L’olandese Mollie, uno dei financial service providers a crescita più rapida in Europa, ha firmato un accordo per acquisire la società di pagamenti britannica GoCardless, con l’obiettivo dichiarato di creare un unico fornitore in grado di servire oltre 350mila aziende integrando pagamenti con carta, metodi locali e pagamenti bancari. Il deal vale la cifra record di 1,1 miliardi, è prevalentemente in azioni (oltre il 90%) con una componente cash limitata, e punta a dare vita a un gruppo combinato valutato circa €3 miliardi, con closing atteso entro metà 2026 (soggetto ad approvazioni regolatorie).
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Come nasce e cosa fa Mollie
Mollie nasce ad Amsterdam nel 2004, fondata dallo sviluppatore-imprenditore Adriaan Mol, con l’idea di offrire alle aziende un modo più diretto e meno “burocratico” per incassare online rispetto alle soluzioni bancarie tradizionali.
Negli anni è cresciuta fino a diventare uno dei principali payment service provider (PSP) europei. Dal 2023 la società è guidata dal CEO Koen Köppen (ex CTO di Klarna), subentrato per accelerare l’evoluzione verso servizi finanziari più ampi.
Mollie oggi
Mollie è un gruppo fintech che fornisce a imprese ed eCommerce una piattaforma per accettare pagamenti e, sempre più, per gestire incassi e flussi di cassa. In pratica offre:
- Pagamenti online via API, dashboard e plugin (es. WooCommerce/Shopify), con metodi come carte, Apple Pay, PayPal, Klarna e soluzioni locali tipo iDEAL (molto diffuso nei Paesi Bassi).
- Pagamenti ricorrenti e abbonamenti, anche tramite SEPA Direct Debit, oltre a carta e PayPal.
- Pagamenti in negozio (POS/in-person) con terminali e strumenti di gestione (unificando online e fisico).
- Una componente di money management (Business Account) per avere in un’unica vista pagamenti, conti e transazioni, con focus su riconciliazione e payout.
Sul piano regolatorio, Mollie dichiara di essere registrata come istituto di moneta elettronica presso la banca centrale olandese (DNB) e, nel Regno Unito, come payment institution presso la FCA.
Mollie in Italia
Lo sbarco in Italia di Mollie è stato annunciato a novembre 2024 come parte della strategia di espansione europea: l’azienda ha portato anche sul mercato italiano una piattaforma unica per accettazione pagamenti, riconciliazione e prevenzione frodi, con un posizionamento esplicito sulle Pmi e sull’onboarding “semplice” via dashboard e Api. In un’intervista rilasciata all’epoca, il CEO Koen Köppen spiegava che l’Italia veniva letta come un mercato ad alto potenziale perché è il quarto e-commerce d’Europa e, a suo dire, è “poco servito” dagli attori locali. L’obiettivo di breve termine non veniva misurato tanto su volumi quanto sulla capacità di connettere “centinaia di merchant” e raccogliere feedback rapidi sul prodotto. Un dettaglio significativo è che la presenza italiana non partiva da zero: Mollie aveva già aperto nel 2023 un hub di sviluppo a Milano con circa 40 persone (tra tecnici, product manager e data scientist), presentato come leva sia per localizzare meglio la piattaforma sia per radicare competenze sul territorio.
Come è nata e cosa fa GoCardless
GoCardless nasce a Londra nel 2011, fondata da Hiroki Takeuchi, Matt Robinson e Tom Blomfield (all’epoca studenti a Oxford) con un’idea semplice: rendere più facile per le aziende incassare pagamenti ricorrenti via addebito diretto, un meccanismo spesso più economico e meno “frizionante” delle carte per abbonamenti e fee periodiche.
Negli anni successivi la società si è espansa fuori dal Regno Unito, arrivando anche negli Stati Uniti e in altri mercati, posizionandosi come player specializzato nei bank payments.
