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Ecava, alleanza UE: cosa prevede per la guida autonoma e connessa



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La Commissione europea ha lanciato l’European Connected and Autonomous Vehicles Alliance (Ecava), alleanza paneuropea dedicata allo sviluppo congiunto di software, hardware e modelli AI per la guida autonoma e connessa. Gli obiettivi e lo sviluppo nei prossimi anni

Pubblicato il 16 ott 2025



Ecava, alleanza UE per l’automotive
Ecava, alleanza UE per l'automotive

L’Europa cerca di organizzarsi per aiutare l’industria automobilistica a restare competitiva, tenendo il passo con gli avanzamenti tecnologici in fatto di guida autonoma e connessa e raggiungendo i propri scopi grazie a una più stretta collaborazione tra tutte le parti in causa.

Per questi scopi, a settembre 2025 la Commissione europea ha annunciato ufficialmente il lancio dell’European Connected and Autonomous Vehicles Alliance (Ecava), alleanza paneuropea dedicata allo sviluppo congiunto di software, hardware e modelli di intelligenza artificiale per la guida autonoma. Sono state così gettate le basi per una piattaforma di collaborazione che punta a consolidare la leadership europea nel settore. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Gli obiettivi dell’European Connected and Autonomous Vehicles Alliance (Ecava)

La Commissione Europea ha compiuto un nuovo passo nella strategia per il rilancio del settore automotive. Dopo averne annunciato la creazione nell’Industrial Action Plan for the European Automotive Sector dello scorso marzo, Bruxelles ha ufficializzato l’avvio della European Connected and Autonomous Vehicle Alliance (ECAVA), pubblicandone i Termini di riferimento a settembre 2025 e aprendo le candidature per i soggetti interessati a partecipare.

L’iniziativa nasce in un momento cruciale: i prossimi tre anni saranno determinanti per la sopravvivenza e la competitività dell’automotive europeo, chiamato a recuperare terreno sul fronte dell’innovazione digitale e della guida autonoma. Negli ultimi mesi si è registrata una maggiore propensione alla collaborazione tra costruttori, fornitori tecnologici e istituzioni, anche grazie ai progetti europei finanziati nell’ambito della partnership CCAM (Connected, Cooperative and Automated Mobility).

Un livello di cooperazione che, secondo la Commissione, sarebbe stato impensabile fino a pochi anni fa. Ma non basta. “Serve più ambizione per riconquistare la leadership tecnologica”, sottolinea Bruxelles, invitando l’ecosistema industriale europeo – insieme agli Stati membri – a investire con decisione su nuove piattaforme digitali e modelli di veicolo software-defined. L’obiettivo è fare di queste collaborazioni un modello anche per altri ambiti strategici, come l’intelligenza artificiale, la condivisione dei dati e la guida autonoma.

ECAVA si propone come un forum agile e a guida industriale per favorire il confronto e fornire indirizzi strategici sullo sviluppo tecnologico e sulle partnership tra i diversi attori del comparto, con uno sguardo rivolto tanto al mercato europeo quanto a quello globale.

Le imprese e le organizzazioni interessate possono presentare la propria candidatura attraverso la call pubblica disponibile sul portale “Shaping Europe’s Digital Future” della Commissione Europea.

Il contesto: il Piano d’Azione per l’industria UE

Come già anticipato, l’iniziativa si inserisce nel Piano d’Azione per l’industria automobilistica europea, presentato dalla Commissione Europea nel marzo 2025 con l’obiettivo di rafforzare la competitività del settore e accelerare la transizione verso una mobilità più sostenibile e digitale. Il pacchetto prevede interventi su più fronti: dalla revisione delle norme sulle emissioni di CO₂ agli incentivi per il rinnovo delle flotte aziendali, fino alla semplificazione delle procedure amministrative per i veicoli commerciali e leggeri.

Tra le novità più attese figura proprio la nascita dell’European Connected and Autonomous Vehicle Alliance (ECAVA), pensata per favorire la collaborazione tra costruttori, fornitori e istituzioni europee nel campo dei veicoli connessi e autonomi. L’Unione prevede di avviare un progetto pilota tra il 2026 e il 2027, focalizzato sui veicoli basati su software e intelligenza artificiale, un comparto che – secondo le stime di Bruxelles – potrebbe generare fino a 400 miliardi di euro di valore entro il 2035.

