Il Challenge

Il futuro dell’Expo? Il Corriere della Sera lo cerca con una startup

Parte una sfida di idee sul quotidiano online: chiunque può avanzare una proposta sulla destinazione dell’area e valutare quelle altrui. “Strumento” del challenge è Oxway, piattaforma che rivoluzia l’approccio alla risoluzione dei problemi mescolando pareri degli esperti con quelli dei comuni cittadini

Pubblicato il 07 Ott 2015

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Che ne sarà dell’area di Expo 2015 dopo la chiusura della manifestazione? Se ne parla da tempo, sono emerse varie proposte ma finora nessuna definitiva. Eppure è importante stabilire quanto prima la destinazione d’uso di quest’area che misura 110 ettari, 1 milione e 100 mila metri quadrati, ovvero l’equivalente di 154 campi da calcio e 63 volte piazza del Duomo a Milano.

Ora scende in campo il Corriere della Sera, che lancia domani online una sfida di idee: chiunque lo desideri può esprimere il proprio punto di vista, avanzare una proposta e successivamente valutare e commentare le proposte altrui.

A fare da strumento del Corriere per questo challenge è una startup, Oxway, fondata da Fabrizio Gasparetto, autore e regista residente a Milano, e Mattia Percudani, banker a Londra, dove ha sede la società, che è sostanzialmente una piattaforma di intelligenza e critica collettiva . “Alla base del lavoro – spiega Gasparetto – c’è un concetto: gli esperti sono veramente così esperti? E anche se lo fossero, perché non confrontiamo e mescoliamo le loro proposte con quelle di comuni cittadini?”.

Da qui l’idea di racogliere idee e suggerimenti dai lettori del quotidiano. Sulla piattaforma ogni partecipante può esprimere, fino a venerdì 16 ottobre, il proprio punto di vista in un massimo di 2000 caratteri. Le proposte che perverranno in altre lingue verranno scartate, come anche quelle contenenti scurrilità, ingiurie, ecc. ecc.

La partecipazione alla sfida di idee è anonima. Ogni utente sarà dotato a caso di un’identità fittizia, per evitare i condizionamenti dovuti a eventuali notorietà e gerarchie. Le identità fittizie sono associazioni casuali di nomi e cognomi tipici di alcune delle nazioni presenti a Expo. “Gli esseri umani – spiega Gasparetto – molto spesso non distinguono il cosa dal chi: se stimo una persona tendo a sovrastimare quello che dice, se lo sottostimo tendo a pensare che dirà sciocchezze. Ma non è sempre così. L’anonimità è garanzia di trasparenza perché ci consente di occuparci solo del contenuto, delle cose e non delle persone. Sogno che alla sfida partecipino Stefano Boeri e Renzo Piano in incognito, così come il tassista o il barista sotto casa”.

Ogni partecipante, durante la fase di Creazione, può avanzare una proposta libera e indipendente, oppure può fare propria una proposta già in campo, o mettere insieme aspetti diversi di proposte esistenti.

Poi si passerà alla fase di Votazione, in cui il sistema assegnerà casualmente a ogni partecipante alcune proposte altrui. Si può esprimere il proprio consenso assegnando a ogni proposta un valore da 1 (minimo: nessuna adesione) a 5 (massimo: convinta adesione). Solo fino alla fase di votazione compresa, ogni partecipante può invitare, usando l’apposito bottone Invita-un-amico, chiunque ritenga utile alla sfida di idee.

L’ultima fase della sfida di idee è dedicata alla Discussione delle proposte che avranno ottenuto il maggior consenso all’interno della community. Ogni partecipante può commentare le proposte selezionate e gli autori possono migliorarle grazie ai commenti altrui.

La classifica dei partecipanti è calcolata sia in base al consenso ottenuto dalla proposta (o dalle proposte) di ciascuno, sia in base al tasso di collaborazione che ognuno dimostra. Il tasso di collaborazione è la somma di alcuni indicatori quali, per esempio: il tempo attivo passato nella sfida di idee, il numero di proposte votate dal partecipante e l’assiduità nella fase di discussione. Non è detto che sia primo l’autore della proposta più votata; a parità di voti ricevuti, sarà più avanti la persona che ha dimostrato più impegno durante tutta la sfida di idee.

Infine una giuria composta dai giornalisti della redazione del Corriere della Sera selezionerà i 30 migliori partecipanti e, a proprio insindacabile giudizio, attribuirà uno ciascuno i trenta riconoscimenti: abbonamenti semestrali alla digital edition del Corsera.

Oxway – spiega il co-founder Gasparetto – nasce dall’idea che la conoscenza migliore di cui si ha bisogno è sempre quella apparentemente più lontana. Quando dobbiamo risolvere un problema, a volte ci viene in mente qualcosa che all’apparenza non c’entra niente, invece dà un contributo fondamentale”. Partendo da questo presupposto, con l’amico Percudani ha fondato la società nel 2014 a Londra. “Non è stato, come pensano molti, per non pagare le tasse, ma per garantirci un approccio più internazionale. L’innovatività della startup sta nel cercare di mettere in discussione la figura dell’esperto e rivoluzionare l’approccio alla risoluzione dei problemi attraverso un rapporto di ibridazione tra idee e conoscenza”. È attiva in tre settori: offerta di soluzioni agli enti pubblici, open innovation per le aziende e processi interni alle aziende. È partita bootstrapped, senza alcun finanziamento esterno, prima dell’estate ha ricevuto un piccolo seed investment da un investitore privato e ora è a caccia di fondi.

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