GoCardless oggi
GoCardless è una fintech che permette alle imprese di incassare direttamente dai conti correnti dei clienti, gestendo l’intero processo (mandati, incassi, riconciliazione, gestione delle anomalie) tramite API, dashboard e integrazioni con software e piattaforme partner.
In concreto, offre soprattutto:
- Addebito diretto per pagamenti ricorrenti (abbonamenti, rate, membership, utenze B2B), appoggiandosi ai principali circuiti bancari (es. in Europa via SEPA Direct Debit, nel Regno Unito via Direct Debit/Bacs, ecc.).
- Pagamenti “one-off” bank-to-bank con soluzioni di open banking/instant payments: ad esempio Instant Bank Pay, pensato per incassi singoli con conferma rapida, come alternativa alle carte in alcuni casi d’uso.
Nel contesto dell’operazione con Mollie, le due aziende hanno ribadito la complementarità: Mollie più forte sul mondo “merchant + metodi di pagamento”, GoCardless più focalizzata sui pagamenti bancari (ricorrenti e non).
Perché conta: l’Europa dei pagamenti si muove verso “campioni” più grandi
L’annuncio dell’acquisizione, a dicembre 2025, colpisce anche per l’ingente somma messa in campo. Ma il punto non è solo la taglia dell’assegno: è la logica industriale. In un mercato frammentato, merchant e piattaforme software chiedono sempre più spesso un “one-stop shop” che riduca complessità, riconciliazioni multiple e costi di gestione. È la stessa lettura che emerge dall’intervista con i CEO riportata dal Financial Times: l’obiettivo dichiarato non è “tagliare” ma ampliare l’offerta e competere sulla completezza della piattaforma. C’è anche un altro segnale: il reset delle valutazioni. Mollie nel 2021, dopo un round da 665 milioni, era entrata nel club delle big europee del fintech; oggi la M&A avviene in un contesto di multipli più sobri rispetto al picco post-pandemia.
La fotografia italiana: meno startup, più maturità (e più acquisizioni)
Il parallelo con l’Italia è quasi automatico: l’ultima fotografia dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano parla di un settore in fase di consolidamento e maturità, con meno startup attive e una raccolta più selettiva. Nel report si legge che nel 2025 le startup fintech & insurtech attive sono 485 (da 596 nel 2024), il funding è in calo (-19%, 202 milioni di euro), mentre i ricavi crescono (+29%), e una quota rilevante dichiara di aver raggiunto il break-even. È esattamente il tipo di scenario in cui le operazioni di M&A diventano non un evento “eccezionale”, ma un pezzo strutturale del mercato.
Criticità e sfide: l’M&A non risolve tutto (ma risponde a pressioni reali)
Dietro la spinta al consolidamento ci sono pressioni molto concrete: costi di compliance e antifrode, necessità di innovare su più rail di pagamento (carte, A2A, metodi locali), e richiesta di copertura cross-border da parte di aziende che scalano in Europa. Allo stesso tempo, l’integrazione non è banale: unire stack tecnologici, modelli di rischio e go-to-market richiede tempo (non a caso il closing è proiettato al 2026) e può generare attriti su prodotto e cultura. In altre parole: la M&A è un acceleratore di scala, non un telecomando che cancella complessità.
Cosa cambia: più competizione “paneuropea” e nuove partite anche per l’Italia
Se l’operazione Mollie-GoCardless indica una direzione, è questa: nei pagamenti B2B (e nei modelli ricorrenti) vinceranno sempre più spesso piattaforme capaci di offrire copertura multi-metodo e servizi accessori integrati.
Per i player italiani, la conseguenza è duplice: da un lato opportunità di partnership con piattaforme più grandi; dall’altro una competizione più dura sul mercato enterprise. La partita europea, insomma, si sta spostando dalla fase “molte startup specialistiche” a quella “meno attori, più piattaforme”: e chi non raggiunge la massa critica rischia di diventare preda, o di restare confinato in nicchie troppo strette.






