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Etica e tecnologia: lettera aperta all’umanità sul giusto uso dell’innovazione

In Rete sta circolando un testo, partito da Copenhagen, che invita ad affrontare con spirito critico gli impatti che le soluzioni tecnologiche possono avere sulle nostre vite e a far sì che siano strumenti costruiti intorno alle nostre esigenze. Perché un grande potere comporta anche grandi responsabilità

Pubblicato il 03 Ott 2017

etica

Una lettera online. Concisa, chiara e completa.

Un obiettivo: indirizzare le scelte dell’umanità nella giusta direzione, risvegliare un po’ di spirito critico nei confronti della società e degli impatti che le tecnologie hanno e avranno sulle nostre vite.

Un testo rivolto a chiunque abbia oggi a che fare con la progettazione e la programmazione della tecnologia, con l’auspicio di rimettere l’uomo al centro e di restituire alla tecnologia il ruolo importantissimo che ha da sempre ricoperto per noi umani, uno strumento. Anzichè finire noi con l’adattarci alla tecnologia, la lettera propone di costruirla attorno alle nostre esigenze per potenziare le nostre capacità senza obbligarci a snaturare la nostra essenza di innovatori.

Gli strumenti che abbiamo oggi a disposizione ci danno un enorme potere. Per fare solo qualche esempio, ci permettono di comunicare a kilometri di distanza, di trasmettere immagini e suoni, di esplorare l’universo, manipolare le risorse naturali a nostra disposizione, coprire lunghe distanze in pochissimo tempo, vivere al riparo dagli eventi meteorologici  ed aumentare la nostra aspettativa di vita.

Ma un grande potere comporta sempre anche grandi responsabilità e troppo spesso tendiamo a dimenticarcene.

Come diceva W. Gibson, “Technology is morally neutral untill we apply it”, la tecnologia è neutrale dal punto di vista morale, fino a che non siamo noi ad applicarla.

Siamo noi infatti a dare valore morale alle nostre azioni e, di conseguenza, all’uso che facciamo degli strumenti che abbiamo a disposizione. La stessa tecnologia spesso può essere fonte di grandi cambiamenti positivi come di enormi disastri e possiamo verificarlo con le scoperte pià semplici fatte dall’umanità. Pensiamo ad esempio a cosa possiamo fare con il fuoco da quando abbiamo imparato a governarlo: possiamo cucinare, riscaldarci, illuminare la nostra strada e utilizzare il calore per lavorare metalli. Ma possiamo anche appiccare incendi dolosi, creare armi di distruzione e togliere vite mettendo al rogo chi non la pensa come noi.

La lettera sta facendo il giro del mondo e in molti la stanno sottoscrivendo, prendendosi l’incarico di applicare questa visione del mondo e di cercare di diffonderla.

Qui sotto il testo completo in inglese.

THE COPENHAGEN LETTER

Copenhagen, 2017

To everyone who shapes technology today

We live in a world where technology is consuming society, ethics, and our core existence.

It is time to take responsibility for the world we are creating. Time to put humans before business. Time to replace the empty rhetoric of “building a better world” with a commitment to real action. It is time to organize, and to hold each other accountable.

Tech is not above us. It should be governed by all of us, by our democratic institutions. It should play by the rules of our societies. It should serve our needs, both individual and collective, as much as our wants.

Progress is more than innovation. We are builders at heart. Let us create a new Renaissance. We will open and nourish honest public conversation about the power of technology. We are ready to serve our societies. We will apply the means at our disposal to move our societies and their institutions forward.

Let us build from trust. Let us build for true transparency. We need digital citizens, not mere consumers. We all depend on transparency to understand how technology shapes us, which data we share, and who has access to it. Treating each other as commodities from which to extract maximum economic value is bad, not only for society as a complex, interconnected whole but for each and every one of us.

Design open to scrutiny. We must encourage a continuous, public, and critical reflection on our definition of success as it defines how we build and design for others. We must seek to design with those for whom we are designing. We will not tolerate design for addiction, deception, or control. We must design tools that we would love our loved ones to use. We must question our intent and listen to our hearts.

Let us move from human-centered design to humanity-centered design.
We are a community that exerts great influence. We must protect and nurture the potential to do good with it. We must do this with attention to inequality, with humility, and with love. In the end, our reward will be to know that we have done everything in our power to leave our garden patch a little greener than we found it.

We who have signed this letter will hold ourselves and each other accountable for putting these ideas into practice. That is our commitment.

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