Esperienze

Che cosa portiamo a casa dalla Silicon Valley

Dieci giorni tra San Francisco e la World Open Innovation Conference. I fondatori dell’agenzia Coppa-Landini raccontano chi hanno incontrato e dove. Ma, soprattutto, le nuove ondate in arrivo dalla valle dell’innovazione. E il 26 ne hanno parlato a CopernicoMilano

Pubblicato il 24 Nov 2015

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Marcello Coppa, a sinistra, e Andrea Landini in Silicon Valley

La prima impressione non si scorda mai.
Ci sono luoghi che devi vedere con i tuoi occhi per poterli capire fino in fondo. La Silicon Valley è uno di questi. Il nostro viaggio tra San Francisco e l’ecosistema più innovativo del mondo è durato una decina di giorni. È iniziato con una serie di incontri mirati a scoprire il vero spirito del luogo e a supportare lo sviluppo della nostra impresa e si è concluso con la prestigiosa World Open Innovation Conference.

Non appena ci allontaniamo dall’aeroporto di San Francisco a bordo di una fiammante 500 Sport a noleggio con il cambio automatico – è praticamente impossibile trovare un’auto manuale – e imbocchiamo la Route 101, ci rendiamo conto dello spirito della Valley. Se la pubblicità è lo specchio di una società, i billboard con le pubblicità di soluzioni IT e startup web ci fanno già capire che siamo nel posto giusto. Le auto che ci circondano non sono eccessivamente lussuose, molte ibride e qualche Tesla. Anche questo è u

n indizio della cultura del luogo: si lavora sodo e si punta all’obiettivo senza mettersi troppo in mostra.

Due coworking e due acceleratori da conoscere.
Durante la prima settimana, quasi tutti i nostri appuntamenti alla scoperta dell’ecosistema si sono svolti negli spazi di coworking più importanti di San Francisco.

– RocketSpace si trova in posizione centrale, a 180 Sansome Street. Non si tratta di un semplice ufficio condiviso, ma di un vero e proprio technology campus, con un programma di eventi dedicato alle startup insediate e alle aziende. Tra gli alumni ci sono stati Uber, Spotify, Podio e Hootsuite. Noi qui abbiamo incontrato gli amici di USMAC, un acceleratore focalizzato sull’accesso al mercato americano, e di Opinno, già nostri partner per l’evento Smart City Innovation Award del MIT.

SomaCentral è invece uno spazio di coworking più tradizionale che tra le sue glorie vanta Instagram, Mashable, Change.org e Task Rabbit. Ha due location a San Francisco, una più centrale a 560 Mission Street ed una un po’ più fuori (450 Townsend Street) ma in una zona in crescita dove hanno i loro uffici anche Tilt (cash pooling) e PostMates (food delivery). Qui abbiamo incontrato diverse startup, tra cui l’italiana MailUp. SomaCentral ha una anche a Oakland, altra città da tenere d’occhio perché Uber ha appena annunciato di volervi insediare il suo headquarter.

Inoltre, abbiamo incontrato i fondatori di Iwaboo (e-commerce di oggetti tech e IoT), accelerata da 500 Startups e KickPay (marketplace per lo

sconto fatture), accelerata da YCombinator. Entrambe hanno ottenuto un investimento seed dai rispettivi acceleratori. Sicuramente ciò che colpisce, rispetto all’Italia è la presenza di questo tipo di investimenti che permettono a team preparati di affinare il prodotto e le metriche e di compiere il primo miglio alla ricerca di fondi più sostanziosi per lo scale-up.

I settori a cui guardare.
La Silicon Valley è ancora la patria indiscussa delle startup digital e negli ultimi due anni le buzzword sono state il fintech e l’O2O (marketplace online-to-offline, che portano sul web servizi che si svolgono nel mondo fisico). Le nuove ondate sono in altri ambiti più o meno correlati:
Logistica: es. “uberizzazione” di tutto, PostMates, Instacart.
Food: es. incubatore food KitchenTown, Hampton Creek.
Biotech: es. Ginkgo Bioworks, Human Longevity.
Data science: più che un settore è un ambito trasversale, ma non c’è startup che si rispetti che a un certo punto non porta a bordo un data scientist.

Che cosa portiamo a casa.
Sicuramente molti contatti (ci vorrà qualche giorno per fare i follow up!) ed una gran voglia di tornare. Ma anche molti spunti sul presente e il futuro dell’open innovation direttamente dalla World Open Innovation Conference tenutasi a Santa Clara. Maestro di cerimonie è stato Henry Chesbrough in persona, padre della materia. Giovedì 26 novembre a Copernico Milano si è tenuta un’edizione degli Explore Talks in cui sono stati presentati in esclusiva i migliori contenuti dalla conferenza su open innovation e crowdsourcing.

* Marcello Coppa e Andrea Landini, sono co-fodatori di Coppa+Landini (www.coppalandini.com) , società di consulenza per l’innovazione design-driven e startup studio, che sta sviluppando CrowdChicken (“Shopify + Salesforce for non profits”) e Cyrcus (design d’autore custom e on demand grazie alla digital fabrication).

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