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Fintech, perché una startup italiana nasce a Malta e viene poi comprata da una società californiana

GreenAddress ha sviluppato un portafogli elettronico per la gestione delle transazioni con Bitcoin. Ha dovuto prendere la sede all’estero perché da noi non ci sono regole chiare sulla blockchain. Ed è stata adesso acquisita da Blockstream, di cui potenzierà il team

Pubblicato il 10 Ago 2016

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L’innovazione Made in Italy piazza un colpo, e lo fa in un settore che non ti aspetti: i bitcoin. Blockstream società americana che realizza soluzioni innovative in ambito di bitcoin e blockchain ha acquistato GreenAddress, startup fornitrice di portafogli virtuali per la gestione della critpomoneta, fondata dall’italiano Lawrence Nahum. La notizia circola da quando è uscita una nota sul blog della società californiana, scritta dal fondatore di Blockstream Adam Back.

Secondo i termini dell’accordo, di cui non sono state rese note le cifre, un team composto da tre sviluppatori continuerà a lavorare per GreenAddress, così come lo stesso Lawrence che ricoprirà però il ruolo di Senior Architect. «Blockstream non avrà bisogno soltanto di sviluppare una serie di funzionalità – ha detto Nahum al sito CoinDesk – ma svilupperà una vera interfaccia, un portafogli. Tutti i clienti di Blockstream avranno una nuova soluzione integrata per gestire le transazioni con i bitcoin».

La storia di GreenAddress presenta però anche qualche nota dolente per il fintech in Italia. Si tratta di una una startup fornitrice di wallet, ovvero le “chiavi” private e personali necessarie per muovere i Bitcoin in proprio possesso. È stata fondata da Nahum dopo un decennio trascorso a Londra a lavorare per importanti gruppi che gestiscono finanza complessa. Quando ha scoperto Bitcoin, il giovane ha lasciato tutto per sviluppare la soluzione che aveva in mente.

«L’ambiente normativo e fiscale italiano non permetteva però la nascita di una startup di questo tipo in territorio italiano, perciò la sede prescelta è stata Malta, dove già esiste un quadro regolatorio relativo ai Bitcoin analogo a quello della Gran Bretagna. Anzi possiamo anticipare che entro la fine dell’anno ci trasferiremo nel Regno Unito» raccontava in una recente intervista a EconomyUp Giacomo Zucco, head business developer di GreenAddress, 31 anni, nato a Milano, laureato in fisica teorica, un passato lavorativo in Accenture.

Cosa fa in concreto GreenAddress? Lo spiega bene ancora Giacomo Zucco: «Per muovere i Bitcoin – spiega Giacomo Zucco – le persone devono conservare le proprie chiavi. Prima venivano tenute in un file sul computer locale, ma potevano sorgere problemi in caso di cancellazione del file. In alternativa sono nati i wallet online: mi iscrivo a un sito e loro tengono il mio wallet, ma questo porta con se problemi legati alla sicurezza. GreenAddress è soluzione avanzata per cui è sufficiente una lunga frase mnemonica, ovvero facile da ricordare, in inglese, per accedere ai propri indirizzi Bitcoin da tutti i dispositivi su qualsiasi sistema operativo. Ha gli stessi vantaggi di portabilità di un wallet online ma la stessa sicurezza di un wallet conservato su un file».

Una tecnologia che ha convinto l’azienda americana – che quest’anno ha già raccolto due round di investimenti per un ammontare totale di 76 milioni di dollari – ad inglobare nel proprio organico il team di GreenAddress, con l’obiettivo sia di continuare a sviluppare la tecniche innovative create da Nahum e soci, sia di potenziare quella di Blockstream basata sulla realizzazione di soluzioni complementari alla blockchain.

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