagnie assicurative, mentre la concorrenza di Big Tech e fintech cattura i profili più qualificati. L’impatto dell’intelligenza artificiale sull’occupazione è visto come ambivalente: il 63% ritiene che trasformerà i ruoli più che distruggerli, ma una quota rilevante (20%) prevede riduzioni di posti tradizionali, soprattutto nel back office. Solo il 17% intravede nuove professioni come AI trainer o data ethicist.


Una trasformazione digitale responsabile

Negli ultimi tre anni la trasformazione digitale ha inciso soprattutto su customer service (71%) e canali distributivi (54%), migliorando la relazione con il cliente e la precisione attuariale. Le aziende misurano i progressi soprattutto tramite KPI operativi (75%) e metriche di customer satisfaction (46%). La direzione è chiara: il futuro del settore assicurativo sarà aumentato, adattativo e digitale, con processi predittivi e integrati, una governance dei dati etica e una crescente responsabilità sociale. Le compagnie che sapranno combinare innovazione tecnologica, cultura aziendale e sostenibilità saranno le protagoniste del nuovo ecosistema insurtech.
[Grafico tratto dal report – Ambiti della digital transformation]


L’impegno di IIA

In questa prospettiva si colloca l’impegno di IIA, che punta a far salire l’insurtech, entro il 2030, tra i cinque settori più attrattivi per i talenti nell’innovazione. Attualmente, infatti, il settore occupa soltanto la 14ª posizione tra le professioni innovative scelte dai giovani.

Sul fronte educativo, l’Associazione propone l’introduzione di un’ora strutturale di educazione finanziaria e assicurativa nelle scuole superiori, così da dotare tutti gli studenti delle conoscenze di base per scelte economiche consapevoli. Per chi desidera approfondire, IIA suggerisce la creazione di percorsi dedicati con moduli su innovazione e assicurazioni digitali, resi accessibili anche a chi proviene da contesti meno favoriti attraverso incentivi pubblici.

Per i giovani e i talenti in formazione, l’associazione punta su un roadshow universitario esteso non solo alle facoltà economiche, ma anche a quelle scientifiche e umanistiche, per avvicinare competenze diverse al settore. A questo si affianca l’attivazione di stage e tirocini qualificati in compagnie, broker e startup, capaci di creare un ponte reale tra formazione e lavoro.

Per i professionisti già attivi, IIA propone programmi di reskilling e formazione continua che includano moduli su intelligenza artificiale e competenze digitali avanzate, così da accompagnare la trasformazione in corso e non lasciare indietro le persone.

Infine, l’associazione sottolinea l’urgenza di produrre e diffondere a livello nazionale contenuti di qualità sull’educazione finanziaria e assicurativa, con il supporto delle istituzioni pubbliche, così da rafforzare l’attrattività del settore presso le nuove generazioni e rendere più competitivo l’intero ecosistema.

“La ricerca EY – ha dichiarato Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di Italian Insurtech Association – mostra chiaramente che, a distanza di due anni dal nostro report del 2023, il problema del gap di competenze non solo non si è risolto, ma rischia di ampliarsi perché la velocità dell’innovazione è superiore alla capacità di aggiornamento delle organizzazioni. Colmare questo divario è l’unica strada per rendere il settore competitivo a livello internazionale e capace di attrarre giovani talenti. È per questo che stiamo portando avanti proposte concrete, che partono dalla scuola e arrivano all’università, con l’obiettivo di costruire una nuova generazione di professionisti preparati ad affrontare le sfide dell’intelligenza artificiale, della sostenibilità e della trasformazione digitale”.

L’evento – che si è svolto nell’ambito di CTA – Call Tech Action, in partnership con SHARE e con il supporto di EY, InSalute Servizi, Toyota Insurance, Sara, Liferay, Sogesa, Humans.Tech e Prima – ha ribadito che la crescita sostenibile e la competitività del sistema Paese passano dal capitale umano. Le competenze non rappresentano più un semplice strumento di supporto, ma il paradigma da indirizzare per garantire un futuro solido e innovativo all’ecosistema insurtech e fintech italiano.

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