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Terre rare, l’innovazione entra in miniera: che cos’è il mining tech, gli investimenti e le startup



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Investimenti in AI esplosi con l’Australia in testa, dimensioni dei round in crescita così come le acquisizioni. La geopolitica delle terre rare alza uno tsunami di innovazione sull’industria mineraria

Pubblicato il 28 ott 2025

Marco Marinucci

Imprenditore e business angel



tech mining

L’attenzione globale sulle terre rare accende i riflettori sull’industria mineraria. Negli Stati Uniti si parla di perfect storm (tempesta perfetta) per descrivere una combinazione di fattori che, insieme, creano una situazione eccezionalmente difficile ma, al contempo, una incredibile opportunità (per chi la sa vedere e cogliere).

Terre rare, la tempesta perfetta sull’industria mineraria

Settimana scorsa, mentre si stava consumando il decoupling (ossia il tentativo di separare le rispettive catene di approvvigionamento e produzione) tra Cina e Stati Uniti sulla controversia delle terre rare, i prezzi delle azioni delle aziende minerarie nel mondo occidentale (letteralmente una manciata) andava alle stelle e il Presidente Trump e il Primo Ministro australiano Albanese firmavano un accordo sui critical minerals.

Io mi trovavo a Sydney all’apertura di una delle più grandi fiere del settore minerario al mondo (IMARC) per presentare il report Unlocking the Future of Mining, una panoramica sullo stato dell’arte del MiningTech e, soprattutto, sulle sue prospettive di sviluppo. Il report, realizzato da Mind the Bridge in collaborazione con uno dei principali player mondiali (il colosso australiano BHP, circa 50 miliardi di fatturato) e le principali organizzazioni del settore (Austmine e Hub de Innovación Minera del Perú), raccoglie i risultati di decine di interviste con esperti del settore, oltre a numerosi use case.

L’innovazione rilancia l’industria mineraria ma ne rivela i ritardi

All’IMARC l’entusiasmo dei veterani del settore per essere al centro delle cronache mondiali si è rapidamente trasformato in un senso di … “inadeguatezza”.

Può un’industria che non è cambiata in modo significativo per centinaia di anni accelerare all’improvviso e superare il proprio conservatorismo strutturale e l’eccessiva regolamentazione?

L’innovazione ha trasformato inaspettatamente le rare earth (e i metalli preziosi) da materiali dimenticati a nuove stelle. Ogni nuovo veicolo elettrico, caccia F35 e, in particolare, futuro robot autonomo che presto popolerà la Terra ha un bisogno disperato di questi materiali.

industria mineraria, che cosa sta per accadere?

La storia si ripete. Le grandi ondate di innovazione producono ripple effects… che spesso si trasformano in veri e propri tsunami.

L’industria mineraria, non del tutto cool, sarà travolta da uno tsunami di innovazione, molto probabilmente proveniente da innovatori esterni affascinati dalle sue sfide e dai (potenziali) giganteschi ritorni.

Mining tech, gli investimenti e le startup

1️⃣ Gli investimenti in AI nel settore stanno esplodendo: da meno di 200 milioni di dollari nel 2020 a 900 milioni nel 2025, che sono valori ancora marginali rispetto all’importanza strategica del comparto.

2️⃣ Le dimensioni medie dei founding round delle startup del MiningTech sono quasi triplicate: siamo vicini a 9 milioni di dollari ma potrebbero presto decuplicare.

3️⃣ La consolidation accelera: il 62% di tutti gli investimenti in tecnologia AI delle aziende del settore avviene oggi tramite acquisizioni (M&A), poiché le compagnie minerarie preferiscono acquisire capacità critiche piuttosto che svilupparle internamente (e, anche in questo caso, il trend è destinato ad aumentare).

4️⃣ Le early-stage startup catturano solo circa il 10% del totale degli investimenti, poiché gli operatori preferiscono partnerships e co-development con scaleup più mature per accelerare l’industrializzazione delle soluzioni già validate (qui l’ondata non è ancora iniziata davvero: gli investitori della Silicon Valley stanno solo affilando le loro spade).

5️⃣ L’Australia guida a livello globale, rappresentando quasi tre quarti di tutti gli investimenti in AI for Mining, molto avanti rispetto alla Cina (12%) e agli Stati Uniti (9%)
(il mio pronostico: preparatevi a un grande risveglio dello Zio Sam).

Preparate la tavola da surf: lo tsunami sta montando…

BTW: i perfect storm (come le onde) bisogna saperli anche vedere arrivare e farsi trovare al posto giusto. Come Mind the Bridge siamo scesi da oltre tre anni “down under” con il nostro Scaleup Summit Australia perché abbiamo intuito sia la crescita dell’ecosistema che la rilevanza di alcuni settori strategici. Per chi volesse approfondire rimando all’articolo di settimana scorsa (qui il link) del mio “partner in crime” Alberto Onetti che ringrazio per avermi “prestato” la “sua” rubrica.

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