Progetti speciali
Non c’è innovazione senza riconoscimento del merito
Una m capovolta è il marchio della nuova Fondazione del merito voluta dall’imprenditore Mimmo Costanzo e la professoressa Elita Schillaci. «Il nostro lavoro sarà cercare di raddrizzare la lettera. In Italia prevale ancora la cultura del demerito». E questo non aiuta il cambiamento
di Redazione EconomyUp
09 Mag 2014

«Investire sui talenti, su chi sa e vuole fare è una delle migliori risposte alla crisi», spiega Costanzo che con la Fondazione intende da una parte “illuminare” i casi di merito quotidiano con una mappatura della meritocrazia in Italia. «Perché il merito c’è solo se viene riconosciuto», ha osservato Federico Morello, scelto come testimonial della Fondazione: a 19 anni è già Alfiere della Repubblica e Young Digital Advisor del Commissario Europeo Neelie Kroes grazie alla battaglia, cominciata quando di anni ne aveva solo 13, per portare la banda larga nel suo paese in provincia di Pordenone. «Il merito c’è e valorizzarlo aiuta a combattere la meritofobia», aggiunge la professoressa Schillaci. «Bisogna spezzare le filiere del demerito che scoraggiano chi fa bene quotidianamente».

C’è da invertire una tendenza. Per questo tra i marchi disegnati da un gruppo di studenti dello Ied di Milano, gudiati dal docente e designer Mauro Panzeri, è stato scelto quello di Chiara Pirovano, studentessa al 2° anno di Graphic Design in Visual Communication, che ha vinto il Premio al Merito del valore di € 1000, per meglio aver sintetizzato in un logo i valori della neonata Fondazione del Merito: una m capovolta. «Ecco con il nostro lavoro speriamo abbia presto la possibilità di raddrizzarsi», commenta Costanzo che ha voluto nel board della Fondazione, oltre la professoressa Schillaci e Federico Morello, Giovanni Giuffrida, docente di informatica e imprenditore digitale rientrato in Italia dagli Stati Uniti (“l’attenzione al merito è una delle cose che mi manca di più…”); Vicky Gitto, EVP, Group Executive Creative Director Young&Rubicam Group (“valutare il merito non è facile, ma farlo è una necessità anche in campo creativo”) e il direttore di EconomyUp Giovanni Iozzia.