ForumPA 2019, un Paese che ha bisogno di competenze e semplificazioni

All’evento organizzato da FPA, società del gruppo Digital360, il premier Giuseppe Conte ha detto che “non può esistere una pubblica amministrazione che non sia digitale”. Serve rinnovare la popolazione dei dipendenti e arrivare a una semplificazione necessaria per la vita delle imprese e la competitività del Paese

Pubblicato il 17 Mag 2019

Foto di Rina Ciampolillo

“Non può esistere una amministrazione che non sia digitale e, al tempo stesso, non sia sottoposta a un aggiornamento continuo, come si addice a ogni struttura complessa che tratta soprattutto conoscenza”. Intervenendo nella giornata di chiusura di ForumPa, giovedì 16 maggio, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (qui puoi vedere la versione integrale del suo discorso) ha consegnato una verità che suona come un impegno e allo stesso tempo un’indicazione di marcia per quelli che saranno gli interventi futuri sulla macchina dello Stato. Dovrà essere sempre più digitale e, soprattutto, costantemente in manutenzione: non è più possibile pensare di fissare una volte per tutte regole, processi, relazioni.

La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione non è questione che riguarda solo i 3,2 milioni di dipendenti, di cui circa 45mila dirigenti effettivi. Coinvolge tutti noi, cittadini-clienti. Non solo. Sempre di più, come ci ricordano le classifiche internazionali, una pubblica amministrazione efficiente e contemporanea è ingrediente necessario per il sano sviluppo imprenditoriale del Paese e per la sua competitività. Lo sanno benissimo soprattutto i piccoli e medi imprenditori (startupper compresi), chiamati ancora a investire troppo tempo e risorse per gestire le relazioni con le pubbliche amministrazioni. “In Italia la spesa pubblica pesa il 50% del Pil “,  ricorda Andrea Rangone, Ceo di Digital360.  “Una PA efficiente, motivata e sempre più digitale è indispensabile per consentire un vero ammodernamento e rilancio dell’intero Paese”.

Il premier Luigi Conte tra Carlo Mochi Sismondi (a sinistra), presidente di FPA, Gianni Dominici, direttore generale, e Andrea Rangone, Ceo Digital360
A ForumPA, che è l’appuntamento annuale di riferimento sullo stato di salute e di innovazione della Pubblica Amministrazione, come quest’anno hanno confermato il numero dei partecipanti e le importanti presenze istituzionali,  incontri, confronti, tavoli di lavoro sono stati numerosi. Ma sono due i temi ricorrenti e rilevanti, qualunque sia il punto di osservazione e l’ambito in cui ci muove: le competenze e la semplificazione.

Nuove competenze per la pubblica amministrazione

Nei prossimi 3/4 anni usciranno dall’apparato dello Stato circa mezzo milione di persone, ha rivelato un’idagine presentata in apertura di ForumPA. Solo nel 2019 ci saranno 250mila uscite, ha confermato la ministra per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno. Abbiamo davanti un rischio e un’opportunità.

Intanto sgombriamo il campo da qualsiasi luogo comune sulla quantità dei dipendenti pubblici: non sono troppi, come di solito si dice. Ne hanno molti di più Germania, Inghilterra o Francia (tra il 30% e il 40%). In Italia, semmai, sono vecchi e poco aggiornati. Secondo una ricerca di FPA un dirigente su quattro ha superato i 60 anni e solo 212 sono under 35. “È necessario un investimento per l’aggiornamento delle competenze: solo due giornate di formazione l’anno di media è troppo poco per figure apicali che dovrebbero guidare un’amministrazione nel processo di innovazione”, fa notare Carlo Mochi Sismondi, presidente di FPA. L’esodo previsto può diventare un’opportunità se saranno modificati i criteri di selezione e formazione del nuovo personale pubblico che dovrà essere in grado di capire, interpretare e utilizzare le tecnologie digitali. Altrimenti, si è detto nella Nuvola di Fuksas che ha ospitato ForumPA, avremo solo una deleteria “rottamazione” che indebolirà ancora di più l’apparato pubblico.

La ministra per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno a ForumPA- Foto di Stefano Corso

La semplificazione senza (nuove) complicazioni

L’Italia è una Paese articolato su diversi livelli amministrativi: ministeri, regioni, province, comuni solo per ricordare i principali soggetti. Per le imprese lo schema di relazioni è ancora più complesso: asl, vigili del fuoco e altri enti autorizzativi o di controllo. Non può essere facile gestire questo schema e frequentarlo. Ma si può facilmente complicare ancora di più. Ed è quello che nel corso degli ultimi è accaduto con norme per la semplificazione che, nella permanenza di regole precedenti, sono diventate ulteriore causa di complicazioni. Nel corso di un incontro, promosso da Unioncamere all’interno di ForumPa, sul nuovo Patto per la semplificazione, si è convenuto tra i diversi speaker istituzionali e rappresentanti di categoria che il primo obiettivo è evitare le complicazioni della semplificazione. Non servono nuovo norme per rendere più semplice e meno costosa la vita del cittadino-imprenditore. È più urgente attuare quanto è stato già deliberato e spesso rimasto sulla carta, evitando di generare nuovi provvedimenti che poco sciolgono i nodi. Ma soprattutto è urgente “rompere i recinti”. Perché, è utile sottolinearlo, non esiste una Pubblica Amministrazione, ma tante pubbliche amministrazioni. Che si parlano con difficoltà, spesso si contraddicono, di solito costringono a ripetere domande, risposte, operazioni.

È il momento, quindi, di valorizzare la “buona burocrazia”, rinnovare le energie umane e mettere a sistema le tecnologie già utilizzate ma con scarsa competenza e convinzione. Nuove norme e nuove piattaforme serviranno a poco se non cambierà la cultura organizzativa e la relazione con i clienti-cittadini.

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Giovanni Iozzia
Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.

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