TECNOLOGIA SOLIDALE

Avanchair, quando la disabilità diventa occasione per creare soluzioni utili

Una carrozzina ad alto contenuto tecnologico: si chiama Avanchair e nasce da un’idea di Andrea Depalo. “Voglio fare della mia disabilità una occasione per creare soluzioni utili a me e agli altri”, dice. E racconta: “Stiamo lavorando per migliorare il prototipo e adesso cerchiamo investitori”

Pubblicato il 13 Dic 2019

avanchair

“Avanchair è una carrozzina ad alto contenuto tecnologico. Non esiste attualmente al mondo un’altra tipologia di sedia a rotelle che possa promettere i vantaggi di Avanchair. E sia chiaro che per noi si tratta comunque della Avanchair 1”.

Andrea Depalo, 36 anni, impiegato nel settore del credito, è un disabile di Saronno che non si è arreso davanti alla sua difficoltà. Per dirla con una battuta, si è messo “in movimento”…
“È così! Piangersi addosso non migliora la situazione, anzi la peggiora. Io voglio fare della mia disabilità una occasione per creare soluzioni utili a me e agli altri. Spero di poter essere uno stimolo anche per altre persone nella mia situazione.”

Andrea, perché Avanchair?
“Per la mia esperienza personale, fin da ragazzo ho pensato a come risolvere il problema di una più agevole mobilità per me e per quelli che condividono con me l’esperienza di una ridotta mobilità a causa di malattie, incidenti, traumi sportivi.”

Lei mi diceva che recenti studi affermano che tra Europa e USA ci sono più di 27 milioni di persone in condizioni come la sua, e 68 milioni in tutto il mondo.
“Si. È un mercato potenziale enorme. Quando mi sono reso conto che siamo così tanti mi sono sentito meno solo, ma ho anche capito che il male comune non è mai un mezzo gaudio….”

In questo caso, davvero. Senza contare che attualmente il 55,4% degli utilizzatori di sedie a rotelle esistenti ha difficoltà nel compiere le più semplici operazioni di trasferimento, ad esempio dalla sedia a rotelle al letto…
“È proprio così. Volevo fare in modo che la mia esperienza di vita e la mia creatività, che fino ad allora avevo espresso nel mondo della musica, potessero essere coinvogliate in qualcosa di positivo.  Per lungo tempo mi sono lambiccato il cervello alla ricerca di una soluzione. Poi, tre anni fa, un incontro ha sbloccato la situazione.”

Quale?
“Ho incontrato, quasi per caso, Emilio Rigolio, un piccolo imprenditore artigiano della nostra Lombardia. Enrico mi ha messo a disposizione la sua struttura aziendale e così mi ha aiutato a passare dallo studio allo sviluppo di un prototipo di sedia a rotelle innovativa, che ho battezzato Avanchair.”

Cosa significa il nome?
“Il nome nasce anch’esso da un incontro, avvenuto nell’azienda di una carissima amica. Quel giorno ho potuto visionare il loro prodotto di punta, altamemte tecnologico, il cui nome cominciava proprio per  “Avan”…Allora, in omaggio al suo impegno e al suo lavoro, in automatico ho pensato  al nome “Avanchair”, mi è piaciuto. Oggi è il nostro marchio”.

Andrea Depalo con il Vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala, Emilio Rigolio e il Consigliere Regionale Andrea Monti.

Come funziona Avanchair?
“Avanchair è una sedia a rotelle azionata da sistemi di movimento automatici che limitano ed ottimizzano gli sforzi della persona seduta e quelli di chi lo assiste. Avanchair offre due vantaggi mai offerti in precedenza: la possibilità di trasferirsi autonomamente dalla carrozzina all’ambiente circostante (letto, servizi igienici, auto) e l’ingombro ridotto.”

Ottimo. Però non vedo un grande uso della tecnologia…
“Aspetti…oltre alla forte componente meccanica e di automazione, già di per sè molto tecnologica, Avanchair include caratteristiche tese a migliorare la sicurezza, l’autonomia e l’integrazione sociale attraverso tecnologie IOT, perché include anche una suite di sensori per il monitoraggio dei parametri vitali e per le operazioni di teleassistenza. A ciò si aggiunge la connettività con piattaforme e-health e smart cities.”

Quindi si tratta di una combinazione di sensori e soluzioni meccaniche integrate?
“Esatto. Il nostro è un prodotto che contribuisce ad aumentare l’autonomia, la sicurezza e di conseguenza l’autostima dei disabili, sostenendoli nelle difficoltà che incontrano nella vita quotidiana. Vogliamo semplificare la relazione con l’ambiente circostante e a fornire la possibilità di interfacciarsi e interagire direttamente con ciò che sta attorno.”

A che punto siete?
“L’azienda di Emilio Rigolio ha 40 anni di esperienza nella progettazione e nella realizzazione di soluzioni innovative nei settori dell’automazione industriale e della robotica. Insieme stiamo lavorando al miglioramento ulteriore del prototipo, basato sui brevetti internazionali depositati.”

Fra quanto prevedete di entrare in produzione?
“Avendo già creato una “beta”, il tema è ora quello di trovare sostegno da parte di investitori ed istituzioni, per passare all’industrializzazione del nostro prototipo. Terminata questa delicata fase, come per ogni start-up, l’entrata sul mercato sarà abbastanza rapida.”

Vi aspettate qualcosa dalle istituzioni?
“Ho avuto l’opportunità di presentare il progetto Avanchair al Consigliere Regionale Andrea Monti e al Vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala. Entrambi si sono dimostrati molto attenti ai suoi contenuti innovativi. Spero che le Istituzioni riescano a sostenere il progetto, come lo hanno fatto gli imprenditori e gli artigiani che hanno creduto in esso. Un primo passo nel mondo dell’industria è stato fatto con Enel, che ha creduto nel nostro progetto, permettendoci di presentarlo il 27 novembre scorso, a Milano, per l’evento “Leading the Energy Revolution”. Confidiamo che si possa proseguire insieme in un cammino che porterà sicuramente a supportare nel concreto le persone con disabilità.”

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Antonio Palmieri
Antonio Palmieri

Antonio Palmieri, fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido. Sposato, due figli, milanese, interista. Dal 1988 si occupa di comunicazione, comunicazione politica, formazione, innovazione digitale e sociale. Già deputato di Forza Italia

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