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DAO, che cosa sono le società autonome decentralizzate e come funzionano

Le DAO, Decentralized Autonomous Organization, sono società basate su smart contract e token. Hanno una personalità giuridica ma serve ancora una regolamentazione. Ecco come funzionano

Pubblicato il 10 Feb 2023

blockchain

Si comincia a parlare di Dao, acronimo di Decentralized Autonomous Organization. Che cosa sono? Saranno le società del futuro? Ecco che cosa serve sapere.

L’avvento massiccio delle nuove tecnologie, molte delle quali possono ancora sembrare eccessivamente futuristiche agli occhi dei più, sta sconvolgendo le nostre vite e di pari passo sta imponendo un aggiornamento serrato e pressoché completo dei modelli e dei regolamenti attuali, che dovranno andare al passo con i tempi.

È così anche in campo societario. I classici modelli societari, ai quali siamo abituati da sempre, stanno cambiando lasciando spazio ai modelli societari pionieristici.

Che cosa sono le Dao, Decentralized Autonomous Organization

Le cosiddette Dao, acronimo di Decentralized Autonomous Organization, ovvero organizzazioni autonome decentralizzate iniziano a far parlare di sé, perché potrebbero trovare spazio in ambiti diversi e tornare utili per gestire il mondo che ruota attorno al Web3, alle criptovalute, agli Nft, al Metaverso, ecc….

Ma di cosa si tratta esattamente? Saranno le società del futuro?

Si tratta attualmente di organizzazioni, simili ai vecchi forum, la cui gestione è decentralizzata, ovvero avviene attraverso il rispetto di regole stabilite da tutti i suoi membri e fissate negli “smart contract”, cioè protocolli informatici non modificabili che consentono l’applicazione di operazioni finanziarie tramite i “governance token”. Questi sono certificazioni del possesso di diritti digitali che assegnano potere decisionale a chi ne è proprietario.

Tutti i membri dell’organizzazione, che comunicano tra loro tramite una piattaforma, devono avere un “governance token”. Per questo motivo tutti i membri sono soci e detentori del capitale sociale e di diritti collegati alla partecipazione, ovvero diritti amministrativi (come ad es. il diritto di voto) e, solitamente, patrimoniali (come il diritto alla partecipazione agli utili degli asset digitali gestiti).

Una governance societaria basata su smart contract e token

In parole semplici sono organizzazioni societarie, gestite in modo decentralizzato attraverso regole scritte sul software mediante un processo algoritmico altamente partecipativo e non attraverso un Cda composto da persone fisiche, nelle quali è possibile operare attraverso token, ovvero assimilabili alle quote di partecipazione/azioni.

In questo modello i detentori dei token – simili agli azionisti – possono prendere decisioni riguardanti la gestione in maniera autonoma. In pratica, è un’organizzazione gestita secondo una struttura orizzontale governata dalle regole stabilite nel software.

Una rivoluzione, dunque, perché agli antipodi rispetto ai modelli societari attuali che si caratterizzano tutti per la centralizzazione della gestione. Tutte, infatti, prevedono la Governance gestita da un Consiglio di Amministrazione o da un Amministratore Unico, persone fisiche.

I soci detengono quote o azioni di partecipazione al capitale che possono circolare sulla base di regole, non soltanto statutarie, ma di legge, così come dalla legge sono indicate tutte le fondamentali disposizioni di funzionamento delle società, che naturalmente sono dotate di personalità giuridica, ovvero sono titolari di diritti ed obblighi.

La prima Organizzazione Autonoma Decentralizzata italiana

In Italia, lo scorso autunno è nata la prima Organizzazione Autonoma Decentralizzata riconosciuta: X20DAO, il prototipo di una società decentralizzata, riunitasi sulla tecnologia blockchain e che svolge attività di consulenza nel settore delle distributed ledger technologies e della finanza decentralizzata.

Definita il primo ponte tra il reale ed il virtuale, il primo incontro tra il mondo cripto ed il diritto, è di fatto la prima società decentralizzata e costituisce un primo passo verso la regolamentazione di questo modello completamente nuovo. In questo modo i partecipanti possono, attraverso il veicolo societario dedicato, compiere atti giuridicamente vincolanti e riconosciuti dall’ordinamento di appartenenza che, diversamente potrebbero compiere agendo solo a livello personale.

La DAO ha personalità giuridica ma serve una regolamentazione

Oggi in Italia la DAO, dopo questo primo esperimento, parrebbe dotata di soggettività giuridica, può concludere contratti, assumere partecipazioni, acquistare beni e compiere atti giuridicamente vincolanti e riconosciuti dall’ordinamento, ma certamente necessita di una regolamentazione specifica e maggiormente dettagliata per colmare molte lacune tecnico-giuridiche ancora esistenti.

Non va tanto diversamente in Europa, dove si sta cercato di affrontare la tematica e si sta provando anche a dare una definizione legale di DAO.

Nella proposta di Regolamento europeo sui c.d. MiCA – Markets in Crypto Asset, attualmente in una fase discussione tra la Commissione europea, il Parlamento europeo ed il Consiglio, le DAO sono descritte come:

 “a rule-based organisational system that is not controlled by any central authority and whose rules are entirely routed in its algorithm…”.

Una definizione che evidenzia sia la caratteristica della decentralizzazione del sistema di governance, assicurata dalla tecnologia blockchain sottostante, sia l’automazione dei processi decisionali, svolta dagli smart contract eseguiti sul software.

Il percorso per una disciplina giuridica europea

Dunque, come abbiamo visto, le cd. tecnologie della rete impongono nuovi modelli e nuove organizzazioni. La messa a punto di una disciplina giuridica specifica per la società decentralizzate è quindi sempre più necessaria ed auspicabile. Consentirebbe la creazione di strutture societarie utili nel mondo delle Crypto, fortemente integrate ed operanti in uno o più Stati, senza il vincolo territoriale, trasparenti e democratiche.

Il percorso per rendere una DAO un soggetto di diritto con propria personalità giuridica riconosciuto in tutti gli Stati membri dell’Unione è attualmente in corso ma è probabile che richieda ancora del tempo per arrivare ad una vera e propria disciplina completa.

Certamente ciò che preme agli utilizzatori di queste tecnologie è una regolamentazione in tempi ragionevolmente brevi perché il rischio che si correrebbe diversamente è quello di far convergere ingenti capitali (digitali ovviamente) verso giurisdizioni meno resistenti alle innovazioni e più pronte a recepire il futuro.

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Cristina Crupi
Cristina Crupi

Fondatrice dello Studio Legale Crupi, è un’esperta di Diritto civilistico e societario, specializzata in startup, PMI e Innovazione. È Partner e Legal Expert per PoliHub. Autore di "Il Codice delle Startup" e “Start Up - Guida operativa per la creazione, la gestione e lo sviluppo delle imprese innovative”.

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