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Così l’intelligenza artificiale sta insidiando il settore assicurativo

Dalla compagnia giapponese che ha licenziato più di trenta dipendenti per sostituirli con un software, alle startup che sviluppano applicazioni sempre più innovative. Ecco perché le assicurazioni tremano di fronte alla crescita dell’ AI

Pubblicato il 05 Apr 2017

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L’intelligenza artificiale può essere una minaccia per chi lavora nel campo assicurativo? A sentire certi casi sembra di sì: Fukoku, società giapponese attiva nel settore delle assicurazioni sulla vita, è stata la prima assicurazione al mondo ad aver licenziato 34 dipendenti sostituendoli con un software di AI. Una scelta dovuta, con molta probabilità, a un’esigenza di contenimento delle spese considerato che, secondo i ben informati, il costo di manutenzione dell’intelligenza artificiale ammonta a circa 120mila euro l’anno, meno delle stipendio di due analisti.

Secondo una ricerca effettuata dal Nomura Research Institute poi la metà dei lavori in Giappone potrebbero essere sostituiti da robot entro il 2035. E non può che essere così, visto che la crescita dell’intelligenza artificiale arriva da più direzioni: da una parte le aziende spingono per adottare questo tipo di tecnologia, dall’altro le startup sviluppano nuovi business allargando l’accesso a sistemi regolati da intelligenza artificiale a chiunque sia in possesso di uno smartphone. È lecito aspettarsi che le cose cambieranno rapidamente in questo settore.

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