Il bike sharing sta imprimendo un’accelerazione alle economie locali europee grazie alla creazione di posti di lavoro e alla riduzione del traffico, generando 305 milioni di euro di benefici annuali. Sono i risultati di uno studio condotto da EY per EIT Urban Mobility e Cycling Industries Europe (CIE), che per la prima volta quantifica il ritorno economico e sociale degli investimenti nei sistemi di bike sharing. Il report mette in evidenza come le biciclette condivise contribuiscano a cittadini più sani, aria più pulita e sistemi di trasporto più efficienti in tutto il continente.
“Per la prima volta possiamo attribuire un valore economico ai benefici del bike sharing, e i risultati sono rivoluzionari”, ha commentato Nick Brown, CEO di Velogik UK e Project Lead dello studio. “Non si tratta solo di biciclette: è la prova che investire nella mobilità attiva genera ritorni economici misurabili per città e cittadini.”
Indice degli argomenti
Bike sharing in Europa: le città, la flotta
Il bike sharing è oggi disponibile in oltre 150 città dell’Unione Europea, del Regno Unito, della Svizzera e della Norvegia. Dai grandi sistemi come Parigi (42.200 biciclette) a Bruxelles (oltre 11.000) fino alle cittadine più piccole che ne gestiscono poche decine, la flotta europea complessiva conta 438.000 biciclette condivise, che permettono milioni di spostamenti ogni anno. Londra è la prima per numero di corse “dockless”, con 28 milioni di tragitti nel 2024.
Benefici per ambiente, salute e occupazione
Lo studio mostra che le biciclette condivise consentono di risparmiare 46.000 tonnellate di CO₂ e 200 tonnellate di inquinanti atmosferici all’anno. Incentivando il passaggio dall’auto alla mobilità attiva, contribuiscono a prevenire 1.000 malattie croniche, con un risparmio di 40 milioni di euro in costi sanitari, mentre la riduzione della congestione libera 760.000 ore di produttività, pari a circa 30 milioni di euro. Il settore sostiene inoltre 6.000 posti di lavoro equivalenti a tempo pieno in tutta Europa.
Bike sharing per le città: un investimento che rende il 10% all’anno
Per le città, il rapporto afferma che il bike sharing è un buon investimento: ogni euro speso oggi genera un rendimento annuale del 10%, producendo 1,10 euro in esternalità positive. Entro il 2030, se l’espansione continuerà, i benefici annuali potrebbero salire a 1 miliardo di euro, con 224.000 tonnellate di CO₂ evitate, oltre 4.200 malattie croniche prevenute e quasi 13.000 posti di lavoro sostenuti.
“Il bike sharing non è più soltanto un costo, ma un investimento che genera ritorni concreti: meno emissioni, aria più pulita, maggiore produttività e cittadini più sani”, ha dichiarato Lauha Fried, Policy Director di Cycling Industries Europe.
Il report invita le città a sostenere la crescita del settore attraverso politiche coerenti, finanziamenti, pianificazione basata sui dati e una più stretta integrazione con i trasporti pubblici e le infrastrutture ciclabili.





