AI: L’intelligenza in Austria è (anche) artificiale

L’Austria offre ottime condizioni per sviluppare e promuovere utilizzi innovativi dell’AI in diversi settori. Ecco peculiarità, dati e qualche startup dell’ecosistema d’oltralpe

Pubblicato il 16 Dic 2022

ai austria infografica

Quando si pensa all’AI, probabilmente non viene subito alla mente l’Austria. Ma ci si sbaglia, perché forse non tutti sanno che l’Austria ha da tempo compreso come l’intelligenza artificiale sia uno degli elementi chiave per il successo di molti business in futuro: proprio per questo, il sistema-Paese austriaco ha da tempo deciso di offrire le condizioni migliori per sviluppare e promuovere utilizzi innovativi dell’AI in diversi settori.

Sfatando però un altro luogo comune, l’Austria è un Paese a forte vocazione industriale. Il PIL è infatti composto “solo” al 15% dal turismo, contro il 29% del comparto produttivo (la media europea si attesta al 25%). Inoltre, sempre in relazione al PIL, il 3,19% è investito in R&S (percentuale seconda solo a quella della Svizzera in Europa). Stanti queste premesse, è conseguenza quasi logica che la Repubblica alpina attribuisca enorme importanza a ricerca e sviluppo di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, in quanto cruciali per la transizione verso l’industria 4.0. E non solo.

I principali ambiti di ricerca, sviluppo e applicazione delle tecnologie basate sull’AI

Tra le principali direttrici di ricerca relative all’AI e al suo impiego, infatti, l’Austria sta dando priorità a quelle per guida autonoma e robotica, tecnologie e sistemi basati su machine/deep learning, reti neurali, analisi di immagini e video, nonché sistemi di riconoscimento vocale ed elaborazione del linguaggio naturale (NLP). Raccogliendo così i frutti della scelta di puntare con convinzione sulla digitalizzazione, fatta anni addietro.

Nella Repubblica alpina, infatti, le aziende non si limitano allo sviluppo di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, ma le utilizzano concretamente per lanciare nuovi servizi e beni di consumo, oltre che per ottimizzare i processi produttivi.

Il “caso” del Professor Sepp Hochreiter, precursore nello sviluppo dell’intelligenza artificiale

Una testimonianza della tradizione austriaca in questo ambito di ricerca arriva dal Professor Sepp Hochreiter, tra i massimi esperti al mondo rispetto all’intelligenza artificiale e creatore negli anni ’90 di alcune pietre miliari per le tecnologie di riconoscimento vocale attuali: un precursore le cui “scoperte” sono tuttora utilizzate da aziende di rilievo globale tra cui Google, Amazon, Audi e Janssen.

Il Professor Sepp Hochreiter, tra i massimi esperti di intelligenza artificiale al mondo

Nell’Artificial Intelligence Lab dell’Istituto di tecnologia di Linz (LIT), Hochreiter e il suo team conducono importanti attività di ricerca in altri ambiti di applicazione dell’AI come il Deep Learning, facilitando così l’impiego industriale dell’intelligenza artificiale nelle sue varie declinazioni.

L’ecosistema austriaco per R&S relative all’intelligenza artificiale

Ma non è tutto, anzi. L’ecosistema che gravita attorno all’AI nella Repubblica alpina, come evidenzia il progetto della startup Enlite.AI “Austria AI Landscape” avviato nel 2017, coinvolge una molteplicità di attori: startup, aziende di diverse dimensioni e acceleratori, nonché istituti di ricerca e istruzione (Università e istituti tecnici, ndr). Un ecosistema che, dopo aver attratto big tech della Silicon Valley portando all’apertura di diversi AI-Hub (Meta, Amazon e Snapchat solo per fare qualche esempio), nel 2021 è cresciuto ulteriormente arrivando a coinvolgere oltre 330 realtà.

Come? Con l’apertura di nuovi AI Centers of Excellence. Ovvero sedi europee di aziende internazionali impegnate nello sviluppo di soluzioni che poggiano sull’AI e che hanno scelto la Repubblica alpina e i suoi talenti per investire in R&S. Accelerando inoltre fusioni e acquisizioni, e collaborando sempre più frequentemente con startup e spinoff per lo sviluppo di tecnologie che hanno come comune denominatore l’intelligenza artificiale.

