La EU Startups and Scaleups Strategy sotto la guida della Commissaria Zaharieva sta lentamente, punto per punto, prendendo forma.
Settimana scorsa è stato annunciato lo Scaleup Europe Fund (SEF), un nuovo fondo growth-stage che investirà in scaleup ad alta crescita con ticket dell’ordine di 100 milioni di euro ciascuno. Sarà attivo dal secondo trimestre del 2026 e avrà una capacità iniziale di circa 50 deal.
SEF aggiunge un tassello all’European Innovation Council (EIC), il veicolo di investimento diretto della Commissione, che, ad oggi, non può superare i 30 milioni.

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Scaleup Europe Fund, perché è diverso?
SEF non sarà implementato attraverso l’European Investment Bank (EIB) e non farà da LP di fondi di VC privati come tradizionalmente ha operato l’European Investment Fund (EIF). Non sarà un veicolo di investimento diretto come è invece EIC.
Sarà invece gestito da un private fund manager con esperienza e track record, selezionato congiuntamente dagli investitori privati e dalla Commissione. La European Commission parteciperà come uno dei founding investor, insieme a player privati, tutti “on equal terms”. Questa partnership paritaria dovrebbe garantire scelte di investimento e, soprattutto, gestione secondo standard di mercato (fast e professional).
Perché è un punto di svolta?
SEF non è un semplice modello di investimento di fondi pubblici che fa matching con VC funds privati.
È focalizzato sul mobilitare gli investori istitutionali europei (fondazioni, family offices, fondi pensione), i veri “heavy hitters” che gestiscono trilioni di euro.
Lo ripetiamo da tempo: se questi investitori destinassero anche solo l’1% degli assets under management nel VC, eguaglieremmo, da un giorno all’altro, i livelli degli Stati Uniti.
Certo, 50 investimenti da €100M non sono destinati ad annullare subito il gap che abbiamo nel Vecchio Cointinente sul late stage funding (che è peraltro la causa della “migrazione” verso gli Stati Uniti delle nostre migliori aziende), ma sono un “icebreaker”, un catalizzatore culturale per provare che lo scaleup investing è una smart, high-return asset class.
Che cosa non fa ancora lo Scaleup Europe Fund?
SEF aumenta l’offerta di fondi per l’innovazione in modo significativo.
Ma non affronta ancora il lato della domanda: ossia far sì che l’industria europea compri e collabori con l’innovazione creata dalle startup europee.
Perché diciamo “ancora”?
Perché la prossima iterazione potrebbe cambiare le carte in tavola. Ci riferiamo all’European Corporate Network (ECN), che, come previsto nella EU Startups and Scaleups Strategy, dovrebbe mobilizzare il mondo delle imprese sulle startup. Immaginate le corporate europee che diventano venture clients, acquistando soluzioni da EU scaleups per mantenere in Europa talento e valore.
Perché? Il senso politico
L’obiettivo finale del secondo mandato von der Leyen è molto chiaro: la EU Tech Sovereignty. I founder ci dicono spesso: quando i mega round sono guidati da un lead investor non europeo, le startup sono di fatto spinte a relocarsi, nonostante preferirebbero restare e crescere qui.
SEF si propone di offrire esattamente questo: il “right to stay” in Europa per le scaleups che lo desiderano.
Certo, se i clienti e le exit restano altrove, il tema della relocation resta sul tavolo. Per questo il prossimo necessario passaggio è il coinvolgimento dell’industria europea e lo sviluppo del lato della domanda dell’innovazione.
SEF non è solo denaro. E’ una dichiarazione politica. E’ un modo concreto per dare alle startup europee l’opzione di scegliere l’Europa per nascere e scalare.
Qui trovi tutti i dettagli dal comunicato ufficiale dell’UE: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/qanda_25_2530







