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Auto on demand: il futuro di Alfa Romeo è nella produzione su richiesta

Alfa Romeo passa a un modello di business basato su una produzione di auto on demand, in base alla richiesta dei clienti: dal 2023 interesserà l’80% della produzione. Il CEO Imparato: “Nessuna macchina deve restare più di 90 giorni nei parcheggi”

Pubblicato il 21 Ott 2021

Alfa Romeo auto on demand

Il futuro di Alfa Romeo è nell’auto on demand. Il marchio guidato da Jean Philippe Imparato passa a un modello di business basato su una produzione “su misura” in base alla richiesta dei clienti.

“Il nuovo modello sarà “built to order” per almeno l’80%” ha spiegato il CEO di Alfa Romeo, “Produrremo le auto solo se abbiamo il cliente finale. A inizio 2021 eravamo al 38%, passeremo all’80% nel 2023. Questo consentirà una migliore gestione dei costi a noi e ai concessionari per evitare sprechi. Non dobbiamo produrre auto che non hanno clienti perché gli stock sono un cancro, nessuna macchina deve restare più di 90 giorni nei parcheggi. La sfida è di fare un controllo molto preciso della produzione”.

Alfa Romeo, perché il nuovo business model è l’on demand

La rivoluzione di Alfa Romeo parte dalla rete di vendita, che vedrà trasformare i concessionari in “commissionari”: in contrasto con il modello classico, dove i dealer acquistano le auto direttamente dal costruttore, anticipando i soldi e scommettendo sulla capacità di rivenderle, il dealer-commissionario venderà le auto per conto del Costruttore, guadagnando una commissione per ogni contratto sottoscritto.

Un totale cambio di paradigma che consentirà alla casa automobilistica di controllare direttamente il prezzo di vendita, e al dealer di non immobilizzare capitali in stock di vetture. Eliminando la produzione di auto in eccesso, la nuova strategia permetterà di evitare che lo stock invenduto impatti negativamente sui prezzi – e quindi sui ricavi.

L’approccio on demand arriverà a coprire l’80% della produzione. Alla base il concetto è quello di adeguare le fabbriche al livello della domanda.

Secondo Imparato, il nuovo modello non impatterà tuttavia negativamente sugli stabilimenti, in quanto “è normale fare auto se si hanno i clienti. Si può decidere in base alla destinazione geografica, producendo ad esempio prima le auto che andranno negli Usa e in Giappone che hanno tempi di logistica più lunghi. La vita delle fabbriche non cambia, ma c’è più controllo sulla produzione e nella logistica”.

Oltre ad Alfa Romeo, il nuovo approccio interesserà i marchi di Stellantis Lancia e DS.

Auto on demand: la soluzione al chip shortage?

Quello della produzione di vetture on demand può essere letto come uno dei tentativi della filiera automotive di ripensare il business riadattandosi all’attuale chip shortage -la carenza di microprocessori- che ha segnato una battuta d’arresto nella produzione a livello globale.

“Chip shortage”, che cos’è e quali effetti provoca la carenza di microchip

Ristrutturare la produzione sulla base degli ordini su misura del cliente potrebbe essere una risposta, giustificando l’allungamento dei tempi di consegna con il valore aggiunto di un prodotto personalizzato.

Il nuovo sistema di gestione degli stock di produzione è entrato in azione da qualche mese, e sembra mostrare segnali promettenti: nel primo semestre 2021 il Gruppo Stellantis è tornato a generare profitto e, stando alle dichiarazioni del top management, il marchio Alfa Romeo ha contribuito positivamente nonostante la contrazione delle vendite in valore assoluto.

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