Contestualmente, il settore pubblico austriaco è particolarmente attivo e si pone come primo cliente per tecnologie basate sull’AI, rendendo la Repubblica alpina particolarmente attraente per le startup internazionali impegnate in questo ambito anche per la posizione strategica che apre a molteplici mercati limitrofi con conseguente attrattività per investimenti esteri.

Le peculiarità del “sistema-Paese” austriaco per R&S: ricerca applicata e commercializzazione

In Austria il rapporto tra università, centri di ricerca e aziende è particolarmente efficiente e va a colmare il divario che spesso separa la ricerca universitaria e la commercializzazione delle soluzioni a cui danno origine da parte delle aziende. Un aspetto fondamentale per sviluppare nuove tecnologie e, di conseguenza, favorire la crescita economica, con organismi ad hoc che collaborano all’intero processo di R&S. In questo modo le università eseguono ricerca applicata, e abilitano l’immissione sul mercato di soluzioni innovative.

Il ruolo dell’Austrian Business Agency (ABA) per le realtà che vogliono insediarsi in Austria

“In questo modo le università, in Austria, eseguono ricerca applicata, e abilitano l’immissione sul mercato di soluzioni innovative – ci spiega Marion Biber, Direttore per l’Italia di Austrian Business Agency (ABA)”. Non solo: le realtà (non solo innovative) che intendono insediarsi in Austria, oltre ai vantaggi offerti dal nostro “sistema-Paese”, possono contare proprio sul supporto dell’Austrian Business Agency – continua Marion Biber”.

Marion Biber, Direttore per l’Italia di Austrian Business Agency (ABA)

ABA, infatti, è l’ente governativo, fondato nel 1982 e facente capo al Ministero Federale austriaco per il Lavoro e l’Economia, che ha l’obiettivo di promuovere internazionalmente gli investimenti esteri e il lavoro qualificato in Austria.

Il dipartimento di ABA “INVEST in AUSTRIA” è il primo punto di contatto per realtà estere che intendono internazionalizzarsi o insediarsi nel Paese, offrendo supporto e soluzioni “tailor made” per imprenditori internazionali che vogliono ampliare il proprio business e, ad esempio, svolgere R&S nel Paese.

Startup, valorizzazione dei talenti e AI: esempi e peculiarità

Continua Marion Biber: “Oggi molte aziende straniere guardano con interesse ai punti di forza del sistema austriaco; non solo a questioni fiscali, ma soprattutto a temi strategici, come ad esempio la possibilità di collaborare come azienda con scuole tecniche superiori, università e centri di ricerca, non solo per quanto riguarda progetti di ricerca, ma anche per attingere personale giovane ed estremamente qualificato. L’Austria è un paese ricco di giovani con tanta voglia di fare. Voglia di studiare, aprire nuovi contatti, capire e imparare cose nuove”.

A conferma di ciò, il 21 ottobre 2022 sono stati proclamati i primi tre dottori magistrali in “Artificial Intelligence & Cybersecurity” a titolo congiunto (double graduation) nel corso internazionale dell’Università di Udine e dell’austriaca Alpen-Adria Universität di Klagenfurt. Valorizzazione dei talenti in una disciplina relativamente nuova, a cui si aggiungono numerose startup austriache impegnate nello sviluppo e nell’applicazione dell’AI in diversi settori.

Oltre a Enlite.AI, fornitore di tecnologia per l’intelligenza artificiale specializzato in Reinforcement Learning e Computer Vision/geoAI che ha come principali clienti medie e grandi imprese di diversi settori della regione DACH, l’Austria vanta un numero considerevole di realtà impegnate in un ambito che ridisegnerà il futuro. Ad esempio, l’azienda specializzata in realtà aumentata Wikitude, con sede a Salisburgo e fondata nel 2009, recentemente acquisita dal gigante californiano Qualcomm, uno dei maggiori produttori di chip al mondo, con un fatturato di 23,5 miliardi di dollari.

Ma è lungo l’elenco dal quale attingere per presentare qualche esempio che testimonia la vivacità e la centralità dell’Austria nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie basate sull’IA per diversi settori, dalla transizione energetica alla sostenibilità, fino all’healthcare.

Enspired

Superare gli approcci programmatici in quanto “limitati dalle capacità umane” grazie a una piattaforma digitale di “energy trading as a service” (TaaS) basata su algoritmi avanzati di intelligenza artificiale per promuovere la transizione energetica e, contestualmente, rendere più flessibili le reti elettriche. Questo è l’obiettivo di Enspired. Nel 2021 l’italiana A2A ha investito nella startup viennese nell’ambito del proprio programma di Corporate Venture Capital, avviato nel 2019 per promuovere l’innovazione sostenibile e l’economia circolare in settori strategici del business.

