La storia
Silicon Biosystems, la startup acquistata da Menarini
I suoi dispositivi sono nei più importanti centri di ricerca oncologica di Europa, Giappone e America. Ha vinto il Leonardo Start up assegnato dalla presidenza della Repubblica. Ecco la startup che piace al primo gruppo farmaceutico italiano
di Redazione EconomyUp
Pubblicato il 14 Ott 2013

Tutto comincia con la tesi di laurea in ingegneria elettronica di uno studente pugliese fuori sede a Bologna, Gianni Medoro, su una nuova tecnologia in grado di isolare in modo automatico le cellule tumorali presenti nel sangue sfruttando i principi della dielettroforesi. Presa la laurea, Medoro, oggi Chief Scientific Officer, continua a lavorare con il collega Nicolò Manaresi, oggi Chief Technology Officer, sulla sua idea che nel 2005 diventa diventa un progetto di impresa che, grazie anche all’ingresso nel team di una figura senior come Giuseppe Giorgini (il CEO, con una importante esperienza in una società californiana di biotecnologie) attira in breve capitali importanti. In diversi round di finanziamento i fondi AtlanteVentures (Intesa San Paolo), Innogest e Focus Gestioni investono 15 milioni di euro, permettendo alla società di sviluppare DEPArray, come si chiama la tecnologia che viene apprezzata nel mondo scientifico per i suoi vantaggi nelle cure oncologiche: evita al paziente di sottoporsi a procedure invasive, permette all’oncologo di formulare terapie personalizzate e soprattutto più efficaci e con minori effetti collaterali.
Silicon Biosystems ha già ha prodotto 31 famiglie di brevetti e ha un team di 33 dipendenti, 23 dei quali sono ricercatori. I suoi dispositivi sono nei più importanti centri di ricerca oncologica di Germania, Regno Unito, Francia, Belgio, Giappone e Stati Uniti. E adesso con l’ingresso di Menarini la startup è diventata definitivamente impresa.