L’INTERVENTO

Logistic tech tra Europa e Italia: così le tecnologie possono ridisegnare un settore chiave



Indirizzo copiato

Il comparto italiano della logistica resta tra i più arretrati d’Europa. Ecco perché serve il logistic tech, settore al centro di grandi investimenti. Le tecnologie che lo caratterizzano e gli esempi di applicazione

Pubblicato il 23 lug 2025

Luca Lorenzini

Digital logistics expert



Logistic tech
Logistic tech

C’è un settore che lavora dietro le quinte, spesso invisibile ma fondamentale per la quotidianità di persone e imprese. È quello della logistica, un mercato che in Italia ha raggiunto, nel 2024, quota 205 miliardi di euro di valore complessivo e con un tasso di crescita annuale composito previsto del 4,7% entro il 2034 secondo MarketResearch.

Mercato eCommerce: Italia ai primi posti in Europa

Spinto dal boom degli acquisti online, il nostro Paese si posiziona tra i principali mercati e‑commerce europei, con numeri di pacchi ricevuti in continua crescita e un ruolo importante anche come corridoio strategico per i flussi di merce, in modo particolare da e verso la Germania.

Un contesto in fermento, al centro di nuovi approcci tecnologici ma anche operazioni di M&A e acquisizioni come quella dell’azienda di logistica italiana Esite Srl, a capo dei brand Spedire.com e SpedirePRO, recentemente acquisita dalla multinazionale polacca Alsendo Holdings per 5,5 milioni di euro.

L’operazione ha l’obiettivo di rafforzare la presenza della società italiana sul territorio nazionale, accelerare il piano di espansione verso nuovi mercati europei e perfezionare ulteriormente la gamma di servizi e il know-how tecnologico, frutto di anni di ricerca.

Le inefficienze della logistica: oltre 30 miliardi all’anno di perdite in Italia

In un mondo in cui la digitalizzazione sta già ridisegnando i confini della logistica, il comparto italiano rimane però tra i più arretrati d’Europa.

Le inefficienze logistiche italiane, inoltre, generano oltre 30 miliardi di euro di perdite ogni anno (1,5-2% del Pil) e rallentano competitività ed export del Made in Italy.

È quanto emerso da una ricerca di Uirnet (società del Mit), e a pesare di più è la mancanza di digitalizzazione: le PMI italiane gestiscono ancora le spedizioni manualmente, senza API, senza sistemi integrati e senza automazione.

Quella della logistica diventa quindi una sfida centrale per rimanere competitivi, e riguarda tutte le diverse tipologie specifiche che compongono il settore.

Il mercato è infatti più variegato di quanto si pensi.

Quanti e quali tipi di logistica

La logistica inbound, ad esempio, riguarda l’approvvigionamento dei materiali in ingresso, mentre quella outbound è invece legata alla distribuzione diretta verso i clienti finali.

Non meno importanti, la logistica di magazzino che si occupa dell’organizzazione degli stock e della gestione degli spazi e quella dell’ultimo miglio (la più complessa e costosa) è quella che tutti conosciamo: responsabile, quindi, di consegnarci i pacchi sotto casa.

Esiste però anche la logistica inversa, che gestisce i resi e il recupero dei materiali.
Ogni anello della catena è ovviamente animata da esigenze specifiche ma anche da esigenze comuni: soluzioni su misura, digitalizzazione, tecnologie all’avanguardia e automazione.

Cos’è il logistic tech

Sono proprio queste necessità a rendere il logistic tech un settore estremamente futuribile, ad altissimo impatto sull’economia reale e al centro di grandi investimenti.

Anche e soprattutto tecnologici.

Le tecnologie emergenti, infatti, hanno un impatto molto preciso e misurabile su questo mondo.

L’intelligenza artificiale e il machine learning, ad esempio, consentono di ottimizzare i percorsi, prevedere la domanda, ridurre i costi e migliorare l’efficienza generale di tutto il processo.

Molti magazzini sono già implementati da robotica e automazione, con sistemi integrati che movimentano merci e riducono gli errori umani basandosi su enormi flussi di dati.

Meritevole di grande attenzione è anche l’Iot (Internet of Things), che nel campo logistic tech trova applicazioni molto concrete e interessanti.