Purency

Misurare con un metodo preciso e scalabile i livelli di contaminazione delle microplastiche (particelle inferiori a 100 µm) nell’ambiente e nei generi alimentari a beneficio dei consumatori è una “missione impossibile”. I dati non mancano, ma la mole e la complessità degli stessi rappresentano una sfida raccolta dalla startup Purency. Nata nel 2020, la giovane realtà automatizza l’analisi dei dati di misurazione per riconoscere con precisione e rapidità il tipo, il numero e le dimensioni delle microplastiche, con l’obiettivo di fornire il proprio prodotto (Microplastic Finder) ai laboratori di analisi.

Nista.io

Fondata nel 2020, nista.io ha sviluppato un software di analisi dei dati rilevati dai sensori (spesso inutilizzabili) grazie all’intelligenza artificiale per analizzare e ottimizzare costantemente le performance energetiche delle aziende riducendo i consumi e le emissioni di CO2. Con la crisi energetica, la startup ha deciso di uscire di sviluppare anche una soluzione B2C: l’app Energy Coach, che monitora e riduce i consumi di elettricità tra le mura domestiche.

Symptoma

Creato nella regione dell’Attersee (Alta Austria), Symptoma è un motore di ricerca medica che, utilizzando in modo sofisticato l’AI basandosi sui sintomi esposti dall’utente, restituisce un elenco di possibili diagnosi di malattie ordinate secondo le probabilità. Usato anche per le infezioni da Covid-19, il software ha raggiunto una precisione pari al 96,32% come emerso da diversi studi scientifici sottoposti a revisione paritaria e pubblicati sull’autorevole rivista Nature.

Realizzata dal dottor Jama Nateqi e da Thomas Lutz dopo ben 14 anni di ricerca, ad oggi la chatbot diagnostica austriaca è disponibile in 36 lingue e vanta 10 milioni di utenti su scala globale. Gli sviluppatori attualmente hanno quali partner di ricerca in Italia l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, l’Università degli Studi di Padova e la Fondazione Democenter di Modena.

Fare ricerca in Austria: dati e vantaggi

Tornando ai vantaggi e alle specificità delle attività di R&S nella Repubblica alpina, il Direttore per l’Italia di ABA, Marion Biber, sottolinea: “Per rendere un’idea, nel 2020 le aziende austriache hanno investito un totale di 6,1 miliardi di euro in Ricerca, ovvero il 50% del totale delle spese di Ricerca e Sviluppo in Austria. Le imprese estere, provenienti da tutto il mondo, con headquarter oltreconfine ma insediate in Austria, contribuiscono con una quota significativa, pari a circa 2 miliardi di euro, e costituiscono il 3,6% di tutte quelle operanti nel nostro Paese, ma valgono il 26% dei posti di lavoro, il 22% delle imposte versate dalle imprese e il 50% degli investimenti in ricerca e sviluppo”.

Risultati frutto anche di incentivi diretti e indiretti “messi in campo” in Austria per promuovere l’innovazione, tra i quali figura un premio fiscale pari al 14% delle spese sostenute nel corso dell’anno, oltre a incentivi diretti da un unico ente federale che arrivano fino al 50% dei costi di un progetto di R&S (mix tra fondo perduto e crediti agevolati). Per scoprire tutti i vantaggi che l’Austria può offrire alle realtà attive nel campo dell’intelligenza artificiale, ABA ha organizzato un Open Day virtuale dove esperti e aziende già insediate oltralpe raccontano la propria esperienza e l’Austria come location di business e ricerca.

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Federico Bandirali
Federico Bandirali

Giornalista pubblicista dal 2014 e growth hacker dal 2017 con master presso Talent Garden, durante gli studi in comunicazione ho iniziato a collaborare con testate cartacee generaliste dal 2006. Dopo aver scritto articoli in diversi ambiti (cronaca, politica, esteri, economia e sport) e abbandonato il cartaceo, mi sono sempre più focalizzato su tecnologia e innovazione, branded journalism e storytelling aziendale. Nel 2016 ho scritto un libro: una case history relativa alla partnership tra Intesa Sanpaolo ed Expo Milano 2015 poi ripresa da atenei statunitensi.

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