IL TEST

Google car, 8 domande sull’auto che si guida da sola

Svelato in un video il prototipo della macchina senza conducente: non ha volante, freni e acceleratore e si guida con un pulsante. Ma sorgono i primi dubbi: è davvero sicura? Chi è responsabile in caso di incidente? E quanto costerà?

Pubblicato il 29 Mag 2014

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È stata finalmente svelata la Google car, il veicolo che potrebbe portare una rivoluzione nel mondo delle automobili. La Internet company americana ha diffuso ieri un video in cui alcune persone fanno un giro di prova sul prototipo dell’auto a guida intelligente: è un modello di piccole dimensioni, dal design originale e al suo interno non ha volante, né acceleratore né freno. A sostituire le funzioni ci pensano software e sensori. Dell’abitacolo tradizionale restano solo le cinture di sicurezza, uno spazio per effetti personali, uno schermo che mostra il percorso e un grosso pulsante on/off. Spingendo il pulsante il passeggero può essere trasportato dove desidera. Nel video a sperimentare l’auto, che è elettrica, sono vari individui: una madre con un bambino, due amiche, un signore anziano. Tutti, almeno all’apparenza, divertiti e in alcuni casi elettrizzati. Dell’auto verranno prodotte 100 unità entro il prossimo anno, tutte diverse per testarne le varie potenzialità. Si prevede che la Google car debutterà nel mercato consumer entro il 2020, a quasi 15 anni dal lancio del primo progetto di BigG relativo ai veicoli senza guida umana. Chris Urmson, responsabile del progetto, ha affermato che l’architettura del veicolo sarà “tollerante agli impatti”, in modo da ridurre al minimo i danni in caso di incidente. La parte anteriore dell’automobile è costituita da schiuma comprimibile e il parabrezza è flessibile. Le auto hanno sensori che eliminano punti ciechi e possono rilevare oggetti a una distanza di più di due campi da football in ogni direzione.

Intanto sorgono curiosità, dubbi e domande, alle quali Google, per il momento, preferisce non rispondere in dettaglio. Eccone alcune delle principali domande che la gente si sta ponendo – con qualche iniziale tentativo di risposta – elaborate dalla testata Mashable attraverso commenti di esperti e addetti ai lavori.

1) Perché comprare un’auto che si guida da sola?
Secondo i suoi sostenitori un veicolo di questo tipo può contribuire a migliorare la sicurezza stradale perché è più affidabile di un essere umano. I suoi sensori sono programmati per prendere decisioni in tempo reale in base a quello che sta succedendo intorno: rallenta alla vista di passanti, si accorge di altre auto che sbucano all’improvviso da strade laterali o rileva i movimenti dei ciclisti che segnalano a mano una loro svolta a destra o sinistra. “Le persone non sono molto brave alla guida: ogni anno ne muoiono 30mila in incidenti d’auto in Usa” dice Joshua Schank, dell’ Eno Center for Transportation, organizzazione non profit con sede a Washington. “Le macchine sono molto migliori dell’uomo in questo campo: non bevono prima di mettersi al volante e pensano più velocemente”.

2) A chi sarà più utile?
Ai pendolari che compiono tragitti predeterminati. Ma anche ad anziani, bambini e non vedenti. Le società di taxi e di autobus potranno usare la Google car per proporre il noleggio di veicoli senza conducente.

3) Quanto costerà?
Sicuramente molto, come ogni tecnologia realmente innovativa. Però i produttori dovranno essere consapevoli che, se il prezzo non è abbastanza abbordabile, il prodotto faticherà ad imporsi sul mercato.

4) La gente si sentirà sicura?
Questo è uno dei problemi centrali. Secondo uno studio condotto a febbraio dalla società Seapine Software su 2mila adulti statunitensi, circa l’88% si è detto preoccupato all’idea di “guidare” una Google car. La maggior parte ha detto di temere una rottura interna, per esempio nei freni o nel software con i sensori di allerta dei pericoli. “Non ci ha sorpreso che la preoccupazione numero uno sia la sicurezza – ha detto Rick Riccetti, presidente e ceo di Seapine Software – e questo significa che i produttori dovranno riuscire a dimostrare, senza ombra di dubbio, che il loro prodotto non ha e non potrà avere alcun difetto”.

5) E se gli hacker manomettessero i comandi?
Secondo lo stesso studio il 52% degli intervistati teme che un hacker possa introdursi nel sistema e manomettere i comandi. “L’industria automobilistica dovrà essere cosciente dei rischi di cyberattacchi e manipolazioni” dice il direttore del team di cybersecurity di Kpmg, Will Rockall. “Potrebbero essere costruiti dispositivi di disabilitazione – prosegue – in modo che gli esseri umani possano intervenire in caso di hackeraggio”. Ma Schank dell’Eno Center ritiene estremamente difficile una eventualità del genere. “Sarebbe davvero arduo introdursi illegalmente in una serie di sistemi individuali. Se ne può piratare uno, ma farlo con tante auto diventa una grande sfida”. Va detto che è sufficiente una sola automobile “piratata” per provocare disastri e vittime.

6) In caso di incidente chi sarà il responsabile?
Attualmente, nell’eventualità di un incidente con le automobili tradizionali, è relativamente facile individuare il responsabile. In un veicolo a guida autonoma è più difficile. È lo stesso problema che si pone nell’industria aeronautica: in caso di disastro aereo la colpa è del pilota o del produttore del velivolo? Di fatto la questione deve essere ancora definita e risolta.

7) Piacerà a tutti il design della Google car?
Nel video diffuso da Google l’auto senza guida umana mostra un design originale e grazioso. È un modello di piccole dimensioni e nella parte frontale esibisce addirittura una sorta di sorriso. Ma gli esperti di marketing si chiedono se a tutti piacerà questo genere di design, che ricorda molto quello della Smart, o se piuttosto il consumatore medio preferirà un modello più tradizionale, in grado di suggerire autorevolezza e prestigio. È un problema simile a quello dei Google Glass: rivoluzionari per le funzionalità, si teme (o almeno alcuni temono) che vengano rifiutati dalla massa per motivi estetici.

8) Chi sono i partner di Google?
Per il momento non è chiaro, ma sappiamo che ci sono molte aziende interessate. Per esempio Travis Kalanick, cofounder e ceo di Uber, la società fornitrice dell’app per cercare un autista da smartphone, ha detto che la Google car potrebbe essere integrata nel suo business. “Il servizio di Uber – ha commentato – potrebbe essere molto meno costoso se usassimo questi veicoli senza autista”.

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