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Educazione digitale dalla nascita: un podcast per aiutare i genitori nei primi anni di vita dei figli



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Il podcast “Genitori e figli oltre gli schermi”, per genitori di bimbi da 0 a 6 anni, affronta il rapporto tra infanzia e tecnologie digitali. Attraverso il confronto con esperti e le voci dei bambini, propone strumenti pratici e un approccio di prevenzione per relazioni genitori-figli più consapevoli

Pubblicato il 12 dic 2025

Antonio Palmieri

Fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido



Educazione digitale
Educazione digitale

“Non so se possiamo considerarlo un regalo di Natale, ma sicuramente ha a che fare con la nascita”.

Gentile Valeria Colangelo, chiariamo di che cosa stiamo parlando…

“Mi riferisco al fatto che mercoledì 17 dicembre sarà disponibile l’ultima puntata del nostro podcast “Genitori e figli oltre gli schermi”, un podcast gratuito, rivolto ai genitori di bambini da 0 a 6 anni, nato per offrire informazioni di qualità, spunti di riflessione e strumenti pratici sul rapporto tra infanzia e tecnologie digitali.

Ultima puntata presuppone una serie…

“Abbiamo iniziato il 5 novembre. Sono in tutto sette puntate di 30 minuti circa l’una, disponibili su tutte le piattaforme. In ogni puntata dialogo con un esperto e poi concludiamo con la voce dei bambini, che raccontano con spontaneità la loro esperienza con gli schermi e la tecnologia, regalando un punto di vista genuino e sorprendente.”

Non siete l’unica iniziativa di questo tipo. Penso per esempio a “Schermi pericolosi: guida per genitori e adolescenti”, podcast di Arel e Chora Media, in collaborazione con Patti digitali e Telefono Azzurro.

“Più siamo e meglio è! I genitori sono soli, hanno bisogno di aiuto. Il punto originale del nostro podcast è che ci rivolgiamo ai bimbi piccoli e piccolissimi. È lo stesso punto di metodo che anima la proposta dei 9 consigli digitali per neogenitori che lei, Antonio, ha proposto a novembre sulle pagine del Corriere della sera.”

Lavorando su quella proposta sono sempre più convinto che quello che ho definito “svezzamento digitale” debba iniziare dal giorno dell’arrivo a casa del bebè: i genitori sono comprensibilmente distratti da tutte le incombenze legate all’arrivo a casa della creatura e quindi non pensano anche a questo fondamentale aspetto. Nell’era digitale l’educazione al suo buon uso inizia al giorno uno e parte dai comportamenti dei genitori.

“Proprio così. Con il nostro podcast – prodotto da Little Frog Film per la regia di Dina Curione, il sostegno del Municipio XII di Roma Capitale e il patrocinio dell’associazione di promozione sociale Il Melograno Roma – vogliamo offrire ai genitori una bussola per orientarsi nel mondo digitale, costruendo relazioni più autentiche e consapevoli con i propri figli.”

Valeria, non abbiamo ancora detto che lei è psicologa e psicoterapeuta familiare

“Coordino una rete di colleghi e di servizi che si chiamano appunto Oplà per la famiglia e inoltre vengo anche da studi teatrali e di doppiaggio e ho lavorato in un’emittente radio regionale.”

Quindi ha messo insieme tutte queste esperienze e le ha unite nel podcast…

“Come psicoterapeuta familiare supporto le coppie e le famiglie e vedo spesso oggi sintomi che hanno come origine un’iper esposizione precoce agli schermi, ma soprattutto una diminuzione, un rallentamento e una difficoltà nella costruzione della relazione genitori-figli. Il podcast nasce dal desiderio di fare una forte azione di prevenzione, attraverso uno strumento usato da milioni di persone.”

Quale tema trattato l’ha colpita di più?

“Se devo indicarne uno, scelgo allattamento e svezzamento. Sono momenti estremamente delicati in cui si apre una grande finestra di rischio rispetto allo sviluppo sano e alla strutturazione di una relazione sufficientemente significativa con i genitori.”

Questo è il punto. La costruzione della relazione genitori-figli.

“Spesso tra genitori e figli si inserisce uno smartphone e questo fa sì che il genitore stia, per esempio, lentamente perdendo la capacità di trovare soluzioni per affrontare i momenti di frustrazione dei figli. Allo stesso modo, i bambini stanno perdendo la capacità di sperimentarsi nel superamento di questi momenti, che caratterizzano quotidianamente la loro crescita. Il telefono, l’iPad, il video della canzoncina e non quella cantata dalla mamma o dal papà stanno diventando gli strumenti principali che i genitori utilizzano per sedare la reazione emotiva del bambino, che invece richiederebbe un impegno relazionale diretto.”

Siamo esseri relazionali, ma le relazioni tra umani, anche le più belle, sono sempre faticose, perché ognuno di noi è pieno di limiti. Lo dico da genitore, la scorciatoia digitale è comoda ma pericolosa, specie nei primissimi anni di vita, quando l’interazione e la relazione sono fondanti per lo sviluppo dei bambini e per la crescita delle nostre competenze genitoriali.

“Con il pediadra Federico Marolla, membro dell’Associazione Culturale Pediatri, abbiamo insistito sui primi due anni di vita. Sono fondamentali perché si sviluppa l’80% della capacità cerebrale di un essere umano e quindi in quella fase di vita noi possiamo fare tantissimo attraverso la relazione diretta con i bimbi e tra loro e l’ambiente fisico che li circonda. Abbiamo raccontato e spiegato perché da zero a due anni l’esposizione agli schermi deve essere pari a zero.”

Pensi che l’idea che l’educazione al digitale di genitori e figli debba iniziare dal giorno uno mi è arrivata vedendo bimbi piccolissimi mangiare al ristorante imboccati dai genitori mentre guardano un iPad…

“Con la referente per la regione Lazio della Federazione Logopedisti Italiani Francesca Mollo abbiamo approfondito quanto l’esposizione ripetuta a schermi durante le prime somministrazioni dei pasti possa avere conseguenze molto negative sulla percezione del mangiare, della sazietà, sull’uso dei sensi nell’esperienza del cibo, e sulla masticazione, che risulta meno muscolare. Sempre più bambini fanno fatica a utilizzare correttamente bocca e lingua perché, davanti ai video, non mettono in gioco la muscolatura necessaria: sono quasi sedati e agiscono movimenti meccanici. Inoltre non interagiscono, non vivono l’esperienza del pasto come un processo relazionale che permette il rispecchiamento.”

Valeria, essere genitori oggi è sicuramente molto più complicato…

“…però sono fiduciosa, perché l’attenzione al corretto uso degli strumenti digitali sta crescendo. Come ci ha confermato Cosimo Di Bari, docente dell’Università degli Studi di Firenze e autore di “I nativi digitali non esistono”, a fare la differenza sono le modalità, le strategie e le finalità con cui usiamo gli strumenti digitali. Hanno potenzialità in termini educativi, creativi, formativi ma a patto di non esporre a essi i bimbi troppo presto e da soli.”

Per questo dobbiamo offrire ai genitori una strada per costruire insieme a bambini e ragazzi una dieta mediale sana. Questo percorso, ineludibile nell’era digitale, deve iniziare dal primo giorno e dal non uso diretto e senza regole degli strumenti digitali nei primissimi anni di vita. Paradossale, ma necessario, utile, indispensabile, per preparare le basi al buon uso del digitale quando saranno più grandi.

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