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Il Venture Capital: un’industria sull’orlo di una crisi di nervi



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Solo il 37% dei fondi VC lanciati nel 2019 ha garantito un ritorno di capitale agli investitori. E a quelli recenti è andata peggio. Cosa è successo? È in corso un reset strutturale del settore. E soltanto gli investimenti in AI sono in controtendenza. I dati e l’analisi

Pubblicato il 5 ago 2025



Venture capital in crisi
Venture capital in crisi

Secondo gli ultimi dati Carta (vedi grafico sotto), solo il 37% dei fondi VC lanciati nel 2019 ha ritornato capitale (qualsiasi importo) ai propri investitori (i cosiddetti LP) dopo 5 anni. In altre parole: quasi due terzi dei fondi di quello che si pensava fosse ancora la Golden Age del Venture Capital non ha restituito neanche un dollaro ai propri investitori.

E i fondi più recenti? Pure peggio. Solo il 7% dei fondi del 2022 ha distribuito capitale.

Non si tratta solo di una parentesi negativa. È il periodo più difficile per il settore del Venture Capital da decenni.

I numeri non mentono

Guardando alla performance dei fondi di VC negli ultimi anni, possiamo identificare momenti diversi e soprattutto un chiaro trend negativo che si accentua anno dopo anno.

Venture capital: l’età dell’oro (2017–2018)

Guardando ai fondi del 2017:

  • L’81% ha restituito capitale dopo 5+ anni
  • IRR (mediana) dell’11,5% (ottimo!)
  • Il top quartile superava il 28%
  • Anche il 25° percentile generava IRR del 5%

Il 2018 regge ancora bene:

  • 54% dei fondi ha restituito capitale
  • IRR dell’8%

Le prime crepe (2019–2020)

Già nel 2019 i segnali d’allarme erano chiari:

  • Solo il 37% dei fondi ha restituito capitale
  • IRR sceso al 5,4%

Nel 2020 è andata anche peggio:

  • Solo il 30% ha restituito capitale
  • IRR del 2,6% (inferiore ai titoli di stato)
  • Anche i fondi nel 90° percentile hanno visto rendimenti sotto al 20%

Ma nel frattempo tutti celebravano unicorni e mega-round, ignorando i segnali.

Lo tsunami arriva (2021–2024)

I VC funds del 2021:

  • Solo il 15% ha restituito capitale (nonostante siano attivi da oltre 3 anni)
  • IRR negativo (-0,4%)

Nel 2022:

  • 7% ha restituito capitale
  • IRR: -1,9%

I fondi del 2023:

  • IRR: -5,8%

Qui non si parla più solo di rendimenti insufficienti, ma di ritorni negativi across the board.

Venture capital in crisi: cosa è successo?

1. La bolla delle valutazioni è scoppiata per il B2B (ma è tornata per l’AI)

I multipli di 100x sulle revenue sono spariti per il B2B e si sono spostati sulle startup AI in rapida crescita.

2. Il mercato delle exit si è congelato (ma ci sono segnali di ripresa nel 2025)

Le IPO sono crollate:

  • 2021: 1.035 IPO globali
  • 2022: 181 IPO
  • 2023: 154 IPO
  • 2024: ~180 IPO

Ma il 2025 sta mostrando segnali reali di risveglio (come ragionavamo settimana scorsa):

  • Ci sono state alcune IPO di successo: CoreWeave (+250%), Rubrik (+206%) ServiceTitan (+50%) e MNTN (+56%);
  • Pop medio del primo giorno: 31%, con ritorni medi attuali del +77% rispetto al prezzo di quotazione

Sta ripartendo anche l’attività di M&A:

  • Meta ha investito $14,3B in Scale AI (partecipazione  del 49% con valutazione a $29B)
  • Google ha acquisito Wiz per $32B in cash (dopo che erano stati rifiutati $23B nel 2024)
  • Diverse exit mid-market tra $1B e $5B nel software B2B

3. La durata dei fondi VC si allunga

Prima i fondi VC restituivano capitale tra l’anno 3 l’anno 7. Ora sono costretti a tenere le proprie posizioni per periodi ben più lunghi (in alcuni casi di oltre 15 anni), confidando in una ripresa del mercato.

Il problema: gli LP che hanno investito nei fondi 2019–2022 si aspettavano distribuzioni entro il 2024–2025. Invece oggi invece di avere distribuzioni di capitale, ricevono solo capital call. Quindi i nuovi fondi che fanno fundraising trovano portafogli vuoti e detentori disillusi.

4. La spaccatura: AI contro tutti

Mentre la maggior parte dei VC affoga, chi ha investito sull’AI prima che esplodesse il boom sorride. I campioni? Anthropic (valutata oltre $60B), OpenAI (valutazione stimata $157B), ma anche Scale AI, Character.AI, Perplexity…

Se guardiamo ai numeri del 90° percentile:

  • 2021: 13,0% IRR
  • 2022: 17,6% IRR
  • 2023: 21,8% IRR

Come è possibile? Solo per fare un esempio, un investimento da $10M nel Series A di Anthropic oggi vale $500M (almeno sulla carta).

Chi invece è rimasto fuori dall’AI si ritrova un portafoglio gonfiato di SaaS del 2021-2022, senza possibilità di uscita.

Crisi del venture capital: quali implicazioni per i diversi attori?

Founders (non AI):

  • Il fundraising è molto più difficile
  • L’unica speranza sono bridge round con condizioni fortemente penalizzanti
  • E’ indispensabile fare efficienza di costi e ridurre il burn
  • Vanno ridimensionate le aspettative di exit

VCs:

  • I cicli di raccolta fondi si estendono a 3+ anni
  • Il “sizing” risulta  profondamente ridimensionato
  • I compensi sono in sofferenza (senza distribuzioni = no carry)
  • Molti passano da “gestione attiva” a “sopravvivenza” “zoombie funds”, ne avevamo già parlato)

LPs:

  • Le distribuzioni sono poche o nulle
  • Le richieste di capitale sono continue
  • La liquidità è tutta bloccata in fondi zombie.
  • L’allocazione sull’asset VC risulta di necessità sovrappesata rispetto al resto del portafoglio (quindi scarsa disponibilità a fare nuovi investimenti)
  • L’appetito per nuovi fondi scema

Cosa aspettarsi?

1. Reset realistico delle valutazioni (in corso)

Siamo al 60% del processo di correzione delle valutazioni post-2021.
Indicazioni qui vengono dalle IPO di Chime e Hinge Health avvenute a valutazioni inferiori rispetto al 2021.

2. Ripresa del mercato delle exit (già iniziata)

IPO:

  • Diverse IPO tech recenti ben accolte
  • Nuove IPO attese nel secondo semestre del 2025
  • Multipli di aziende SaaS stabilizzati su 6-8x del fatturato

M&A:

  • Scale AI chiude con Meta ($14,3B)
  • Wiz rifiuta $23B da Google
  • Exit silenziose ma sostanziali nel mid-market SaaS

3. Razionalizzazione dei portafogli (ora)

I VC dovranno:

  • Lasciar morire parecchie startup
  • Accettare down round per ripulire le cap table
  • Concentrare le risorse su poche aziende
  • Il prossimo fundraising sarà durissimo (soprattutto se non sia track record sull’AI)

Conclusioni

Come ricorda Jason Lemkin (cui dobbiamo gran parte di questa analisi): “non è solo un brutto momento. E’ un reset strutturale del settore”.

L’era del denaro facile, del “crescere a ogni costo” e del “fake it till you make it” è finita.

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