IL MILIONARIO

Cosa fare dopo aver venduto la startup ad Amazon?

Vincenzo Di Nicola, l’ingegnere abruzzese che a dicembre ha ceduto al colosso dell’e-commerce il suo sistema di pagamento cloud-based, è tornato in Italia dopo gli anni in Usa per insegnare informatica nell’ex liceo. “Voglio fare qualcosa per la scuola italiana che mi ha dato molto”

Pubblicato il 18 Mar 2014

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Vincenzo Di Nicola

Probabilmente è l’insegnante di informatica più ricco d’Italia. Vincenzo Di Nicola, ingegnere abruzzese di 34 anni, per un decennio cittadino della Silicon Valley con incarichi in Yahoo! e Microsoft, avrà certamente stappato champagne quando, a dicembre 2013, GoPago, l’azienda che aveva fondato con l’amico Leo Rocco, è stata acquisita da Amazon. Anzi, è più probabile che per brindare abbia scelto lo spumante considerato che, dopo l’acquisizione – di cui non è stato reso noto il valore – ha deciso di tornare in patria.

“Al momento sono in Italia e sto cercando di capire se ci sono possibilità di rimanere e fare qualcosa di importante, i progetti sono tanti ma ancora nulla è deciso”, ha detto a Startupbusiness, piattaforma su startup e spin-off Di Nicola, originario di Villa Turri (frazione di Teramo), dopo essere intervenuto allo StartupWeekend di Pescara dove ha raccontato agli aspiranti startupper la sua esperienza di imprenditore.

“Intanto – ha proseguito – mi sto dedicando a tenere nel mio ex liceo un corso di informatica moderna e avanzata, quella a che non viene insegnata nemmeno nelle Università ma che serve nel mondo del lavoro. E quando ho occasioni come quella dello StartupWeekend di Pescara condivido con altri parte della mia esperienza”.

L’avventura dell’abruzzese è iniziata nel 2003 quando era studente dell’Università di Bologna: grazie a un programma di scambio andò a studiare all’Università della California a San Diego. Dopo il primo anno i professori gli chiesero di restare per un ulteriore anno di attività di ricerca e poi gli proposero di fare domanda di dottorato a Stanford. “In quegli anni ho accarezzato l’idea di diventare professore, mi piace molto insegnare” spiega. E mostra di avere le idee chiare sul sistema scolastico italiano: “Si dice sempre che dobbiamo investire nella scuola e si fa troppo poco, io nel mio piccolo voglio fare qualcosa per la scuola italiana che mi ha dato molto: i licei italiani sono molto superiori rispetto a quelli americani, ma in Italia purtroppo ci si perde nella Università dove manca totalmente la pratica”.

A indirizzare Vincenzo verso il mondo dell’industria è stato uno stage presso Yahoo! che lo ha visto impegnato nel 2006 in un progetto per migliorare i tempi di estrazione dei dati dalla piattaforma, progetto che portò a termine in tre mesi e si mostrò così efficace da essere utilizzato ancora oggi.

“Con il progetto sviluppato a Yahoo! – prosegue – ho avuto modo di capire cosa significa fare qualcosa che impatta su tantissime persone e quindi ho deciso di puntare sul mondo industriale. Dopo avere preso il master in informatica a Stanford sono andato a lavorare in Microsoft nella loro sede di Redmond, dove ho assunto il ruolo di program manager nel team di Behavioral Targeting, destinato a fornire informazioni sensibili di interesse per i singoli utenti e la loro profilazione a scopo pubblicitario. Ho rivoluzionato il team – rievoca – e con il mio prodotto ho ridotto a 15 secondi i tempi di analisi e di invio della pubblicità con conseguente crescita della soddisfazione degli inserzionisti. Il sistema funzionava così bene che fui premiato dall’ex consigliere tecnologico di Bill Gates e mi chiesero di andare in Cina per portare un po’ della mia competenza alle attività di Microsoft in quel mercato che è molto importante. Ho vissuto a Pechino per sei mesi. Al rientro in Usa, benché Microsoft per me fosse una bellissima azienda in cui lavorare, ho deciso di lasciarla e con un amico che stava in Ibm abbiamo iniziato a lavorare a un progetto che sfruttasse il fenomeno, che consideravamo molto importante, della diffusione degli smartphone”.

Nasce così nel 2009 GoPago, partita come app per smartphone con le funzionalità di un mobile wallet per l’acquisto di beni e servizi nella vita di tutti i giorni, dalle consumazioni nei locali alla palestra e al salone di bellezza, fino ai biglietti per eventi e concerti. GoPago si era subito contraddistinta per l’immediatezza con cui diventava possibile accedere alla merce. Dopo aver mosso i suoi primi passi tra Las Vegas e San Francisco e aver attirato l’attenzione di investitori, si è diffusa rapidamente in molte città degli Usa e presto ha aggiunto alla funzione di prenotazione anche quella di gestione dei pagamenti e di tutte le attività commerciali collegando al terminale Android dispositivi come i registratori di cassa, i lettori a codici a barre e perfino le bilance.

Nel dicembre 2013 la svolta: Amazon decide di comprare la tecnologia e il team di GoPago con prospettive di sviluppare un business specifico, come ha recentemente scritto il Wall Street Journal, mentre il marchio GoPago e tutte le attività di supporto ai clienti già attivi sono stati acquisiti da un’altra società che si chiama DoubleBeam e ha sede a Pasadena.

Al momento della vendita al colosso web, tutti si sono chiesti verso quali progetti avrebbe ora indirizzato l’ingegnere la sua certamente cospicua rendita. Sembra che ancora non abbia deciso. Per il momento le sue competenze confluiscono nella scuola italiana, e questo è senz’altro positivo.

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