L'UNICORNO

Lemonade, storia della startup insurtech che impiega 3 secondi per gestire un sinistro

Lemonade è stata fondata nel 2015, è una B Corp certificata e ha un modello di business basato su Intelligenza Artificiale e Behavioural Economics. È finanziata da colossi come SoftBank, Sequoia Capital, GV e Aleph. In luglio ha debuttato in borsa a New York arrivando a una valutazione di oltre 1,5 miliardi di dollari

Pubblicato il 18 Ago 2020

Lemonade

C’è una star nascente, Lemonade, nel panorama internazionale dell’insurtech, l’assicurativo abilitato e potenziato dalla tecnologia. L’unicorno insurtech newyorkese Lemonade, compagnia assicurativa società benefit, ha debuttato in Borsa (NYSE) a inizio luglio con l’obiettivo di raccogliere capitali per 100 milioni di dollari, che ha più che triplicato in poche settimane. Perché tutto questo interesse in una realtà giovane in un campo ricco di competitor? La risposta non è difficile: perché è più veloce e efficiente delle altre.

Lemonade è stata fondata nel 2015, è una B Corp certificata, e ha un modello di business basato su Intelligenza Artificiale e Behavioural Economics. È finanziata da colossi come SoftBank, Sequoia Capital, GV e Aleph, e si concentra principalmente su polizze per la casa e, di recente, dell’assicurazione sanitaria per animali domestici. Opera in tutti gli Stati Uniti e si è recentemente espansa in Germania e nei Paesi Bassi.

Lemonade si è distinta per essere arrivata a gestire un claim in 3 secondi ed è tra le applicazioni più veloci nella gestione di un processo di sottoscrizione, che dura al massimo un paio di minuti (90 seconds to get insured, 3 minutes to get paid).

Ha debuttato nella borsa di New York il 2 luglio, vendendo 11 milioni di azioni a 29 dollari ciascuna, superando la fascia alta della sua fascia di prezzo prevista. Il valore è più che raddoppiato nel corso del mese di luglio, arrivando a 71,9, con una valutazione che ha superato 1,5 miliardi di dollari.

La società ha fino a oggi raccolto complessivamente circa 480 milioni di dollari in capitale di rischio, di questi circa 300 milioni  sono quelli investiti dal colosso giapponese SoftBank, che detiene circa il 21,8% delle azioni.

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