Era un gioiello italiano, la startup pioniera dell’eCommerce della moda, e adesso Yoox, che da tempo non è più del suo fondatore Federico Marchetti ed è stata acquisita l’anno scorso dalla tedesca MyTheresa, è in crisi. A settembre 2025 ha annunciato una raffica di licenziamenti: 211 in Italia, mentre a livello globale il piano potrebbe interessare complessivamente 700 lavoratori.
Tuttavia, il 2 ottobre 2025, l’azienda ha deciso di sospendere, almeno fino a novembre, i licenziamenti, dopo un incontro tra l’amministrazione, i rappresentanti sindacali e il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. La sospensione dovrebbe servire a trovare soluzioni alternative, che verranno discusse in una serie di incontri previsti tra ottobre e novembre. Ma vediamo di capire cosa è successo in queste frenetiche settimane.
Indice degli argomenti
L’annuncio degli esuberi
Il ridimensionamento annunciato a settembre, a detta dell’azienda stessa, è legato ai bilanci negativi: nel 2024 Yoox ha perso 191 milioni di euro di fatturato e in due anni ha accumulato perdite per 2 miliardi. Una crisi che riflette anche le difficoltà strutturali del settore: i marchi del lusso investono sempre più sui propri canali diretti, riducendo la dipendenza dalle piattaforme multi-brand, che vedono calare margini e ricavi.
Fondata nel 2000 da Federico Marchetti, Yoox è stata fusa con Net-a-Porter nel 2015 e acquisita nel 2018 dal gruppo svizzero Richemont, per poi passare nel 2024 sotto il controllo del concorrente tedesco MyTheresa, entrando nel gruppo LuxExperience.

Vediamo meglio la storia di Yoox, perché si è arrivati ai licenziamenti e cosa succede con la loro sospensione.
Da Yoox a LuxExperience, la storia di un eCommerce della moda e del lusso
2000 – La startup pioniera
Tutto comincia con Yoox, startup costituita nel 2000 dall’intuizione di Federico Marchetti, per poi diventare un unicorno ed essere quotata in Borsa.
Nato a Ravenna nel 1969 da una famiglia di modeste origini, dopo la laurea si trasferisce negli Stati Uniti, alla Columbia University, dove ottiene un MBA, quindi rientra in Italia. Ma l’Italia gli sta stretta, e vola a Londra. Sul piano personale incontra la futura moglie in una discoteca londinese; su quello professionale, nel marzo del 2000, fonda Yoox.
Nei primi anni Duemila non esistono smartphone, social network o dirette streaming. In più, l’Italia è distante anni luce dal mondo anglosassone in termini di ecosistema digitale. Marchetti però individua alcuni punti di forza del Paese: automotive, food, artigianato e soprattutto fashion. Con Amazon già attiva dal 1995, intuisce che prima o poi moda e Internet si sarebbero incontrati. E decide di essere lui il ponte tra i due mondi.
Il mantra oggi sembra ovvio, eppure non lo era e forse non lo è ancora per tutti: “customer first”. Investire nei servizi, assicurare consegne puntuali, garantire resi facili.
Marchetti parte da solo, ma presto costruisce un’organizzazione globale: oltre 5.000 dipendenti tra Italia, Regno Unito e Asia.
2009 – La quotazione in Borsa
Nel 2009 Yoox approda in Borsa. Prima, però, c’è un passaggio che Federico Marchetti rivela solo oggi: Amazon tenta l’acquisizione. “Rifiutai silenziosamente”, racconta. Una scelta rischiosa? I fatti dicono di no. Pochi mesi dopo, l’IPO avviene con una valutazione più alta di quella proposta da Jeff Bezos.
QUI L’INTERVISTA A FEDERICO MARCHETTI
Il debutto sul segmento STAR della Borsa Italiana, il 3 dicembre 2009, è brillante: l’offerta è completamente coperta, il prezzo d’esordio fissato a 4,3 euro per azione vola subito a 4,66 euro, con un massimo a 4,97 e un progresso dell’8,37%. Marchetti stesso, che alla vigilia giudica la quotazione “troppo alta” (tra 3,6 e 4,5 euro la forchetta iniziale), ammette di aver vissuto quel giorno con timore. Ma la soddisfazione prende presto il sopravvento: l’IPO sancisce l’ingresso di Yoox tra i protagonisti del mercato.
2015 – La nascita di Yoox Net-a-porter
Nel 2015, Federico Marchetti compie una mossa strategica e inattesa: l’acquisizione di Net-a-Porter. In seguito alla fusione tra Yoox Group e The Net-a-porter group, il 5 ottobre 2015 nasce dunque Yoox Net-a-porter, società attiva nelle vendite online di beni di lusso di moda e design, con sede legale in Italia e una quotazione confermata a Piazza Affari. Il gruppo debutta in Borsa lo stesso giorno, con il nuovo ticker YNAP. “Un italiano che compra una società britannica non capita tutti i giorni”, ha avuto modo di commentare Marchetti. Intanto molti dei suoi collaboratori assumono ruoli apicali in grandi aziende o intraprendono la strada imprenditoriale. “Ne sono fiero”, sottolinea.
