Le tecnologie immersive come Realtà Virtuale e Realtà Aumentata sono entrate nella nostra quotidianità ridefinendo il modo in cui viviamo, apprendiamo e lavoriamo. Nate tra gli anni 80 e 90 e evolutesi come primo ambito applicativo nel gaming, stanno ora vivendo una trasformazione profonda, che coinvolge il mondo sia consumer sia business.
Nonostante permangano delle sfide lato hardware, con dispositivi non ancora pienamente indossabili in tutti i contesti, la direzione è tracciata: queste tecnologie del futuro rappresentano un’interfaccia dello spatial computing, dove mondo digitale e fisico si fondono in modo contestuale abilitando nuovi casi d’uso e dove, grazie all’AI generativa, vivremo esperienze sempre più inedite e personalizzate.
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Realtà Virtuale e Realtà Aumentata: cosa sono e perché contano oggi
La Realtà Virtuale (VR) e la Realtà Aumentata (AR) rientrano all’interno del più ampio concetto di Extended Reality (XR). Ma quali sono gli elementi differenzianti?
La Realtà Virtuale è una tecnologia che consente di immergersi completamente in un ambiente digitale, isolandosi dal contesto fisico grazie a dispositivi indossabili come visori e controller. Dall’esplorazione di mondi fantastici alla simulazione di scenari industriali, la VR permette di vivere esperienze uniche e, spesso, inaccessibili nella realtà.
La Realtà Aumentata, invece, ha molto più potenziale ma è ancora tecnologicamente poco matura. È un “overlay” digitale sulla realtà fisica, cioè sovrappone elementi digitali al mondo reale come testi, immagini, modelli 3D o dati interattivi, che si integrano in modo più o meno immersivo con ciò che l’utente vede attraverso smartphone, tablet, occhiali intelligenti o visori.
L’AR presenta infatti diverse declinazioni hardware/software: dalle esperienze via smartphone (basti pensare al “caso” Pokémon Go), ai monocoli per le applicazioni di supporto remoto industriale; dagli smart glasses Ray-Ban Meta, che offrono un’esperienza aumentata esclusivamente uditiva, ai cosiddetti visori di Mixed Reality (MR), dove reale e virtuale si fondono in modo credibile e dinamico, permettendo all’utente di interagire in maniera naturale con gli elementi digitali nello spazio fisico.
Queste tecnologie nascono per le operations industriali e la simulazione militare, ma entrano sul mercato di massa nei primi anni 2010 grazie al consumer gaming; una diffusione resa possibile sia dalla qualità raggiunta dal software – giochi 3D molto coinvolgenti – sia grazie all’abbattimento dei costi della componentistica hardware, reso possibile dalla diffusione massiva degli smartphone.
Oggi VR e AR sono uscite dal puro gaming, e possono essere considerate tecnologie del futuro perché permettono una vera e propria rivoluzione nell’esperienza utente, un valore aggiunto unico che trasforma l’interazione sia con il mondo digitale che con quello fisico aumentato, abilitando scenari nuovi e potenzialmente dirompenti.
Ridefinire l’esperienza utente: un cambio di paradigma
Alla base dei mondi immersivi troviamo sei pilastri di valore che migliorano l’esperienza digitale rispetto alle tradizionali applicazioni bidimensionali, fruite da schermo. Innanzitutto un maggiore engagement: le esperienze immersive sono più coinvolgenti delle esperienze 2D, trattenendo più a lungo l’utente al loro interno. Permettono anche più coinvolgimento sociale, in quanto la presenza in uno spazio 3D condiviso aumenta l’empatia e migliora la collaborazione, garantendo al tempo stesso un migliore showcasing della ownership digitale (non è infatti un caso che all’interno dei mondi sociali virtualisi siano spesso create delle vere e proprie economie virtuali). Le esperienze immersive abilitano simulazioni lifelike, dove un maggiore senso di presenza spaziale permette di entrare in scenari unici e inediti, vivendo le stesse emozioni della realtà fisica. Garantiscono la smaterializzazione di luoghi e prodotti, permettendone nuovo paradigma di fruizione. Infine abilitano l’intelligenza contestuale, contestualizzando l’informazione (e dell’AI) su oggetti fisici o asset virtuali.
Insomma, fruire di un’esperienza immersiva è come viverla nel mondo reale, permette di attivare le emozioni, l’attenzione e di conseguenza la memoria in modo molto più profondo. Diversi studi dimostrano infatti che la retention di un’esperienza vissuta dal vivo è pari all’80%, contro il 30% di ciò che si guarda passivamente e appena il 10% di ciò che si legge.
