OPEN INNOVATION CONTEST
L’innovazione non si ferma: parte il Premio Marzotto-2031, in palio 5milioni
Con la decima edizione viene lanciata la nuova piattaforma 2031 che traghetterà il Premio Marzotto verso il secondo decennio. “Non possiamo permettere che il virus contagi anche il futuro e la speranza”, dice il direttore Cristiano Seganfreddo. “Questa è una chiamata d’emergenza”. Scadenza: 27 maggio
di Giovanni Iozzia
Pubblicato il 26 Mar 2020
L’innovazione non si ferma, l’innovazione non si deve fermare, soprattutto nei momenti critici come quello che stiamo vivendo. Il Premio Gaetano Marzotto, il più importante network di premi in Italia e probabilmente al mondo, lancia così la sua decima edizione in cui si aggiunge, nel titolo, un significativo 2031: una piattaforma per il futuro con lo sguardo rivolto verso il prossimo decennio. 2031 è la piattaforma che viene lanciata quest’anno per sostenere la seconda fase del premio nato 10 anni fa per volontà e con il sostegno economico della famiglia Marzotto e che dal 2021 andrà avanti con le sue gambe.
“È in atto un’emergenza globale, ma non possiamo permettere che contagi anche il futuro e la speranza”, spiega Cristiano Seganfreddo, founder e direttore di Premio Gaetano Marzotto e di 2031. “Dobbiamo sostenere l’innovazione italiana. Non ci possiamo fermare”. E non è possibile fermarsi perché bisogna dare voce e sostegno a quel sistema italiano dell’innovazione che trova nell’ultimo decennio ha trovato nel Premio un momento di incontro, conforto e sviluppo.
5 milioni di euro per startup, aziende e PMI innovative: è la posta in gioco nel nuovo bando che si apre giovedì 26 marzo per chiudersi il 27 maggio. In giugno è prevista la premiazione delle startup selezionate da Network Incubatori e Parchi Scientifici e Tecnologici, mentre la finale è in calendario per il 19 novembre, a Roma. Come sempre i numeri del Premio Marzotto sono importanti, e non solo per la dimensione economica: i partner sono oltre 100, 25 le grandi aziende italiane e internazionali coinvolte, 28 gli incubatori e acceleratori. E poi ci sono le istituzioni, le associazioni di categoria, gli investitori, i family office. Un incontro che lascia ben sperare sull’efficacia e la crescita del sistema italiano dell’innovazione.