TECNOLOGIA SOLIDALE

È arrivata IO: fatta l’app della Pubblica Amministrazione, ora bisogna fare i servizi digitali

IO, l’app che aspira a essere il punto unico di acceso a tutte le pubbliche amministrazioni, è stata lanciata in sordina. Perché è ancora in una versione beta: pochi servizi disponibili perché molto pochi sono gli enti presenti. Bisognerà vigilare che i nuovi servizi, e la relativa comunicazione, nascano accessibili

Pubblicato il 25 Apr 2020

IO.it
Anche questa settimana ha la sua nuova app di Stato: IO. Da sabato 18 aprile è scaricabile negli store l’app che aspira a essere il punto unico di accesso ai servizi di tutte le pubbliche amministrazioni.
IO è arrivata alla chetichella.
Nessun annuncio particolare, nessuna intervista della il punto unico di accesso ai servizi di tutte le pubbliche amministrazioni
Guardando l’app, si capisce perché. Si tratta di una versione iniziale, con pochi servizi disponibili perché molto poche sono le amministrazioni pubbliche presenti (qui puoi vedere l’elenco degli enti che partecipano a IO).
Quindi “non è che un inizio”, una versione beta.
Parafrasando un antico motto risorgimentale, fatta l’app ora bisogna però fare i servizi digitali che la rendano utile e appetibile: le amministrazioni pubbliche saranno all’altezza?
Dalla risposta a questa domanda dipende il successo di IO. E anche da come i gestori dell’app sapranno comunicare con i cittadini. Un valente social media manager  è condizione importante ma da sola non basta. Anche per questa esigenza occorre un progetto chiaro e accessibile.
Accessibile richiama l’accessibilità
Non c’è “io” che tenga senza l’attenzione al “tu” più svantaggiato. Per il team che cura l’app ciò significa vigilare sui servizi “importati” dalle varie amministrazioni e progettare accessibili i nuovi servizi realizzati “in casa” e la relativa comunicazione. IO deve essere un esempio di tecnologia solidale.

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Antonio Palmieri
Antonio Palmieri

Antonio Palmieri, fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido. Sposato, due figli, milanese, interista. Dal 1988 si occupa di comunicazione, comunicazione politica, formazione, innovazione digitale e sociale. Già deputato di Forza Italia

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