Bilanci

Caso Marino: 4 innovazioni realizzate e 4 mancate

Il sindaco di Roma si dimette tra critiche e manifestazioni di sostegno. Cosa ha fatto per rendere la Capitale più smart? Sistema driverless nella metro, Gps per spazzatrici, crowdfunding per i monumenti. Ma resta molto da fare, soprattutto su rifiuti e mobilità: basterebbe seguire l’esempio estero. O di Firenze…

Pubblicato il 12 Ott 2015

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Ignazio Marino

Ignazio Marino ha formalizzato le dimissioni da sindaco di Roma dopo due anni e quattro mesi in carica. Da tempo il primo cittadino, voluto dal Pd alla guida della città, era accusato da più parti di non essere in grado di amministrare in modo adeguato la capitale, giunta a livelli di degrado visibili a occhio nudo per chi ci vive o ci soggiorna e denunciati dalla stampa internazionale. Dallo scandalo di Mafia Capitale Marino è uscito sostanzialmente indenne: il Comune si è costituito parte civile contro i quasi 60 imputati, fra i quali l’ex sindaco Gianni Alemanno. Ma la sua poltrona ha continuato a traballare. A giugno il premier Matteo Renzi lo ha invitato a valutare se fosse il caso di andare avanti, ad agosto gli è stato affiancato il prefetto Franco Gabrielli mentre lui si trovava (e intendeva restare) in vacanza, durante la visita negli Usa Papa Francesco ha negato pubblicamente di averlo mai invitato a Philadelphia, dopodiché è scoppiata la vicenda degli scontrini: avrebbe pagato cene private con la carta di credito del Comune. La goccia che ha fatto traboccare il vaso. A vicenda conclusa l’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, ha scritto che oggi a Roma “l’unica certezza sono le macerie”. E l’8 dicembre comincia il Giubileo. In questa vicenda una parte dei cittadini romani e dell’opinione pubblica si è schierata contro il chirurgo dem, ma non sono mancati coloro che lo hanno sostenuto e continuano a sostenerlo, elencando le cose che ha fatto per la città. Al delle polemiche e delle tifoserie, interessa capire i provvedimenti concretamente adottati, in particolare in tema di innovazione. Marino ha contribuito o no a portare innovazione tecnologica e di processo nella capitale? Con lui Roma è diventata più smart? La capitale aveva e ha una serie di emergenze da affrontare, dalla mobilità urbana ai trasporti pubblici, dalla gestione dei rifiuti al disagio sociale. Qualcuno fa notare che, prima di pensare all’innovazione, la giunta Marino ha dovuto occuparsi della “normalizzazione” di una città certamente non lasciata in buone condizioni dalle giunte precedenti. Tuttavia, in molti casi, è proprio l’innovazione – soprattutto l’innovazione di processo – che può far da leva alla risoluzione di problemi solo in apparenza poco “tecnologici”. Ma vediamo cosa è stato fatto e cosa no. Anche e soprattutto per capire cosa si trova in eredità, e da dove dovrà ripartire, il prossimo primo cittadino, chiunque egli sia.

Quattro innovazioni della giunta Marino

MOBILITÀ – Ha consentito l’introduzione del Sistema Driverless (senza guidatore a bordo), nella linea C della metropolitana di Roma, la nuova tratta che ha avuto un percorso travagliato e della quale si attende da tempo il completamento. Il sistema permette di gestire una linea metropolitana in modo completamente automatico, garantendo con il massimo dell’efficienza la marcia dei treni e la loro sicurezza in tutti gli aspetti: ad esempio il “distanziamento” fra un convoglio e l’altro per evitare collisioni. È già in funzione nelle metropolitane di Copenaghen, Singapore, Vancouver, Docklands (Londra), Hong Kong, Lille, Parigi, Torino, in una tratta di quella di Milano, oltre che in molti aeroporti. Sempre in tema di trasporti la giunta Marino ha introdotto il biglietto digitale per le linee Atac, però solo da app: a Milano e in altre città si può pagare anche da sms, sistema considerato più comodo per gli anziani e in generale gli “analogici”. Ha inoltre introdotto i pagamenti dei parcheggi tramite app, metodo già diffuso in molte città italiane.

RIFIUTI – Ha introdotto il Gps nelle spazzatrici, obbligando i camioncini dell’Ama, l’azienda municipalizzata che si occupa dei rifiuti, ad essere reperibili. “Fino quando non mi sono insediato – ha detto Marino – non avevano percorsi. Adesso hanno 800 percorsi, 3100 chilometri disegnati e l’ultima battaglia è stata inserire il gps, per sapere dove vanno. Ora, da una centralina dell’Ama, sappiamo quali e quante strade spazzano”.

CULTURA – L’assessorato alla Cultura di Roma Capitale, insieme ad altri attori e con il contributo di alcune banche, ha portato le animazioni 3D nei Fori imperiali, nell’ambito di spettacoli multimediali notturni di proiezioni, luci del premio Oscar Vittorio Storaro, musiche e un’audio guida con la voce di Piero Angela per riportare in vita il Foro di Augusto così com’era 2.000 anni fa. Costo di realizzazione 840mila euro, destinato ad autofinanziarsi con gli incassi della biglietteria.

