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La notizia della morte della Silicon Valley è fortemente esagerata (e l’Italia vi sbarca in forze)

Sul Corriere della Sera si parla di crisi del modello-California. Non tutto funziona ma la Silicon Valley resta l’epicentro dell’innovazione del mondo. Oltre trecento delle Fortune 500 company hanno lì un avamposto. Finalmente arrivano anche le aziende italiane e presto sarà inaugurato l’Italian Innovation and Culture Hub

Pubblicato il 07 Dic 2021

Apple Park, Cupertino (Photo by Carles Rabada on Unsplash)

Federico Rampini sul Corriere della Sera ha denunciato la fine del modello della California e della Silicon Valley: “Nessun altro luogo al mondo sembrava in grado di concentrare così tanti ingredienti favorevoli all’innovazione. Oggi il modello-California è in crisi. Lo conferma la scelta di Elon Musk di abbandonare la Silicon Valley per trasferirsi in Texas: il rivale storico, vetrina del neoliberismo e paradiso fiscale repubblicano. Musk sta delocalizzando interi segmenti della sua Tesla in Texas, Cina e Germania; guida un esodo di start-up tecnologiche che abbandonano la West Coast”.

Per quanto ci sia del vero nella rappresentazione di Federico (il folle costo della vita e la competizione assurda per strapparsi i talenti, la regolazione e tassazione considerate eccessive almeno per gli standard americani, il drammatico problema degli homeless) la Silicon Valley resta – ed è destinata a restare – l’epicentro dell’innovazione del mondo.

Come evidenziato in un precedente articolo – ove avevamo ripreso alcuni dati del report “Tech Scaleup Silicon Valley” presentato a San Francisco a settembre all’opening dello Scaleup Summit Silicon Valley (research.mindthebridge.com per il download), la Silicon Valley per densità di scaleups e volumi di investimenti non ha close comparables. Nonostante l’esodo di startup e tech companies cui stiamo assistendo, nessun ecosistema – né negli Stati Uniti (LA, Texas, Boston/Cambridge, Seattle, Chicago, Atlanta, Miami) né fuori (Tel Aviv, Seoul, Singapore, Londra, Parigi, …) – ha la benché minima possibilità di colmare il gap con la Silicon Valley.

E questo è il motivo per cui quasi oltre trecento grandi Fortune 500 companies sono presenti in Silicon Valley con avamposti dell’innovazione. Numero che sta crescendo negli ultimi anni ad un ritmo pazzesco. Quindi, parafrasando Mark Twain, la notizia della morte della Silicon Valley è fortemente esagerata.

Numero che mercoledì è cresciuto di un’altra presenza italiana, quella di Eni che ha ufficializzato lo sbarco nella Bay Area.

Eni si aggiunge ad Enel (altre 2-3 grandi aziende dovrebbero fare lo stesso nei prossimi mesi, non posso dirvi i nomi) e va ad rafforzare la presenza italiana che da settembre ha accolto la presenza istituzionale di ANIA e della Regione Sardegna, che hanno aperto presso il Mind the Bridge Innovation Center una Innovation Antenna.

Finalmente l’Italia dell’innovazione sbarca in forza in Silicon Valley. Tant’è che il ministro degli Esteri Di Maio è atteso a San Francisco per inaugurare l’Italian Innovation and Culture Hub di cui avevo parlato proprio in questa colonna qualche mese fa. La visita, inizialmente calendarizzata per dicembre, è stata rinviata al nuovo anno.

Riuscirà l’Italia a fare massa critica per mobilizzare l’immenso potenziale della Silicon Valley?

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Alberto Onetti
Alberto Onetti

Chairman (di Mind the Bridge), Professore (di Entrepreneurship all’Università dell’Insubria) e imprenditore seriale (Funambol la mia ultima avventura). Geneticamente curioso e affascinato dalle cose complicate.

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