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Editoriale Domus investe in WeBeers, l’ecommerce delle birre artigianali

La casa editrice che pubblica testate come Il Cucchiaio d’Argento e Quattroruote ha rilevato dal business incubator Digital Magics il 10% delle quote della startup fondata dai fratelli Gizzi. Con questo investimento, la giovane società accelererà sull’internazionalizzazione. La cifra dell’operazione non è nota

Pubblicato il 26 Mag 2016

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I fondatori di WeBeers, Alberto Maria e Giammarco Maria Gizzi

Editoriale Domus, tra le principali imprese editoriali europee a carattere familiare – di proprietà della famiglia Mazzocchi Bordone – e attiva nei settori auto e moto, architettura e design, viaggi e cucina, investe in WeBeers, l’e-commerce per ordinare le birre artigianali italiane.

La casa editrice, guidata dall’ad Sofia Bordone, ha acquisito per una cifra non nota il 10% delle quote di WeBeers (B2G s.r.l.), startup innovativa partecipata da Digital Magics, business incubator quotato sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana.

L’operazione, per accordi anti-diluitivi a suo tempo sottoscritti con i fondatori, è stata realizzata attraverso la cessione da parte di Digital Magics, la cui quota risulta quindi ridotta dal 40% al 30%. Digital Magics ha contestualmente reinvestito nella startup il ricavato della vendita delle quote cedute a Editoriale Domus.

I due giovani fratelli e fondatori di WeBeers, Alberto Maria e Giammarco Maria Gizzi, mantengono il 60% del capitale della startup.

Con questo investimento – si legge nella nota diramata da Digital Magics – Editoriale Domus inserisce all’interno del proprio piano industriale un nuovo servizio digitale innovativo. Grazie all’integrazione editoriale di storie, curiosità e abbinamenti sulle birre e sul mondo dei mastri birrai italiani – proposti da WeBeers – sul sito de Il Cucchiaio d’Argento, brand digitale italiano sul food, gli utenti potranno approfondire le caratteristiche dei prodotti e successivamente acquistarli online su webeers.com.

La startup innovativa digitale punterà anche all’internazionalizzazione, lanciando il portale in Germania e nel mercato del Regno Unito, che da solo assorbe circa la metà delle esportazioni di birre artigianali italiane (2015, Rapporto Birra Italia 2015 Unionbirrai – Osservatorio Altis Università Cattolica).

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