A due anni dall’annuncio arriva buddybank, il tentativo d’innovazione di Unicredit

Nel febbraio 2016 veniva presentata come una startup interna da cui sarebbe dovuta nascere una nuova banca. Adesso è un nuovo conto corrente solo per iPhone a cui sono collegati alcuni servizi come la prenotazione di un hotel o di un viaggio. Le difficoltà di trasformazione digitale all’interno degli istituti di credito

Pubblicato il 30 Gen 2018

buddybank

A due anni dall’annuncio arriva sul mercato buddybank, definito da Unicredit il “primo modello di banca digitale e conversazionale” solo perché funziona su mobile (non è certo la prima) e offre un call center disponibile 24 ore al giorno, per esigenze finanziarie ma anche per prenotare un volo o un hotel (ma questo è quello di una società inglese di nome Quintessentially)

BuddyBank, il salto di UniCredit verso la banca del futuro

Innovare non è facile. E la trasformazione in una grande banca non significa solo nuovi processi o prodotti ad alto contenuto tecnologico ma anche dolorosi tagli del personale (oltre 9000 dal 2014 in Unicredit). Anche per questo fare una startup interna è davvero un’impresa. È stato un parto lungo e faticoso quello di buddybank, cominciato nel 2015, in un’altra era dell’istituto di credito di piazza Gae Aulenti. A febbraio 2016 il founder Angelo D’Alessandro presenta con una grande capacità narrativa il suo ambizioso progetto: “creare una nuova banca dentro una “vecchia” banca”. Ovviamente pensa ai millennial e a chi usa lo smartphone per vivere. E descrive uno scenario innovativo dove sarà possibile dal nuovo “sportello digitale” prenotare Uber o la maratone di New York, grazie anche a un servizio di congierge dedicato. A partire dal 2017, dicono.

Ma D’Alessandro è un manager di Unicredit e parlare di una nuova banca dentro una vecchia banca non lo aiuta molto nelle relazioni interne. Mentre i lavori fervono al vertice cambia tutto: esce Federico Ghizzoni e arriva come capo azienda il francese Jean-Pierre Mustier. Tutto si congela e non mancano gli antipatizzanti che vedono in buddybank un potenziale concorrente interna della “banca vecchia”, che è ancora quella che conta. Il progetto sembra dimenticato, ma il mondo va avanti, il mercato dei servizi finanziari viene attraversato dall’onda dirompente del fintech. E messi a posto i piani alti qualcosa bisognava fare. Così è tornato il momento di buddybank ma in versione, diciamo, più mansueta: un’app solo per iPhone perché “noi amiamo Apple per la purezza, la bellezza e ls sicurezza”, argomenta D’Alessandro a Techcrunch a cui dice anche che “Banking is really, really boring. The mission is to transform banking into something cool”. Da vecchia a noiosa è diventata la banca da trasformare.

È il tentativo di Unicredit di far diventare la banca non solo più semplice ma anche più divertente, dice Techcrunch. Vedremo come sarà accolto da millenials e digital people. Ma soprattutto se e come funzionerà da acceleratore dei processi interni di trasformazione dell’istituto di credito, che è ancora alle prese con una nuova cura dimagrante. Dal mercato arrivano segnali inequivocabili di probabili terremoti. L’ultimo è tutto in quella licenza bancaria richiesta e ottenuto da Facebook.

Facebook ha una licenza bancaria. Ora potrebbe offrire prestiti a 2 miliardi di utenti

Nel settore, di fronte all’ingresso di numersi velociraptor dell’innovazione, si domandano se i player tradizionali potranno mai restare competitivi continuando ad agire solo sulla leva dei costi. Perché oltre un certo limito la dieta estrema ti porta alla debilitazione. Possono farcela solo la startup, anche sono interne. Ma non solo soltanto un’app divertente e cool.

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Giovanni Iozzia
Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.

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