Realtà Virtuale e Realtà Aumentata: applicazioni nei diversi settori
VR e AR trovano applicazione in molteplici settori e molte aziende stanno già utilizzando queste tecnologie nei propri processi.
In ambito retail ed eCommerce, VR e AR stanno cambiando radicalmente l’esperienza d’acquisto: è possibile provare virtualmente un paio di occhiali (ad es. con il Virtual Try-On di Amazon), esplorare showroom digitali o sfogliare cataloghi immersivi interattivi. Nel mondo manifatturiero e industriale, queste tecnologie trovano impiego nella prototipazione virtuale, nella manutenzione assistita tramite visori AR che forniscono informazioni contestuali in tempo reale, e nelle simulazioni immersive per il training del personale tecnico, rendendo l’apprendimento più efficace e sicuro. Nel settore healthcare e pharma, la chirurgia assistita tramite AR consente ai medici di ricevere indicazioni visive durante gli interventi. Nel campo della formazione e HR, queste tecnologie permettono l’onboarding immersivo per i nuovi assunti, ma anche training aziendali con simulazioni immersive in totale sicurezza.
Con AnotheReality abbiamo sviluppato diversi di questi progetti: dai training virtuali per le operazioni in alta quota, rivolti ad operatori del mondo energy, ai learning game per il settore automobilistico, che aiutano ad argomentare la vendita dei veicoli elettrici in modo divertente e coinvolgente.
La sfida per i Chief Innovation Officer
In questo scenario i Chief Innovation Officer (CIO) hanno un ruolo strategico per implementare le tecnologie nel futuro. A loro è affidato il compito di condurre l’adozione di queste soluzioni in modo coerente, sostenibile e orientato al valore per ogni dipartimento aziendale. Le decisioni che i CIO devono affrontare si articolano su tre livelli distinti ma interconnessi: software, hardware e content. Il loro ruolo va oltre la semplice scelta tecnologica: devono delineare roadmap evolutive, individuare partner tecnologici affidabili e gestire l’intero processo di change management, accompagnando l’organizzazione in una trasformazione culturale e digitale profonda.
Infine, misurare l’impatto di queste soluzioni richiede l’identificazione di KPI e metriche specifiche coerenti con le use case di riferimento. In contesti diversi, i parametri di valutazione possono variare sensibilmente: si va dal livello di engagement degli utenti al tempo medio necessario per completare un’attività. Questi indicatori devono essere integrabili nei processi aziendali per misurare in modo efficace non soltanto l’esperienza del cliente, ma anche quella dei dipendenti, in un’ottica orientata alla customer ed employee experience.
Realtà virtuale e realtà aumentata: i limiti attuali e le barriere da superare
Le tecnologie immersive si stanno integrando in un ecosistema digitale sempre più ampio e interconnesso ma restano ancora dei limiti e delle barriere da superare come, ad esempio, il costo delle tecnologie, la scalabilità, il gap di competenze, la resistenza culturale, e il tasso di obsolescenza dei dispositivi.
Verso un futuro immersivo: trend emergenti
Queste nuove tecnologie rappresentano l’interfaccia ideale dello spatial computing, un nuovo tipo di computer dove il mondo digitale si presenta con lo stesso linguaggio del mondo fisico, permettendo quindi di aumentarlo sotto diverse dimensioni.
Innanzitutto le tecnologie immersive rappresentano una nuova interfaccia per dialogare con il mondo fisico, e lo fanno grazie all’Internet of Things (IoT), sensori che catturano dati dal mondo reale, e attuatori che permettono agli algoritmi di controllare quest’ultimo.
Ma questo è soltanto il primo passo nella direzione del concetto più allargato di digital twin, una rappresentazione virtuale, interattiva e dinamica di oggetti o sistemi fisici complessi capace di simulare scenari futuri, valutare alternative, e supportare decisioni con un grado di accuratezza senza precedenti. Vediamo i digital twin già oggi in azione nel mondo delle infrastrutture, all’interno delle sale di controllo, o nel mondo dell’industria con il cosiddetto metaverso industriale, un contesto dove l’AI gioca un ruolo sempre più rilevante. Gli algoritmi di analisi predittiva permettono infatti di anticipare comportamenti e necessità, mentre quelli di analisi prescrittiva offrono suggerimenti concreti su come agire in modo efficace.
E l’AI generativa? In un mondo immersivo abiliterà esperienze sempre più contestuali e reattive, capaci di adattarsi all’ambiente e alle esigenze specifiche dell’individuo, aprendo la strada a nuove forme di intrattenimento digitale e quindi a nuovi modelli di advertising o di business. Le tecnologie nel futuro saranno insomma ubiquitarie, e prepararsi al domani significa sperimentare, formarsi e soprattutto costruire valore umano già oggi.