Con questo acronimo ci si riferisce a tutti quei dispositivi fisici che, grazie a sensori e connessioni di rete, sono in grado di raccogliere e scambiare dati tra loro e con altri sistemi.
Oggetti che una volta erano inattivi dal punto di vista connettivo (pensiamo a pallet, furgoni, macchinari o scaffali), oggi possono diventare intelligenti e comunicare informazioni in tempo reale.

Grazie a sensori, dispositivi connessi e dati in tempo reale, oggi siamo infatti in grado di tracciare una spedizione, monitorare un magazzino o ottimizzare una consegna come mai prima d’ora.

Le necessità di infrastrutture adeguate

Parallelamente alle straordinarie opportunità offerte da questa evoluzione tecnologica, ci sono naturalmente le sfide: servono infrastrutture adeguate, sicurezza e una visione chiara e personalizzata su come integrare davvero l’IoT nelle varie catene logistiche.

Una riflessione che riguarda l’Italia in modo particolare.

Secondo McKinsey, l’automazione dei magazzini crescerà in media di oltre il 10 % all’anno fino al 2030, con uno slancio è trainato da disruption, esigenze di resilienza della supply chain e dalla spinta verso una logistica più rapida e precisa.

E se a livello Europeo il mercato è in costante crescita e vede player come la Germania posizionarsi tra i migliori al mondo (terzo posto secondo il report Logistics Performance Index 2023 di World Bank), in Italia c’è ancora molta strada da fare.

All’interno del ranking europeo, il nostro Paese occupa infatti il 19esimo posto a causa di criticità strutturali: infrastrutture a volte obsolete, digitalizzazione poco diffusa, frammentazione operativa e scarsa integrazione tra i vari nodi della supply chain.

Alcuni esempi

Spedire.com e SpedirePRO, brand di Esite Srl, sono nati proprio con questa missione: facilitare spedizioni nazionali e internazionali in ambito business e private consumer.

Per colmare il gap italiano in Europa e rendere più accessibili, veloci e trasparenti le spedizioni, la società logistic tech italiana ha studiato e realizzato piattaforme digitali, API integrate con i principali corrieri e soluzioni pensate per semplificare l’intero ciclo di spedizione, queste realtà hanno contribuito a introdurre efficienza e innovazione in un comparto spesso ancora dominato da processi manuali e poco interoperabili.

Un altro esempio è quello di una piccola azienda manifatturiera con sede in Puglia, attiva nella produzione di complementi d’arredo artigianali, che gestisce da anni un e-commerce rivolto principalmente al mercato italiano.

L’azienda iniziava a ricevere richieste sporadiche da parte di clienti negli Stati Uniti, attratti dalla qualità dei prodotti e dallo stile made in Italy. L’organizzazione interna non era però strutturata per affrontare spedizioni extra-UE, con il rischio concreto di dover rinunciare a un canale di vendita interessante per via della complessità operativa.

Integrando la nostra piattaforma, che consente di organizzare anche spedizioni internazionali extra-UE con chi pochi click, l’azienda ha potuto automatizzare gran parte del processo.

Oggi l’invio di un ordine verso gli Stati Uniti richiede meno di un minuto: vengono mostrati costi e tempistiche in tempo reale, le documentazioni sono precompilate ed è possibile tracciare tutto da un’unica dashboard.

L’accessibilità del servizio, soprattutto in ambito logistico, sta gradualmente eliminando le barriere strategiche all’espansione dei business, rendendo scalabili le attività.

Due esempi che testimoniano come il futuro della logistica sarà sempre più intelligente, interconnesso e orientato alla sostenibilità.

L’Italia dispone delle competenze, di un posizionamento geografico strategico e, grazie ai recenti investimenti, anche delle risorse economiche necessarie per rafforzare il proprio ruolo a livello europeo.

Per colmare i gap esistenti e cogliere appieno le opportunità offerte dalla transizione digitale, tuttavia, è imprescindibile un’accelerazione coordinata in tre direzioni: innovazione tecnologica, sviluppo delle competenze e sinergia tra attori pubblici e privati.

In un contesto così importante a livello strategico come quello logistico, l’Italia è chiamata a predisporre investimenti e facilitazioni per rimanere competitiva.

guest

0 Commenti
Più recenti Più votati
Inline Feedback
Vedi tutti i commenti

Articoli correlati

0
Lascia un commento, la tua opinione conta.x