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Aziende e Covid19: nel 2021 la pandemia non ferma gli investimenti in tecnologie

Il trend di crescita degli investimenti in tecnologie previsto per il 2021 è pari a 0,9%, dice una ricerca degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy del Polimi. Nel 58% delle grandi imprese, al budget della Direzione ICT si affianca un budget dedicato all’innovazione digitale

Pubblicato il 05 Mar 2021

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L’emergenza Coronavirus è e sarà, nostro malgrado, il grande protagonista del biennio 2020-2021.

La pandemia ha fatto rivedere i budget in tecnologie digitali delle imprese nel corso del 2020, ma ben il 23% lo ha rivisto in aumento e addirittura un 2% con incrementi oltre il 25%.  La Ricerca degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy del Politecnico di Milano, attraverso il coinvolgimento di 175 tra Chief Innovation Officer e Chief Information Officer di grandi Imprese e 500 tra Amministratori Delegati e C–level di PMI, indica come gli investimenti nelle tecnologie tengano anche per il 2021 pur riducendosi il trend di crescita che si è registrato negli ultimi tre anni. Il trend di crescita previsto per il 2021 è pari a 0,9%; nel 58% delle Grandi imprese, al budget della Direzione ICT si affianca un budget dedicato all’innovazione digitale posto in altre Direzioni, e per metà delle imprese anch’esso aumenterà nel 2021. Solo nelle piccole imprese si assisterà ad una riduzione dei budget per il 2021.

Se nel 2020, caratterizzato da estrema incertezza e complessità, il digitale ha permesso al sistema di reggere e alle organizzazioni di garantire continuità, nel 2021 è diventato ancora più evidente come il digitale per le aziende sia un asset di business e quanto la digital transformation non sia più un’opzione ma una necessità. Nel 51% delle imprese la pandemia ha avuto come effetto la crescita di consapevolezza e commitment da parte dei Vertici Aziendali nei confronti dell’innovazione digitale.

Gli investimenti in Innovazione Digitale per il 2021 tuttavia si focalizzano sulle priorità imposte dall’emergenza Covid-19.

Per le Grandi imprese al primo posto si classifica l’investimento in Information Security, con il 45% delle preferenze. La sicurezza informatica non è più percepita come un ostacolo all’adozione di nuove tecnologie e servizi, ma come un fattore fondamentale per il successo e la continuità del business, ancor più a seguito delle conseguenze della pandemia sulla remotizzazione del lavoro e l’aumento nell’uso di connettività. Si mantiene sul podio anche per il 2021 l’area degli investimenti in Big Data e Analytics con il 43% delle scelte e salgono per il 2021 gli investimenti in eCommerce e quelli in Smart Working, come prevedibile.

Anche nel caso delle PMI l’emergenza Covid-19 ha fatto rivedere l’ordine delle priorità. Ai primi posti Smart Working (33%) e Information Security (32%), aree di investimento imprescindibili per garantire la business continuity anche in condizioni di remotizzazione e per aprire all’ecommerce e al distance customer care. Ma per le PMI la strada è più impervia, esse stanno facendo un doppio sforzo: da un lato recuperare il ritardo nelle aree di investimento di base (ERP, CRM, Cloud, Mobile) e dall’altro avviare iniziative anche sulle nuove aree di priorità legate alla pandemia.

Le Grandi imprese investono da tempo sulle tecnologie – abbiamo assistito negli ultimi tre anni a importanti crescite nei budget ICT e per l’innovazione digitale – e in molte si sono fatte trovare pronte nell’adottare nuove condizioni di lavoro. Le PMI invece scontano il forte ritardo con cui hanno compreso l’importanza del digitale e la fatica nel reperire le risorse per farlo. Ma il digitale sarà per tutti la condizione essenziale di resilienza e i gap di digitalizzazione incideranno pesino sulla possibilità di sopravvivenza.

Sul sito osservatori.net sono disponibili i risultati completi della ricerca.

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Alessandra Luksch
Alessandra Luksch

Direttore dell'Osservatorio Startup Thinking degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano

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