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Insurtech, ecco tre errori che le startup non devono compiere

Richars McCathron, esperto del settore, ha individuato quali sono i passi falsi che le società innovative del settore assicurativo devono evitare se vogliono sopravvivere in un ambiente dominato da realtà globali enormi, con radici profonde e brand riconosciuti

Pubblicato il 04 Apr 2018

Insurtech

L’insurtech (la tecnologia applicata all’industria delle assicurazioni) sta funzionando, ma ci vorrà ancora un po’ prima che le compagnie assicurative tradizionali soccombano sotto i colpi dell’innovazione. A sostenerlo è Richars L. McCathron, head of insurance di Hippo – tra le startup insurtech americane più promettenti – che di recente ha pubblicato un articolo sul sito Insurance Innovation Reporter, spiegando il perché di questa affermazione. Ma soprattutto mostrando quali sono i tre più grossi errori che le startup del settore stanno compiendo. L’esperto ha individuato almeno tre mosse che le startup insurtech non dovrebbero fare se vogliono sopravvivere in un ambiente dominato da realtà globali enormi, con radici profonde e riconosciuti. Ecco quali sono.

Scarse informazioni alla sottoscrizione
Nel settore assicurativo, il processo di onboarding tradizionale ha bisogno di miglioramenti. Nel tentativo di semplificare i processi per fornire preventivi e impegnare il cliente, le aziende insurtech spesso eliminano le domande di sottoscrizione necessarie per valutare correttamente i potenziali rischi. Di conseguenza, le nuove imprese non ottengono i dati di cui hanno bisogno. Sbagliato.

Prezzi bassi
Le compagnie di insurtech possono contare su costi bassi per attrarre un numero sufficiente di clienti per impressionare gli investitori, ma non si rendono conto che i premi devono essere in grado di fornire profitti a lungo termine e assicurare la redditività delle loro società. Per la sostenibilità nel tempo servono analisi approfondite delle caratteristiche di rischio individuali al fine di creare un prodotto con un prezzo costante e che possa realisticamente coprire le perdite, altrimenti il pericolo è che ci sia una crescita sproporzionata rispetto al fondo che protegge sia i loro clienti che se stessi.

Claim automatizzati
Per prima cosa, può portare a un aumento delle frodi. Le liquidazioni per sinistri fatte in sessanta o novanta secondi non lasciano tempo sufficiente per un’adeguata ricerca o valutazione. E poiché un robot, un droide o un’altra macchina non possono essere programmati per identificare alcuni aspetti della frode, questo processo è destinato a essere utilizzato in modo improprio.

L’automazione del processo di reclamo elimina anche l’interazione umana. ‘Per me e i miei colleghi, che lavoriamo nelle assicurazioni casa – dice McCathron – e proteggiamo il più grande investimento fatto dalla maggior parte degli americani, questa è una supervisione importante. Quando la tua casa è appena bruciata o i tuoi cimeli di famiglia sono stati rubati, non vuoi parlare con un computer che ti chiede di premere numeri diversi.

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