INNOVAZIONE

Il nuovo corso di Digital360: più servizi in abbonamento per le imprese

Continua la crescita del Gruppo Digital360, grazie anche allo sviluppo di nuovi servizi innovativi nelle due aree di attività: Demand Generation e Advisory. “Stiamo lavorando sul Digital-as-a-service per porre le basi di un nuovo modello di business”, dice il CEO Andrea Rangone. Il lancio della CallX360

Pubblicato il 04 Nov 2019

Andrea Rangone, fondatore e presidente di Digital360

Raccontare, sostenere e abilitare l’innovazione significa anche (e soprattutto) cercarla e metterla in opera quotidianamente. “I servizi più innovativi stanno segnando lo sviluppo della società nelle sue due aree di business, Demand Generation e Advisory. Ma continuiamo a cercare nuove modalità per le nostre attività, che hanno tutte un obiettivo: contribuire alla trasformazione digitale e all’innovazione del Paese”, dice Andrea Rangone, CEO di Digital360, gruppo quotato all’AIM (editore tra l’altro anche di EconomyUp), che ha chiuso una semestrale con un forte segnale di evoluzione.

Ci sono i numeri, positivi: ricavi in crescita del 13% sullo stesso periodo del 2018, EBITDA stabile. Ma c’è soprattutto una visione strategica forte che attraversa le due anime del Gruppo, la demand generation (servizi di digital marketing per le imprese) e l’advisory and coaching (la consulenza e la formazione per la trasformazione digitale): soluzioni innovative per accelerare il business su un mercato in grande sviluppo, quello delle tecnologie digitali, Accanto ai servizi più “tradizionali”, quindi, Digital360 sta accelerando su un’offerta di nuova generazione. In questa cornice si colloca la call per innovatori appena lanciata proprio per raccogliere idee e partner sia sul fronte della demand generation sia dell’advisory. Del 2019 di Digital360 e delle prospettive 2020 abbiamo parlato con Andrea Rangone.

Che cosa c’è dietro i numeri della crescita di Digital360?
I dati di crescita del volume d’affari del primo semestre 2019 sono molto positivi perché determinati anche dal lancio sul mercato di nuovi servizi per le imprese in “abbonamento”, quindi con ricavi ricorsivi. Stiamo lavorando sul “Digital As-A-Service” nelle due aree di business su cui è focalizzato il Gruppo: la Demand Generation e l’Advisor and Coaching.

Cominciamo dalla Demand Generation: che cosa fa e per cosa si caratterizza?
La Demand Generation, che può contare sul più grande network italiano di testate on line sull’innovazione, insiste su un mercato enorme, quello della compravendita di servizi digitali, che in Italia vale già 30 miliardi ed è in costante crescita. Come in tutti i mercati i canali digitali sono sempre più determinanti nell’informazione e nella decisione d’acquisto. Digital360 ha messo a punto un sistema di digital marketing, che noi chiamiamo Engine: un potente motore di contatti per le tech company che devono proporre le loro soluzioni, intercettare i bisogni dei clienti e convincerli a comprare.

Adesso, oltre ai progetti “su misura” che continuiamo a fare, siamo in grado di offrire servizi ricorrenti, basati su forme di abbonamento e capaci di creare una relazione più stretta con i player del mercato hi-tech, a cui viene offerta di fatto la possibilità di gestire in outsourcing le attività di digital marketing, a partire dalla produzione dei contenuti sulle loro property. Questo nuovo modo di affrontare la demand generation è particolarmente adatto alle imprese più dinamiche del settore IT, che crescono e hanno importanti progetti di aggregazione. Per questi imprenditori abbiamo organizzato un evento dedicato, il Tech Companies Lab, che si è svolto il 29 ottobre a Milano ed è stato un po’ anche la loro festa.

E sul fronte dell’Advisory and Coaching?
Sul fronte dell’Advisory per imprese e pubbliche amministrazioni, come per la Demand Generation, abbiamo lavorato per definire un modello di servizio unico: anche in questo caso usiamo la parola Engine, che grazie a metodologie e software proprietari permette di ingegnerizzare dati e conoscenze, superando i limiti di scalabilità e di costo della consulenza tradizione. È un percorso stimolante che ci fa intravvedere grandi opportunità per il nostro gruppo ma anche per il sistema italiano delle piccole e medie imprese. Adesso siamo in grado di declinare le nostre numerose practice in modalità innovativa: stiamo già erogando, ad esempio, la compliance as a service.

Qual’è stata l’accoglienza del mercato?
Molto buona, lo evidenziano i dati del primo semestre e il lavoro quotidiano. A fine anno avremo avviato un centinaio di progetti basati sull’Engine per la Demand Generation e abbiamo un numero crescente di richieste per i servizi di Advisory. Siamo in un mercato destinato a crescere perché, non mi stancherò mai di dirlo, la trasformazione digitale tocca tutte le aziende di tutte le industry. In Italia siamo in ritardo e quindi bisogna lavorare per recuperarlo: tutte le imprese sono chiamate a compiere scelte che sono tecnologiche ma non solo. C’è un fattore organizzativo, cuturale, altrettanto decisivo. Come diciamo da tempo, l’innovazione digitale è la chiave di volta della competitività e della crescita del Paese.

Digital360 ha apena lanciato un call for innovation. Perché se sta facendo tante cose nuove?
Digital360 è cresciuta mediamente del 50% ogni anno, offrendo servizi basati sulle tecnologie digitali. Ma in questo mondo non è mai possibile fermarsi, è necessario innovarsi costantemente e il modo migliore per farlo, lo sappiamo bene e lo scriviamo ogni giorni sulle nostre testate, è aprirsi verso l’esterno, sollecitare il contributo di talenti e imprenditori che da qualche parte stanno certamente pensando e sviluppando soluzioni coerenti con la proposta del nostro Gruppo. Per questo abbiamo deciso di lanciare CallX360 : invitiamo giovani talenti, esperti digitali, startup e aziende tech a collaborare con noi per sperimentare nuovi modelli di business e rivoluzionare i servizi e le attività di Marketing B2b e di Advisory. Non vedo l’ora che arrivi la scadenza del 30 novembre: sono certo che troveremo nuovi ingredienti per crescere ancora e di più nel 2020.

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Giovanni Iozzia
Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.

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