CULTURA 2 – Ha fatto crowdfunding internazionale per i monumenti di Roma. Alcuni dei frequenti viaggi all’estero di Ignazio Marino – troppi, secondo molti romani, che si sono sentiti abbandonati in momenti particolarmente difficili per la città – sono stati motivati dallo stesso sindaco con l’intenzione di raccogliere fondi da investitori stranieri per il restauro delle bellezze storiche di Roma. Per esempio l’anno scorso ha raggiunto un accordo con la monarchia saudita, che insieme a privati ha promesso di costituire un fondo per finanziare i restauri. E il controverso viaggio a Philadelphia è stato motivato dallo stesso sindaco anche con la ricerca di investimenti da parte di mecenati stranieri.

Quattro innovazioni che la giunta Marino non ha fatto (e che la prossima dovrebbe fare)

RIFIUTI – Quando il sindaco era ancora in carica ha fatto il giro del web la foto di un maiale che divorava i rifiuti presso un cassonetto in un quartiere nemmeno troppo periferico di Roma. La situazione è sotto gli occhi di tutti: cassonetti spesso strapieni, alla mercé dei gabbiani e a volte dei rom che frugano nella spazzatura. L’innovazione potrebbe contribuire a risolvere il problema. E proprio in cerca di idee innovative, Ignazio Marino ha incontrato a settembre 2014, in uno dei suoi frequenti viaggi negli Usa, Debbie Raphael, direttore di SFEnvironment, che fornisce informazioni su come San Francisco gestisce i rifiuti, e Jack Macy, direttore del programma ZeroWaste, organizzazione no profit basata a Portland, Oregon, che punta alla collaborazione con industrie e comunità per arrivare al traguardo “rifiuti zero”. Gli ospiti americani gli hanno fornito una panoramica sulle politiche ambientali cittadine e sui programmi di gestione dei rifiuti urbani. Al ritorno però non sembra siano state introdotte evidenti innovazioni in questo campo. L’amministrazione comunale si sarebbe limitata ad acquistare nuovi cassonetti. Forse, invece di guardare agli Stati Uniti, era sufficiente imitare Firenze, dove da alcuni mesi sono attivi decine di cassonetti intelligenti: contenitori di immondizia con un super cervello elettronico, alimentati a energia solare e, come i cellulari, dotati di un sistema Gprs, con un sistema a ultrasuoni che consente di misurare la quantità di immondizia che c’è all’interno. Il sofisticato dispositivo che rende intelligenti i cassonetti è stato messo a punto da due società del Friuli Venezia Giulia, Dermap Srl, insediata al Parco scientifico e tecnologico di Udine, e Elcon Elettronica, con sede nel parco scientifico di Trieste Area Science Park.

MOBILITÀ – Un passeggero su tre non paga il biglietto del bus a Roma. È emergenza-evasione sui mezzi pubblici della Capitale, un fenomeno difficile da sradicare sugli oltre tremila convogli dell’Atac, che porta con sé una serie di conseguenze negative per l’azienda e per i cittadini, soprattutto per coloro che il biglietto invece lo pagano. Qui la tecnologia potrebbe davvero aiutare. E anche gli esempi provenenti dall’estero. Numerosi i Paesi, dalla Gran Bretagna all’India, dagli Stati Uniti all’Australia, dove nei trasporti pubblici si utilizzano smart card contactless. A Londra si sale sull’automezzo, si acquista il biglietto, lo si avvicina a un rilevatore e se il pagamento non va a buon fine non si può restare a bordo. In alcuni Paesi nordici le porte dell’automezzo pubblico si aprano solo dietro “strisciata” della carta di credito. Nella capitale si lascia praticamente tutto alla buona volontà degli utenti e chi non paga è favorito dalla scarsità dei controlli.

MOBILITÀ 2 – Sostenitore del car sharing, il sindaco ciclista non ce l’ha fatta a varare il GRAB, il Grande Raccordo Anulare delle Bici. Innovazione non certo tecnologica, ma contributo innovativo per migliorare la situazione del traffico romano, sempre congestionato, e in generale la qualità ambientale della metropoli. Il progetto partecipato per la realizzazione di un anello ciclopedonale di 44,2 km che si sviluppa completamente all’interno della città di Roma è stato inizialmente finanziato ma poi bloccato dall’ultimo assessore ai Trasporti Stefano Esposito, che ha spiegato: “Il Grab è progettato male, passa per i parchi che di notte sono chiusi e le bikelines non sono protette e mettono a rischio l’incolumità dei ciclisti”. Addio piste ciclabili, insomma. O arrivederci al prossimo sindaco.

COMUNICAZIONE ONLINE – Chi succederà a Marino dovrà migliorare la comunicazione digitale e social che, sotto la sua guida, ha registrato qualche “distrazione”. Il Comune di Roma si era dimenticato di acquistare il dominio .roma. Come tutti i suffissi del web, .roma viene assegnato ai richiedenti, dietro versamento di una congrua cifra, dalla statunitense Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers). L’anno scorso è emerso che il Comune non aveva mai fatto richiesta per ottenere quel suffisso ed era stato così scavalcato da “Top Level Domain Holdings Limited”, un gruppo inglese con sede a Londra, che aveva cercato di accaparrarsi il dominio. Poi Tldh ha ufficialmente ritirato la richiesta. Le cose non sono andate meglio con Twitter. Sempre l’anno scorso gli addetti ai lavori hanno scoperto che dell’account @roma si era impossessato anni prima un lustrascarpe di Malaga, Javier Castaño, con la speranza di rivenderlo. I responsabili della Direzione Innovazione l’hanno rintracciato e l’hanno convinto a regalare l’account al Comune.

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