La storia

Io, startupper a 46 anni per i miei figli

Claudio Cubito, classe 1967, è passato dal ruolo di manager a founder di Growish, piattaforma per acquistare un regalo tramite colletta online. “Voglio dimostrare ai miei figli che non è mai tardi per invertire la rotta” dice. E spiega le differenze nel fare impresa a 20 anni e farla alla soglia dei 50

Pubblicato il 29 Apr 2014

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Claudio Cubito, founder di Growish

A vent’anni si può decidere di fare startup per inseguire un sogno, per scommettere su un progetto o, semplicemente, per provarci. A 46 le cose sono un po’ diverse. Soprattutto se decidi di passare dallo stato di manager a quello di neo-imprenditore.

“Faccio startup per dimostrare ai miei figli che non è mai troppo tardi per invertire la rotta, cambiare strada e investire in un progetto”. Così Claudio Cubito, classe 1967, Co-Founder e CEO della startup Growish, spiega la sua scelta.

Del resto, lui è uno abituato ai cambiamenti. Nato a Torino da una famiglia di chimici, il suo destino sembra già segnato: lavorare nell’azienda chimica di famiglia. Se però di giorno Claudio si destreggia tra formule e provette, di notte si dedica alle sue passioni: l’hard rock e il web. Claudio Cubito, infatti, è il fondatore del primo fan club mondiale dei Metallica e del più venduto mensile di musica hard rock in Italia. Una doppia anima, insomma, chimico di giorno e metallaro di notte. Poi, nel 2006 la prima svolta: Claudio si trasferisce a Milano dove si occupa di ecommerce per l’azienda EMP Mailorder. Ed è subito un successo: in soli 4 anni contribuisce a portare il fatturato a 7 milioni di euro, oltre 150mila clienti attivi e 180 mila fan su Facebook, grazie a forme innovative di social commerce.

Sono questi gli anni in cui l’ormai manager capisce che il mondo del web e dell’ecommerce hanno preso il sopravvento sulla chimica. E la svolta definitiva avviene alla fine del 2013, dopo l’incontro con Digital Magics, incubatore certificato di startup innovative, con il quale Claudio fonda Growish, startup innovativa che offre il primo servizio in Italia per raccogliere denaro tra amici sul web e acquistare un regalo tramite il metodo della “colletta” online.

Su growish.com amici, parenti e colleghi, anche distanti fra loro, possono condividere la spesa, acquistando “in quote” un regalo per qualsiasi occasione – Natale, compleanni, matrimoni, lauree, nascite, anniversari, viaggi – in modo automatico, semplice e sicuro grazie alla piattaforma tecnologica sviluppata dalla startup, che permette agli utenti di utilizzare per la raccolta un istituto europeo autorizzato all’emissione di moneta elettronica. Una volta aperta una “colletta”, si possono invitare gli altri partecipanti via e-mail o tramite Facebook.

Una nuova avventura, dunque, che per Claudio inizia a 46 anni suonati. Ma lui tiene a precisare: “Sia chiaro, era una cosa che potevo permettermi, non è stato

un salto nel buio: avevo guadagnato abbastanza nelle precedenti esperienze professionali e non avevo motivo di temere l’assenza di entrate economiche almeno nella fase iniziale della startup. Inoltre so di avere tutte le competenze professionali per avviare un progetto ambizioso come quello di Growish”.

Perché, in fondo, questa è la differenza tra chi decide di fare startup a 20 anni e chi lo fa dopo i 40: “A 20 anni sei creativo, affamato di conoscenza e disposto a dormire sotto i ponti pur di raggiungere un obiettivo; a 40 hai maggiore competenza, esperienza, professionalità e preparazione. Elementi, questi, fondamentali per avviare un’impresa ma che possono arrivare solo con l’età e con i sacrifici: io mi sono fatto un “mazzo” così per arrivare dove sono, non guardo la televisione per mesi pur di dedicarmi alla mia preparazione professionale, investo sulla mia formazione frequentando corsi anche all’estero” spiega. “Ecco perché credo che tutto questo possa essere uno stimolo e un insegnamento per i miei figli”.

Le idee sono chiare, insomma. E gli obiettivi da raggiungere con Growish ambiziosi. “L’Italia è ancora scettica su certi argomenti: siamo cresciuti nel settore dell’ecommerce ma siamo ancora indietro per quanto riguarda i pagamenti con la carta di credito. Per far fronte a questa situazione e per proteggerci da colossi americani che operano nello stesso settore, vogliamo innanzitutto utilizzare il metodo della colletta presso i negozi fisici. Poi l’obiettivo è raggiungere almeno 100mila collette nel secondo anno di attività di Growish, pari a 15-20 milioni di euro”.

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