La fusione, che unisce il retailer italiano Yoox e il britannico Net‑a‑Porter (controllato dal gruppo svizzero Richemont), crea un nuovo polo europeo dell’e‑commerce di lusso con ricavi aggregati pro‑forma nel 2014 di circa 1,3 miliardi di euro.
Marchetti assume la guida del nuovo gruppo come CEO, mentre Natalie Massenet, fondatrice di Net‑a‑Porter, si ritira dal consiglio poco dopo l’annuncio.
Nel 2015 il gruppo appena formato chiude con risultati brillanti: i ricavi netti pro‑forma salgono a 1,7 miliardi di euro (+30,9 % rispetto al 2014), mentre il traffico medio mensile raggiunge 27,1 milioni di visitatori unici con 7,1 milioni di ordini — un +21,9 % su base annua.
Marchetti definisce la fusione un “game‑changing merger” tra due pionieri del digitale, capace di “spostare di nuovo il paradigma dell’industria” e diventare piattaforma globale di riferimento, includendo brand come Mr Porter e The Outnet.
2018 – La vendita a Richemont
Il 2018 segna un’altra svolta decisiva. Richemont, già principale azionista di Yoox Net-a-Porter, lancia un’OPA da 5,3 miliardi di euro per rilevare il controllo totale del gruppo. L’offerta viene accettata: Yoox non è più di Federico Marchetti.
L’operazione si chiude nell’agosto dello stesso anno e porta Richemont a possedere oltre il 95% del capitale, con conseguente delisting del titolo da Piazza Affari. Marchetti rimane alla guida come CEO fino al 2020, per poi lasciare la società. Nel frattempo, YNAP viene riorganizzata all’interno del portafoglio Richemont, con l’obiettivo di rafforzare le sinergie con i brand del gruppo e di accelerare sulla trasformazione digitale.
Per l’imprenditore ravennate si chiude un ciclo iniziato nel 2000 e durato quasi due decenni, in cui ha trasformato una startup nata in Italia in uno dei player globali più riconosciuti dell’e-commerce di lusso.
2024 – Mytheresa rileva YNAP: nasce LuxExperience B.V.
Il 7 ottobre 2024 Mytheresa, retailer tedesco della moda di lusso femminile, annuncia l’acquisizione del 100% di Yoox Net-a-Porter da Richemont. L’operazione, del valore di 5,3 miliardi di euro, non prevede scambi di liquidità: Richemont cede YNAP in cambio del 33% del capitale di Mytheresa, insieme a una dotazione di cassa di 555 milioni e una linea di credito da 100 milioni.
La nuova società nata dall’acquisizione di Yoox Net‑a‑Porter (YNAP) da parte di Mytheresa assume il nome “LuxExperience B.V.”, che diventa anche il trade name ufficiale in Borsa, con il nuovo ticker “LUXE”, a partire dalla chiusura dell’operazione il 1° maggio 2025
L’obiettivo è creare un gruppo globale del lusso digitale multi-brand, con tre insegne complementari — Mytheresa, Net-a-Porter e Mr Porter — che mantengono identità distinte ma condividono infrastrutture tecnologiche e operative. Per Richemont, l’uscita segna la fine di una lunga fase di perdite (oltre 1,3 miliardi di euro), mentre per Mytheresa rappresenta l’occasione di consolidare il posizionamento verso i clienti high-end e rafforzare le relazioni con i grandi marchi della moda.
2025 – 700 tagli nel mondo, 211 in Italia tra Bologna e Milano
il 4 settembre 2025 Yoox, oggi controllata dalla holding LuxExperience Bv, ha annunciato un piano di ristrutturazione che prevede 700 uscite a livello globale. In Italia i licenziamenti sono 211: 150 a Bologna, una cinquantina a Milano, mentre circa 40 lavoratori bolognesi verranno trasferiti nel capoluogo lombardo. Gli occupati italiani sono 1.100: si tratta dunque di un taglio pari al 20% della forza lavoro.
Durissima la reazione sindacale. “Un piano inaccettabile: chi arriva a Bologna deve investire, non licenziare”, attacca Michele Bulgarelli, segretario della Cgil locale. Mariano Vendola (Filcams Cgil) sottolinea come molti lavoratori siano cresciuti insieme all’azienda, fondata da Marchetti nel 2000, e oggi rischino di ritrovarsi senza prospettive. Filcams, Fisascat e Uiltucs denunciano l’assenza di comunicazioni preventive, chiedono l’intervento del ministero del Lavoro e delle Regioni interessate e annunciano assemblee in tutte le sedi.
“Non consentiremo lo smantellamento di una realtà industriale radicata nei territori di Bologna e Milano, con conseguenze gravi sul piano sociale e occupazionale”, ribadiscono le sigle di categoria.
