OPEN INNOVATION

Credem decide di investire sulle startup e lancia il suo corporate venture capital

Non è un vero e proprio fondo di corporate venture capital quello di Credem, ma un processo approvato dal Consiglio di Amministrazione a cui è stato assegnato un budget di alcuni milioni. Gli investimenti saranno soprattutto early stage e pre-seed. Il veicolo di perfezionamento delle operazioni sarà Credemtel

Pubblicato il 06 Apr 2021

Palazzo Trivelli, sede di Credem a Reggio Emilia

Non è tecnicamente un fondo di corporate venture capital, ma la via emiliana all’open innovation. Credem, la banca di Reggio Emilio che nella famiglia Maramotti il suo azionista di maggioranza, ha deciso di investire direttamente sulle startup ma senza costituire un vero e proprio fondo di corporate venture capital, ma mettendo a disposizione un “plafond di alcuni milioni” (non è dato sapere quanti…) per le attività di investimento collegate all’open innovation.

Il corporate venture capital di Credem

Credem, che è quotata in Borsa e ha 6mila dipendenti, ha quindi deciso di investire sulle startup facendo venture capital ma senza costituire un fondo. Il Consiglio d’Amministrazione ha approvato un processo, studiato in collaborazione con Gellify, e un budget di alcuni milioni da usare per finanziare le startup che saranno selezionate più adatte allo sviluppo del business della banca.

Le opportunità di investimento saranno selezionate, in coerenza con le priorità industriali della banca, da un investment team coordinato dalla Unit Innovazione del Gruppo e saranno valutate da un comitato investimenti appositamente composto da membri del management e del board del Gruppo, avvalendosi di volta in volta di advisor specializzati del settore.

Il corporate venture capital di Credem sarà gestito in collaborazione con Credemtel, società del gruppo specializzata in servizi digitali per le imprese, che opererà da veicolo per il perfezionamento delle operazioni: investirà in partecipazioni al capitale di start-up o fintech con finalità industriali e funzionali all’accelerazione del modello di open innovation, ad esempio nell’ambito dell’instant lending e del wealth management o nel settore della sicurezza informatica della supply chain.

Piergiorgio Grossi , Chief Innovation Officer, Credem

Credem e le startup

“Il Corporate Venture Capital è nato come punto di passaggio importante ma naturale del processo di open innovation nel Gruppo. Abbiamo iniziato a frequentare il mondo delle startup per uno scambio di esperienze e per ispirazione”, spiega Piergiorgio Grossi , Chief Innovation Officer di Credem da fine 2018.“Siamo poi passati a partecipare a programmi di scouting, accelerazione e incubazione con chi ha importanti competenze sul tema fino ad iniziare a lavorare con le startup su diverse progettualità di innovazione. È venuto quindi naturale pensare all’opportunità, in alcuni casi, di partecipare all’impresa investendo nella startup stessa

“Le startup a volte sono enzimi, a volte benzina”, ama dire Grossi. Dopo la fase di…startup, visto che in banca la funzione Innovazione non esisteva, il 2020 è stato un anno anomalo per le emergenze tecnologiche dettate dalla pandemia (smartworking, assistenza a distanza della clientela) e adesso il percorso di innovazione dell’istituto di credito va avanti con un test di corporate venture capital.

Credem è una banca particolarmente legata al territorio. Nel 2019 ha organizzato una festa dell’open innovation, aperta alla città, e adesso  ed è impegnaya è impegnata nella realizzazione di un Parco dell’Innovazioone nell’area ex Officine Reggiane, un polo europeo scientifico-tecnologico e umanistico al servizio delle imprese e della ricerca.

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