Design

Poltrona Frau cresce ma diventa americana

La Charme di Montezemolo e Franco Moschini vendono alla Haworth di Holland, Michigan, guidata da un italiano. L’azienda ne riceverà una spinta, la produzione resterà in Italia ma il controllo azionario di un altro pezzo di Made in Italy si perde

Pubblicato il 05 Feb 2014

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Nasce il nuovo polo mondiale del design di lusso. Con tanto made in Italy ma a guida americana. E’ il risultato dell’acquisizione di un brand storico dell’arredamento italiano, Poltrona Frau, da parte di Haworth, impresa Usa specializzata nell’arredo per gli ambienti di lavoro che nel 2013 ha fatturato più di 1,4 miliardi di dollari e dà lavoro a circa 6.000 persone. La società a stelle e strisce, che ha sede a Holland (Michigan), acquisterà il 58,6% del capitale dell’azienda tricolore da Charme Investments e Moschini al prezzo di 2.96 euro per azione e lancerà un’Opa obbligatoria successiva allo stesso prezzo.

Fino a questo momento, il 51,3% del capitale di Poltrona Frau era in mano a Charme Investments, che fa capo a Montezemolo & Partners Sgr, mentre il restante 7,3% era posseduto da Moschini srl. La società americana, guidata dall’italiano Franco Bianchi (che dal 2005 è presidente e amministratore delegato), era già partner dal 2011 di Poltrona Frau per la distribuzione del canale ufficio in Nord America.

Secondo la nota diffusa dalle tre società, gli azionisti “hanno concesso a Haworth un’opzione di vendita, esercitabile a valle del processo di Opa, ai sensi della quale Haworth avrà il diritto, ma non l’obbligo, di cedere a ciascuno degli azionisti una partecipazione nella società pari al 4,2% (complessivamente pari all’8,4%) del capitale sociale, allo stesso prezzo per azione pagato da Haworth”. Se l’opzione verrà esercitata, Charme e Moschini potranno indicare fino a tre componenti del cda, avranno diritto su specifiche operazioni di gestione straordinaria, saranno obbligati da un lock-up di tre anni e potranno cedere le proprie partecipazioni a Haworth tra l’approvazione del bilancio 2016 e quella del bilancio 2019. Inoltre è previsto che opzioni put e call risolvano eventuali situazioni di stallo decisionale e che anche Haworth potrà acquistare i titoli di Charme e Moschini tra l’approvazione del bilancio 2019 e quella del bilancio 2022.

Per Franco Moschini, presidente di Poltrona Frau e socio di controllo di Moschini srl, “l’operazione è la realizzazione di un grande sogno iniziato dal 2003 con il fondo Charme, ossia la creazione del più importante polo mondiale dell’arredamento di lusso” e darà impulso allo sviluppo internazionale del gruppo. Stessi toni usa Matteo Cordero di Montezemolo, amministratore delegato di Charme e vice presidente di Poltrona Frau, secondo cui si tratta della “miglior conclusione del percorso di Charme in Poltrona Frau Group ed è soprattutto una straordinaria opportunità di rafforzamento per il gruppo”. La cessione arriva dopo l’investimento che ha portato alla quotazione sul segmento Star di Borsa Italiana nel 2006 e dopo una successiva fase di espansione internazionale in cui Poltrona Frau è riuscita a essere “presente – aggiunge Cordero di Montezemolo – in più di 65 Paesi nel mondo con oltre 70 negozi a marchio proprio”.

Tutti si mostrano soddisfatti, e ci mancherebbe altro. Charme è contenta, anche perché ha nella sua ragion d’essere l’investire in società promettenti e nel rivendere a prezzi più alti. Moschini, pur perdendo il controllo diretto della società, sorride perché la produzione di Poltrona Frau non si muove e il gruppo si consolida diventando un colosso mondiale che farà con tutta probabilità la voce grossa sui mercati. Con questa fusione, in effetti, si dà vita a un soggetto che integra i prodotti di Poltrona Frau, dedicati al residenziale di lusso, e quelli di Haworth, ai primi posti nel mondo nel settore dell’ufficio alto di gamma (office, education, healthcare, hospitality).

C’è solo un però. La guida del progetto non è tricolore ma americana. A dimostrazione che il made in Italy è sempre più terreno di conquista per società straniere che probabilmente non potranno mai contare su una tradizione e su un saper fare artigianale così pregiati come quelli italiani ma possiedono intelligenza, visione su larga scala e risorse finanziarie tali da poter impossessarsi della nostra storia produttiva con una semplice operazione: comprando.

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