La storia

PanPan, l’app italiana che scala le classifiche su Google Play Store

Il dispositivo di geolocalizzazione ha raggiunto la prima posizione nella categoria Social tra le nuove app gratis. “Merito della qualità del prodotto, ma anche della rinuncia a tante partite di calcetto per sviluppare l’idea” raccontano i tre ideatori

Pubblicato il 28 Gen 2014

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Il team di PanPan

“Mi suggerite una buona pizzeria con vista sul mare a Napoli?”, oppure “Com’è la neve stamattina sulle piste di Courmayeur?”. Con l’applicazione PanPan, disponibile sia per iOS che per Android, chiunque può chiedere qualunque informazione a chi si trova già sul posto.

“PanPan nasce dall’osservazione che per certe informazioni i motori di ricerca non sono sufficienti – dicono i membri del team dell’applicazione ad EconomyUp.it – Google & Co funzionano molto bene per indicizzare contenuti già presenti nel web, ma meno bene per restituire informazioni di nicchia, molto specifiche, relative ad un’area geografica particolare e in tempo reale”.

Ma è stato proprio Google a decretare il grande successo dell’idea di tre ragazzi siciliani, Antonio Famulari, Michele Spina e Walter Bellante. Dopo una sola settimana di presenza sul Play Store di Big G, infatti, PanPan ha raggiunto la prima posizione nella categoria Social tra le nuove app gratis.

“L’utilizzo dell’app è semplice e intuitivo: si seleziona un’area geografica e si digita la domanda come fosse un tweet. Automaticamente verranno identificati i migliori risponditori, non solo fra altri utenti PanPan, ma anche fra gli oltre 700 milioni di utenti twitter”.

La particolarità del servizio è data anche dalla capacità di riconoscere e categorizzare gli account twitter ufficiali di enti e strutture private, per cui ad esempio “se si chiede dove ricaricare lo smartphone a London Heathrow, la domanda viene posta automaticamente all’account twitter ufficiale dello scalo londinese, che potrà rispondere e continuare poi l’engagement tra la marca e l’utente in maniera diretta”.

Un’idea nata dall’intenzione di aiutare gli utenti ma che “da passione è diventata un’ossessione! Persino trovare il tempo per la partita a calcetto con gli amici diventa complicato. Vorresti parlare solo di quello, fare solo quello e avere il triplo del tempo per farlo. O si entra in quest’ottica oppure è meglio lasciare stare, dal nostro punto di vista”.

Ma come trasformare questa idea in un’azienda con cui tre ragazzi italiani possano guadagnare da vivere? “Noi sappiamo esattamente Chi cerca Cosa, Dove e Quando. Senza alcun bisogno di andare a cedere queste informazioni a terze parti, questo ci consente di proporre delle pubblicità estremamente pertinenti con le necessità dell’utente, e quindi di grande valore, per lui e per l’advertiser. Gli utenti PanPan non vedranno mai pubblicità non legate alle loro richieste e le pubblicità le prendiamo da Google AdSense”.

I tre ragazzi, 29 e 25 anni, hanno iniziato a lavorare al progetto a Parigi, quando abitavano in tre appartamenti diversi nello stesso palazzo, lavoravano nello stesso ufficio e avevano lo stesso gruppo di amici. Il successo nel Google Play Store è arrivato dopo solo un anno e mezzo dall’inizio dell’avventura che loro definiscono “un matrimonio a tutti gli effetti”. Dopo tante piccole e grandi difficoltà, come quella di trovare un ufficio, hanno ottenuto anche un investimento di 600mila euro dalla società Finaco.

Ora, il successo sullo store di Big G, ha proiettato i tre verso il futuro: “Abbiamo una grossa sorpresa in serbo per i prossimi mesi, all’insegna dell’internazionalizzazione. A parte questo, ovviamente, l’obiettivo principale è migliorare sempre di più il prodotto. E continuare a crescere”.

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