Perché l’Europa è in ritardo sull’automotive

L’European Connected and Autonomous Vehicle Alliance punta a colmare il ritardo europeo sull’automotive rispetto a Stati Uniti e Cina. Ritardo che deriva da una combinazione di fattori strutturali e strategici.

Manca una massa critica di investimenti sull’elettrico e sul software-defined vehicle, mentre oltreoceano Tesla e i nuovi player cinesi come BYD o NIO hanno già consolidato ecosistemi industriali integrati.

Le case europee scontano una transizione più lenta, ancora ancorata ai modelli produttivi tradizionali e a una forte frammentazione normativa tra Paesi. A ciò si aggiunge la scarsità di semiconduttori e batterie prodotte in Europa, che rende il continente dipendente dalle supply chain asiatiche.

Anche sul fronte della guida autonoma e dell’AI applicata ai veicoli, l’Europa paga un ritardo nella sperimentazione e nella condivisione dei dati. Il risultato è un gap crescente di competitività: mentre USA e Cina investono su piattaforme software e infrastrutture digitali, l’Europa è ancora impegnata a definire regole comuni. Il rischio è quello di restare “follower tecnologico” in un settore che sta ridisegnando l’intera economia industriale.

L’appello di Ursula von der Leyen

A ricordare all’Italia l’importanza dell’European Connected and Autonomous Vehicle Alliance è stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in occasione dell’a’Italian Tech Week del 3 ottobre 2025. Il settore automobilistico, ha detto dal palco dell’evento, “sta attraversando profonde trasformazioni, una delle quali è legata all’intelligenza artificiale. Le automobili a guida autonoma sono già una realtà negli Stati Uniti e in Cina. Dovrebbe essere la stessa cosa in Europa. Con l’ausilio dell’intelligenza artificiale a bordo è possibile ridurre la congestione del traffico, collegare i quartieri periferici ai trasporti pubblici e aumentare la sicurezza sulle strade. Perché non creare una rete di città europee in cui far circolare le prime auto a guida autonoma? Una coalizione di 60 sindaci italiani ha già espresso interesse in questo senso. Rendiamolo possibile”.

La coalizione dei sindaci chiamati in causa ha prontamente risposto all’appello: “Noi ci siamo, siamo pronti a partire con la sperimentazione, ma servono regole comuni a livello europeo per sviluppare un ecosistema autonomo in grado di competere con i Big made in Usa e made in China che sono molto più avanti di noi”.

Le sfide che restano sul tavolo

  • Regolamentazione insufficiente: il codice della strada italiano non è ancora aggiornato per le auto autonome, e molte regole UE saranno introdotte “a rilento”. Dal settembre 2025 sarà consentito viaggiare “senza mani” con ADAS, ma i livelli di autonomia completi sono ancora lontani.
  • Sicurezza e fiducia del consumatore: incidenti dovrebbero ridursi grazie a IA avanzate, ma resta la diffidenza verso veicoli senza conducente umano.
  • Cybersecurity e impatti occupazionali: la diffusione del driverless porterà sfide legate alla protezione informatica dei veicoli e potenziali ripercussioni sulle professioni tradizionali dell’automotive.

Per colmare questo divario, l’Europa dovrà passare rapidamente dalla fase regolatoria a quella operativa, sostenendo con decisione ricerca, produzione e innovazione digitale lungo tutta la filiera. L’alleanza ECAVA rappresenta un primo passo in questa direzione: creare un fronte comune tra industria, istituzioni e ricerca per riconquistare una leadership oggi contesa da Stati Uniti e Cina. Ma serviranno scelte coraggiose, investimenti coordinati e una visione industriale di lungo periodo. Solo così il continente potrà tornare protagonista della nuova mobilità connessa e autonoma, trasformando il ritardo accumulato in un’occasione per ridefinire il modello europeo dell’automotive.

(Nota di trasparenzaQuesto articolo è stato sviluppato in collaborazione con l’intelligenza artificiale per ampliare le capacità dell’autore nel reperire fonti, analizzarle e organizzarle. L’AI ha affiancato, senza mai sostituirle, le scelte creative e argomentative, che restano pienamente umane).

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