Web Summit, il diario di Enerbrain
Filippo Ferraris, founder della startup torinese, racconta a EconomyUp i 4 giorni trascorsi a Lisbona: dall’incontro con gli investitori all’amicizia nata tra aspiranti imprenditori ai quesiti lanciati da Paddy Cosgrave, ideatore della fiera, su come tecnologia e innovazione influenzeranno il futuro. Tutte le foto
di Filippo Ferraris
11 Nov 2016

Eccoci Lisbona. Siamo pronti.
Questo è il nostro secondo “Summit”. L’anno scorso partecipammo a RISE Hong Kong, evento analogo, dedicato al

Paddy Cosgrave, fondatore di Web Summit, dà il via alla cerimonia di apertura toccando subito i temi a lui più vicini, quali il futuro dell’Europa e il ruolo della tecnologia e delle startup in un momento politico così delicato e di cambiamenti, tra Brexit ed elezioni americane. Il primo esempio riguarda i trasporti: a causa dell’innovazione tecnologica probabilmente presto le merci saranno trasportate da camion elettrici a guida automatica. Solo negli USA ci sono 3,5 milioni di camionisti che perderanno il lavoro nei prossimi 10 anni, senza contare tutto l’indotto legato al trasporto: stazioni di sosta, pompe di benzina, ristoranti, motel.
Noi siamo lì, non solo fisicamente nella platea, ma anche presenti nell’ecosistema delle startup innovative, e facciamo inevitabilmente parte di questa rivoluzione silenziosa che

La risposta di Web Summit è chiara: tra gli applausi del pubblico in ovazione per Paddy Cosgrave ci si rende conto che siamo qui proprio per parlarne tutti insieme. Questa è una delle occasioni per mettere in comunicazione le comunità di neo-imprenditori, di investitori, di politici, e di policy makers per definire come spingere l’economia e la società nella direzione corretta.
E, soprattutto, le startup europee sono qui per dimostrare che questo non solo è possibile, ma che siamo pronti per fare

Per Enerbrain è stato un inizio entusiasmante. Già prima di atterrare a Lisbona, utilizzando l’app di Web Summit che permette di chattare direttamente con i partecipanti dell’evento, abbiamo organizzato alcuni incontri, ma dopo poche ore tra gli stand facciamo in fretta a riempire l’agenda dei tre giorni a venire.
Alle startup come la nostra viene data l’occasione di fare pitch con investitori nelle aree “Investors Arena”, win-win situation per entrambe le parti: per i gruppi volati a Lisbona a caccia di innovazione in cui investire e per le società pronte a crescere.
Uno fra questi è con Alberto Pèrez Arranz, head of operations dell’acceleratore tedesco TechFounders, interessato alla nostra soluzione per rendere efficienti edifici di grandi dimensioni per il suo network di investitori. Dopo aver capito che siamo in grado di rendere smart anche edifici industriali ci consiglia di fare application al suo Incubatore, e propone un secondo incontro a Monaco.
Non si può dire che ogni incontro sia proficuo… e alla fine quando si condensano 53 mila partecipanti in soli tre giorni è facile che il caos prenda il sopravvento.
Per favorire gli incontri tra investitori e startup ci sono quindi le occasioni più inusuali per fare networking.

E mentre sul palco si alternano personaggi quali Mike Schroepfer (CTO di Facebook) e Luis Figo (nei panni di fondatore di Dream Football), la giornata finisce con quello che forse è il cuore del Web Summit: gli incontri informali serali, tra cui un Pub Crawl collettivo nella caotica area di Pink Street del centro di Lisbona.
Abbiamo occasione a cena di incontrare la startup torinese Quibee, che porta contenuti digitali al pubblico attraverso l’uso di Beacon. Certamente Torino è lontana dall’essere una Silicon Valley, ma l’augurio è

Mercoledì mattina abbiamo avuto l’occasione di fare un pitch sul palco di fronte ad una platea di investitori e curiosi. Una buona opportunità per far capire meglio la nostra soluzione e l’impatto che potrebbe avere in Europa agire fin da oggi per ridurre i consumi energetici degli edifici in modo facile e scalabile.
Torneremo in Italia sicuramente arricchiti da questa esperienza, con l’augurio che eventi di questo tipo si possano presto organizzare anche nel nostro Paese, magari a Torino, per dimostrare come anche in Italia si possa fare rete e fare impresa.
*Filippo Ferraris è co-founder di Enerbrain