Si fa presto a dire e-commerce quando si vuole vendere il lusso made in Italy

Per raggiungere i clienti di Paesi lontani non basta aprire una vetrina online. Il 15 novembre parte Italy’s Got Style, nuovo portale dedicato ai ricchi clienti del Medio Oriente, che mette insieme una conoscenza della cultura e dei modelli d’acquisto di quell’area con la collaborazione con diverse startup nate per valorizzare le eccellenze italiane

Pubblicato il 05 Nov 2015

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Si fa in fretta a dire e-commerce ma non sempre funziona e non sempre è fatto nel modo giusto per il mercato giusto. Se poi con l’e-commerce si vuole vendere il made in Italy, beh serve qualche astuzia in più, qualche analisi in più, qualche accorgimento in più e se poi questo made in Italy lo si vuole vendere a mercati che sono profondamente diversi per cultura, per abitudini, per contesti socio economici, l’operazione appare ancora più ardita se la si vuole portare al successo.

iI successo ancora non è dimostrato perché il progetto è in fase di avvio ma i presupposti ci sono tutti perché Italy’s Got Style possa divenire un punto di riferimento per chi vuole vendere prodotti di lusso legati soprattutto al mondo della moda a consumatori, o meglio consumatrici, del Medio oriente.

Italy’s got style sarà online a partire dal 15 novembre all’indirizzo www.italygotstyle.com e si propone come vetrina per il commercio via internet di moda e lusso, in pratica si definisce come la ‘prima e-boutique di moda made in Italy pensata per i Paesi dell’area cosiddetta Mena (Middle East North Africa)’. il progetto ha alcune caratteristiche che lo rendono un po’ speciale. Intanto parte dalla considerazione che il mercato delle vendite online nel Medio Oriente vale cifre da capogiro: si parla di 15 miliardi di euro complessivi, ma è consapevole che non è sufficiente aprire una vetrina online per poter rendere interessanti i prodotti alle consumatrici e ai consumatori dei Paesi di quest’area, serve infatti costruire un contenitore che sappia fare leva sugli elementi culturali e sull’esperienza d’acquisto che sono profondamente diversi da quelli dei mercati occidentali e che vanno conosciuti a fondo affinché il progetto possa avere successo.

Ecco che quindi Italy’s got style prende forma dal lavoro di Imad El Kanj, imprenditore italo-libanese che conosce assai bene i due mondi in cui opera e il mercato del lusso e della moda. Imad ha costruito un team fortissimo, fatto sopratutto di collaboratrici con il quale ha disegnato l’approccio culturale e commerciale che la sua e-boutique deve avere. Ma Imad ha anche capito un’altra cosa: per vendere il made in Italy serve anche chi il made in Italy della moda e del lusso lo conosce ancora di più e già lo interpreta in modo innovativo, così si è trovato un partner di primo piano, una startup italiana che ha già dimostrato di avere la capacità di unire il Dna del made in Italy con le opportunità offerte da un efficace uso degli strumenti digitali: FiloBlu, fondata e guidata da Christian Nucibella è una delle realtà del fashion-tech oggi più interessanti con 8 milioni di euro di fatturato e circa 90 persone di staff e con collaborazioni attive con tutte le altre principali fashion-tech startup italiane come Quattrocento (occhiali) e Lanieri (abiti maschili su misura), per esempio. FiloBlu si occupa di sviluppare canali di vendita e-commerce per produttori del mondo sartoria, abbigliamento sportivo, design e cosmetica e ha investito direttamente nel progetto di Italy’s got style, dando vita così a un significativo caso di imprenditori che hanno saputo costruire una startup che cresce in modo deciso e che scelgono di destinare parte delle risorse economiche a investimenti in altra startup.

Christian e Imad, supportati anche dalla Università Bocconi il cui incubatore ospita la startup e dalla Camera di Commercio di Milano, sono così partiti alla conquista delle consumatrici e dei consumatori del Medio Oriente. Una conquista che richiede, come detto accorgimenti: “Bisogna raccontare i prodotti, costruire attorno a loro una sorta di favola, farli diventare una esperienza, questo piace molto alle signore mediorientali che mai indosseranno il medesimo abito per andare a due eventi diversi – spiega Imad -. Il made in Italy è una garanzia ma va proposto in modo personalizzato ed esperienziale”. anche Christian forte della esperienza che la sua società ha proprio nella vendita online è consapevole delle barriere culturali e sociali che questi mercati hanno: “questa è una sfida vera e propria – dice – sia per le specificità di quei mercati sia perché si tratta di contesti altamente concorrenziali e in continua evoluzione”.

Grazie alla e-boutique le consumatrici dei Paesi del Medio oriente non dovranno più aspettare i 60-90 giorni che con i canali tradizionali le nuove collezioni impiegano per arrivare a loro rispetto alle date dei lanci in Europa, ed è anche per questa ragione che al momento del debutto il 15 novembre Italy’s got style avrà già in vetrina i prodotti di numerosi brand: “vogliamo essere la porta di accesso per le case di moda italiane verso i mercati mediorientali”, sottolinea Imad chiamando a raccolta tutti i campioni del made in Italy compresi quelli più innovativi che con le loro startup stanno rinnovando il prodotto conservando qualità e design ma facendo leva su personalizzazione e costruzione di nuovi brand come è il caso, per citare due tra i più brillanti, di Design Italian Shoes, che produce scarpe artigianali su misura altamente personalizzate e Hayez, che realizza linee innovative di occhiali.

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