TECNOLOGIA SOLIDALE

Emergenza energetica, la fine dell’era dello spreco e il ruolo della tecnologia

L’emergenza energetica può essere una maestra severa ma rigorosa per imparare a usare al meglio le abbondanti e inedite possibilità che la tecnologia offre

Pubblicato il 09 Set 2022

Photo by Samuel-Elias Nadler on Unsplash

Il 23 agosto, il presidente francese Emmanuel Macron per dire ai francesi che i prossimi mesi sarebbero stati difficili, ha evocato “la fine dell’abbondanza”, a proposito di denaro, prodotti tecnologici, materie prime, acqua.

In Italia, in questi giorni il ministro Cingolani ha presentato il piano nazionale di contenimento dei consumi di gas.
In Europa, la Commissione elabora un piano, sempre per ridurre i consumi di energia e limitare l’impatto negativo su cittadini e imprese.

Da settimane numerosi sono stati post e articoli dedicati ai consigli per risparmiare sulla bolletta di casa. Eccone due esempi, da Avvenire al Sole 24 ore.

Ci dobbiamo quindi rassegnare alla “fine dell’abbondanza” oppure è più corretto dire che siamo alla fine dell’era dello spreco? Sia chiaro, non sto alludendo alla decrescita felice, perché questa è una posizione culturale che non mi appartiene. Non mi appartiene per tanti motivi, a partire dal fatto che predispone a non stimare le tante possibili occasioni di sviluppo positivo che questa straordinaria era digitale porta in sé.

Con fine dell’era dello spreco, mi riferisco alla fine dei consumi scriteriati di energia e di risorse naturali in famiglia; alla fine dello spreco (nel senso del mancato utilizzo) delle risorse energetiche naturali presenti nel nostro Paese, a partire dai giacimenti di gas dei nostri mari; alla fine dello spreco di tempo da parte di chi amministra la cosa pubblica, per cui siamo ancora in attesa dei decreti attuativi per dare il via alle comunità energetiche, le quali sono una risposta strutturale al problema della dipendenza energetica, che coinvolge e responsabilizza i cittadini e che genera risparmi di emissioni e in bolletta e ricavi dalla vendita della energia autoprodotta in eccesso.

Attenzione. Non mi sfugge il fatto che questa crisi energetica rischia di far saltare un pezzo rilevante del nostro sistema produttivo. Grandi, media e piccole imprese, in tutti i settori, non sono in grado di reggere l’impennata delle bollette e il conseguente sproporzionato aumento dei costi, che viene dopo due anni e mezzo di enormi difficoltà a causa del Covid e delle connesse restrizioni. È chiaro che governo Draghi e Unione europea devono intervenire subito, con misure tampone e interventi strategici, anche in questo caso smettendo di sprecare tempo.

Tuttavia, se vista come introduzione alla fine dello spreco, allora questa crisi energetica può essere una maestra severa ma rigorosa per imparare a usare al meglio le abbondanti e inedite possibilità che la tecnologia ci offre, anche in questo ambito, mettendo le persone in una posizione attiva e non di passiva rassegnazione.

Naturalmente, ciò è possibile se affrontiamo le circostanze con la postura giusta, evitando il lamento e abbracciando il cambiamento, consapevoli che nella vita ogni avvenimento, bello o brutto, ci insegna qualcosa, se siamo capaci di coglierlo. Come dice Solone in un frammento scritto alla veneranda età di ottant’anni: “Invecchio, imparando ogni giorno molte cose”.

Mai era fu più propizia di questa per fare nostro questo atteggiamento di apertura positiva al reale. Non sprechiamo l’occasione

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Antonio Palmieri
Antonio Palmieri

Antonio Palmieri, fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido. Sposato, due figli, milanese, interista. Dal 1988 si occupa di comunicazione, comunicazione politica, formazione, innovazione digitale e sociale. Già deputato di Forza Italia

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