Le ragioni dei licenziamenti in Yoox: vendite in calo, costi, integrazione mancata
La decisione arriva dopo un biennio difficile. L’azienda dichiara un calo dei ricavi di 191 milioni di euro nell’ultimo esercizio e perdite complessive superiori a 2 miliardi. Per questo definisce gli esuberi “strutturali e definitivi”, escludendo il ricorso ad ammortizzatori sociali. “Un passo necessario per restituire crescita e solidità finanziaria dopo anni di declino”, recita una nota aziendale.
LuxExperience assicura che l’Italia rimarrà un hub strategico a lungo termine e promette investimenti su marketing, centralità del cliente e innovazione tecnologica. “Siamo consapevoli dell’impatto sociale, ma affronteremo questa fase con responsabilità”, afferma la società.
Ma vediamo fatti e numeri.
I bilanci negativi di LuxExperience sono il risultato di una serie di fattori strutturali e di mercato. Le divisioni storiche del gruppo soffrono: nel 2024 le vendite di Net-a-Porter e Mr Porter calano dell’11%, mentre Yoox e The Outnet registrano un –19%. La somma di queste performance porta a una perdita Adjusted EBITDA stimata tra –20 e –30 milioni di euro nel FY25.
Già sotto la gestione Richemont, YNAP aveva accumulato perdite pesanti, fino a 128 milioni nei primi sei mesi del 2023. Gli analisti sottolineano la difficoltà di integrazione tra un gruppo tradizionale del lusso e una realtà digitale come Yoox Net-a-Porter.
Il modello multimarca online, inoltre, è sempre più sotto pressione: costi operativi elevati, strategie commerciali basate sugli sconti e il progressivo abbandono da parte dei brand, che preferiscono i propri canali diretti, hanno eroso margini e fatturati. A complicare il quadro ci sono le difficoltà del mercato del lusso globale, che nel 2024 ha registrato un calo medio del 2% anche a causa della frenata cinese e dell’aumento dei costi.
Per invertire la rotta, LuxExperience ha annunciato un piano di trasformazione che separa l’off-price (Yoox e The Outnet) dal full-price (Net-a-Porter e Mr Porter), così da contenere perdite e razionalizzare le spese. A maggio 2025 il CEO Michael Kliger ha parlato di “open-heart surgery”, con perdite aggiuntive fino a 150 milioni e investimenti da 250 milioni nei prossimi anni.
Nonostante qualche segnale positivo — nel terzo trimestre FY25 le vendite nette crescono del 3,8% e l’EBITDA rettificato torna in positivo per 9,3 milioni di euro — la base clienti continua a ridursi e le perdite operative restano elevate. Segno che la trasformazione è appena iniziata e la strada verso la redditività è ancora lunga.
In sintesi, le ragioni dei bilanci negativi sono una combinazione di declino delle vendite, costi elevati del modello multimarca, scarsa integrazione post-acquisizione e le sfide attuali del mercato del lusso digitale. Nell’immediato ne hanno fatto le spese, purtroppo, i dipendenti.
La retromarcia: licenziamenti sospesi
Il futuro dei 211 dipendenti di Yoox Net-a-Porter in Italia, inizialmente dichiarati in esubero, è per ora sospeso. All’inizio di settembre l’azienda aveva aperto la procedura di licenziamento collettivo, che coinvolgeva circa un quinto degli oltre mille addetti italiani, concentrati soprattutto a Bologna e in parte a Milano.
La decisione aveva suscitato forti reazioni sindacali e istituzionali, portando il caso sul tavolo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. A fine settembre, durante un primo incontro a Roma, il ministro Adolfo Urso aveva chiesto all’azienda di valutare soluzioni alternative, rinviando ogni decisione definitiva a un nuovo round di discussione.
Il 2 ottobre è arrivata la svolta: Yoox ha annunciato la sospensione immediata della procedura di licenziamento. Non ci saranno quindi uscite forzate nei prossimi mesi, mentre parte un percorso di confronto con i sindacati per individuare misure meno traumatiche. Sul tavolo ci sono ipotesi di ricollocazioni interne, uscite volontarie con incentivi, programmi di formazione e riqualificazione.
Il congelamento vale almeno fino a novembre, quando è previsto un nuovo incontro istituzionale per verificare se ci sono margini per superare del tutto la procedura. Nel frattempo l’azienda ha ribadito la volontà di mantenere in Italia il cuore operativo del gruppo.
Per i 211 lavoratori coinvolti si apre dunque una fase di trattativa: nessun licenziamento immediato, ma un percorso che dovrà tradursi in soluzioni concrete entro le prossime settimane. L’esito del tavolo ministeriale di novembre sarà decisivo per capire se la sospensione si trasformerà in una vera e propria alternativa agli esuberi.
(Articolo aggiornato al 03/10/2025)





